domenica 9 giugno 2013

ROCCIA D'ORO (Golden Rock) - Birmania (Myanmar)



Nell’insediamento birmano di Kin-pun, raggiungibile dopo una impegnativa camminata di una cinquantina di minuti in mezzo alla giungla con un caldo soffocante, si trova uno dei più incredibili fenomeni che si possono osservare in natura, la Kyaittiyo Paya, ovvero la Roccia d’Oro.
 Si tratta di un masso, che si trova sulla vetta del monte Kyaikto a circa 1.200 metri di altezza, che ospita sulla sua cima una stupa.

Questo luogo, famosa meta di pellegrinaggio per il popolo birmano oltre che a una visitatissima località turistica, si trova nello stato di Mon. La peculiarità del luogo consiste appunto in questo enorme macigno dorato che sta miracolosamente in equilibro sul bordo del precipizio. 
 I giovani del posto si divertono a spingerlo mostrando ai turisti quanto sia facile farlo oscillare di qua e di là. 
 Il colore dorato del macigno è dovuto alle migliaia di sottili foglie d’oro che i pellegrini birmani incollano in segno di devozione.

 Ma come è possibile che un enorme blocco di pietra resista in quella posizione? Sicuramente è un mistero, anche perché pare quasi che il masso non tocchi neppure la roccia dove poggia.

 La tradizione spiega il fenomeno con la presenza, sulla cima, della stipa Kaik-tiyo. Si dice che questa pagoda contenga un capello di Buddha e che sia grazie a questo che il masso rimane in equilibrio. La leggenda narra che un eremita donò al re Tissa un capello di Buddha a condizione di trovare un’enorme roccia che assomigliasse alla sua testa, metterla sull’orlo di un precipizio, costruirci sopra un santuario e metterci dentro il capello.
 Il re Tissa trovò la roccia che cercava in fondo al mare, con molta fatica la fece issare in cima al burrone dopo averla ricoperta d’oro e vi costruì la stupa.

Un’altra leggenda racconta che un giorno la bellissima Shwe-nan-kyin, moglie del re, stava passeggiando nella giungla proprio sotto la scarpata, quando una enorme tigre balzò davanti a lei; la regina, convinta che presto sarebbe morta sbranata dalla belva, alzò gli occhi verso la roccia d’oro affidando la sua sorte al destino, e a quel punto la tigre se ne andò.
 Il nome completo del santuario è Kayaik-l-thi-ro, che significa”pagoda portata sulla testa da un eremita”, ma col tempo il nome è stato accorciato in Kaik-tiyo. 

 Fonte : http://zloris.blogspot.it

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