venerdì 21 giugno 2013

Yin e yang, concetti chiave del pensiero cinese

In ogni tempo, in Cina, i concetti "ritmici" di yin e di yang hanno dominato la filosofia e l'intero pensiero; ogni cosa, ogni concetto, è diviso tra lo yin e lo yang, e rappresenta un dosaggio fluido e misterioso di queste due componenti.
La tradizione, tuttavia, accorda alla natura femminile tutto ciò che è yin, e alla natura maschile tutto ciò che è yang. Inoltre yin rappresenta ciò che è freddo, oscuro, umido e inerte, e yang quel che è caldo, chiaro, secco e in movimento. 
Questi concetti vanno considerati come delle Forze? dei Generi? delle Sostanze? dei Principi? delle Entità cosmogoniche? o ancora come "Emblemi provvisti di un infinito potere evocativo", come riteneva Marcel Granet, nel 1934, nella sua opera La Pensée chinoise? Si discute ancora a questo proposito, ma indubbiamente sono tutto ciò contemporaneamente e indistintamente, nel comune pensiero cinese. 
 Comparsa molto presto, alla metà del I millennio a.C., questa teoria deve molto agli astronomi, agli indovini e ai musicisti dell'antichità. A partire dagli ultimi secoli prima dell'inizio dell'era cristiana, la religione taoista, ma anche il sistema confuciano, hanno attinto i loro concetti fondamentali da nozioni d'origine contadina e dai comportamenti religiosi arcaici dei tempi protostorici, quando la società agricola si stava stabilendo. 
Questi concetti sono la nozione di dao (o tao, che di fatto va oltre il taoismo) e quella, doppia, di yin e di yang. Tali nozioni si mantennero vive nel corso di tutta la storia del pensiero cinese. Il termine dao si traduce con "Via", "Principio primario", "Ordine supremo" o ancora "Ordine universale"; è il flusso, il movimento che circola ovunque nell'universo e che fa alternare le due forze apparentemente opposte ma complementari, lo yin e lo yang, la cui azione combinata, congiunta, muove l'universo in tutti i suoi aspetti: i sessi, le stagioni, il giorno e la notte, la vita e la morte, il pieno e il vuoto, il movimento e il riposo, il secco e l'umido ecc. Nessuna di queste nozioni è indipendente, sono tutte interdipendenti, poiché tutto è gioco d'alternanza, complementarietà, dualità; e questa coniugazione infinita si opera nelle trame del Tempo e dello Spazio, e li implica entrambi, ma con un'idea di avvicendamento. Poiché nulla può sottrarsi alla legge universale, ritmata. Tutto è legato in un unico sistema di azioni e di reazioni reciproche, l'ordine morale e l'ordine naturale, il naturale e il soprannaturale, il mondo vivente e il mondo inanimato, il mondo umano e il mondo sovrumano. 
Lo yin e lo yang sono dunque concetti astratti del pensiero cinese, i principi la cui azione concorrente costituisce l'ordine umano e l'ordine naturale, microcosmo e macrocosmo. 

 Yin-femminile la notte la luna il nascosto il versante in ombra la passività il riposo, l'inerzia le energie distruttrici la debolezza mezzanotte il molle il negativo il vuoto, il cavo la Terra (destrogiro) i numeri pari la Morte la Donna 

 Yang-maschile il giorno il sole il manifesto il costone soleggiato l'attività il movimento, la forza le energie vivificanti la forza mezzogiorno il duro il positivo il pieno il Cielo (sinistrogiro) i numeri dispari la Vita l'Uomo
Fondata sull'opposizione di due forze antitetiche, ma complementari, questa teoria si presenta come un'ipotesi scientifica, semplice e rudimentale, analoga alle teorie moderne del movimento ondulatorio.
 I cinesi fanno entrare qualsiasi loro classificazione dualistica in una specie di sinusoide, un movimento pendolare che va dallo yin allo yang, e poi al contrario. E fanno entrare ogni genere d'elementi e di principi attivi che si raggruppano in queste due categorie opposte ma complementari, come lo sono i due sessi. 
 Ma non c'è mai nulla di così netto, e ogni cosa è composta in proporzioni ineguali, di yin e di yang. E tutto si iscrive in leggi periodiche, pendolari. 
Sul modello dell'alternanza, ci sono soltanto soluzioni periodiche. Ovunque e in tutto, il movimento e la vita nascono dalle interazioni dello yin e dello yang, e dal va e vieni incessante che ritma i loro rapporti. 
Come vediamo, questa classificazione dualista serve soltanto a designare entità apparentemente antagoniste; serve anche a classificare simboli, concetti, qualità. Soprattutto, si nota che il pensiero cinese è interamente dominato dalla categoria del "sesso", e quest'impero che gli viene accordato implica l'ignoranza sdegnosa delle categorie di classificazione per generi e per specie. Invece di pensare con l'aiuto di concetti astratti, i cinesi preferiscono i simboli ricchi di affinità che si riferiscono al reale, all'ambiente concreto e alle realtà sociali. Questo principio non è mai variato di una virgola. Così, dunque, come ha mostrato la lista delle corrispondenze, lo yin si esterna per mezzo di un certo numero di manifestazioni generalmente considerate inferiori (l'umidità, il freddo, la debolezza, la femminilità ecc.) mentre lo yang riveste connotati positivi (la forza, la virilità, il calore ecc.). 
Ma abbiamo detto che ciò avviene con compenetrazioni ed equilibri. I giorni e le notti si alternano gradualmente, insensibilmente, lo yang si amplifica con il progredire delle ore diurne e declina lentamente con il crepuscolo, mentre la proporzione di yin aumenta. 
Allo stesso modo si compenetrano le stagioni nel corso della progressione dei mesi. Yin e yang non si escludono; è il rapporto dell'uno rispetto all'altro che varia. All'equinozio di primavera, i due principi (il giorno e la notte, il freddo e il caldo ecc.) si equilibrano. 

Poi, ben presto, i giorni si allungano, lo yang comincia a crescere e raggiungere il suo apogeo con il solstizio d'estate. Poi i giorni diventano più brevi, lo yang diminuisce finché, all'equinozio d'autunno, il giorno e la notte si equilibrano nuovamente. 
Ormai tocca allo yin di predominare, e allora culmina la notte di mezzo-inverno, per decrescere poi regolarmente e ritrovarsi in equilibrio con lo yang al momento dell'equinozio di primavera dell'anno seguente. Così, succedendosi senza eliminarsi, come i giorni e le notti, estati e inverni si equilibrano nel tempo, imponendosi come "l'inspirazione e l'espirazione, nella grande Respirazione dell'Universo". 
Yin e Yang formano la coppia motrice della meccanica cosmica. E quest'alternanza dei due principi fornisce la spiegazione essenziale di tutti i fenomeni naturali.
Nel pensiero cinese, lo yin e lo yang si generano reciprocamente in un movimento circolare continuamente rinnovato, ricominciato. Quando lo yang è al suo minimo, si cambia in yin, e viceversa, poiché lo yin racchiude elementi yang, e viceversa; da cui il famoso disegno schematico del taiji, il cerchio bicolore, diviso in due parti uguali, a forma di mandorle, simmetricamente opposte per mezzo di una curva a forma di S, verticale.
 Ogni parte presenta un pallino rotondo, che simboleggia l'embrione del principio opposto; per esempio, la parte chiara, - quindi yang - presenta un cerchietto scuro, l'embrione di yin, di cui è portatrice. E viceversa. 
Allo stesso modo, ogni individuo porta in sé, più o meno accentuati, elementi del "sesso opposto", come tutti sanno. Così, qualsiasi dato di fatto è un equilibrio instabile, e un principio non può mai esistere senza la sua controparte. 
Nella respirazione, l'inspirazione chiama l'espirazione; nel ciclo cardiaco, la sistole è seguita dalla diastole. Poiché il microcosmo umano è a immagine del macrocosmo. E la malattia, dal punto di vista tradizionale, è soltanto una rottura o un'alterazione di quest'armonia universale. Il ritmo del Tutto induce la miriade dei ritmi individuali e parcellari. Il malato è malato perché ha commesso un errore, consapevolmente o inconsapevolmente, nel suo "modo d'esistere nel cosmo".
 Come dice il poeta inglese Francis Thompson: "Chi coglie un fiore, disturba una stella". Il problema del medico cinese consiste nel ristabilire l'armonia, l'accordo più perfetto possibile tra i ritmi interni del suo paziente con quelli dell'ambiente che lo circonda.
 Per la tradizione cinese, il mantenimento della salute degli individui dipende dal mantenimento giudizioso dell'energia vitale e dei principi che la formano, cioè lo yin e lo yang di cui ogni individuo è portatore, principi al tempo stesso maschili e femminili. 
Poiché, come sottolinea il "Classico delle Mutazioni" (lo Yijing) il rapporto dei sessi è il fondamento della vita universale, che è una manifestazione delle forze cosmiche yin e yang. Queste forze cosmiche gemelle perpetuano l'universo in una catena di scambi senza fine. Questa concezione si è elaborata in sistema filosofico, approvato e utilizzato sia dai confuciani che dai taoisti. Secondo questa teoria, ogni manifestazione è regolata da una legge semplicissima, quella del ritmo a due tempi: in ogni fenomeno esiste un tempo attivo e un tempo passivo, un'alternanza delle fasi ascendenti e delle fasi declinanti della due forze. L'ordine universale è costituito dall'equilibrio di questi due principî complementari, o più precisamente dalle loro "mutazioni" (secondo il termine di René Grousset), dato che ognuno si cambia periodicamente nell'altro. E si è potuto dire che yin era per yang ciò che Audiberti definiva "la segreta nerezza del latte". 
Tutto è nel Tutto, e i taoisti considerano la realtà prima come un'armonia dei contrari; a tutti i contrari possono essere ricondotti all'unità.

Nessun commento:

Posta un commento