lunedì 8 luglio 2013

L'Arringatore


La qualità di quest’opera, e il numero esiguo di prodotti in bronzo dotati delle medesima peculiarità, unita alla consapevolezza che molta parte delle opere in metallo di grandi dimensioni, sono purtroppo perse, apre la sensazione che manchi un tassello importante, per la comprensione di questa forma d’arte. 
Per questo, riveste un fascino ancor più spiccato, esaminare le sfaccettature di questo esemplare ritrovato nel 1566.
 La località in cui è stato rinvenuto non è sicura, non si esclude la possibilità che provenga da un posto situato sulla sponda del lago Trasimeno o a Pila, località situata a pochi chilometri da Perugia. L’opera presente nelle collezioni fiorentine, è stata molto gradita al Granduca Cosimo I, ed ospitata nel suo studio a Palazzo Pitti. Alta 170 centimetri, la statua, raffigura un uomo di mezza età, che indossa una corta toga, con un bordo fregiato. Il braccio destro della statua è proteso in avanti, ed ha la mano aperta. Il braccio sinistro è accostato al corpo, circondato dal drappeggio.
 L’incisione presente sull’opera è una chiave di lettura interessante: essendo in lingua etrusca, si potrebbe pensare ad una realizzazione della statua precedente al 90, anche perché, se questa incisione fosse stata eseguita dopo la concessione della cittadinanza romana, in base alle leggi dell’anno 90-89 a.C. sarebbe stata effettuata in lingua latina. Proprio dall’incisione si possono trarre interessanti ipotesi, riguardanti l’identificazione del personaggio.
 Le interpretazioni di quanto impresso sulla toga, variano da autore ad autore nei particolari, ma il significato generale potrebbe qualificare il bronzo come opera realizzata per Aule Meteli, figlio di Vel e di Vesi. 
Dal gesto del braccio proteso in avanti e dalla postura della statua, si ravvisa nel personaggio l’atteggiamento della richiesta del silenzio alla folla, per coglierne l’attenzione, prima dell’arringa. Una statua onoraria potrebbe dunque essere l’Arringatore, ma il suo atteggiamento potrebbe anche essere testimonianza di un gesto di raccoglimento prima della preghiera, in questo caso ci troveremo davanti ad una statua votiva. 
 La certezza su come interpretare il gesto del personaggio, non c’è. Ciò che è palese, è il carisma che trapela dai tratti del volto ben definiti, circondati dai capelli lavorati a ciocche. La posa del personaggio, la posizione del braccio, indipendentemente dal loro significato, canalizzano l’attenzione dello spettatore sul gesto e sul viso, solcato da rughe, su cui è tracciata una bocca ferma e ben delineata.

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