lunedì 17 giugno 2013

Mayerling:una tragica storia d'amore.Rodolfo d'Asburgo e Mary Vetsera


Durante il corso degli anni, la tragedia annunciata di Mayerling è stata spunto di molti film e libri, che hanno evidenziato soprattutto la parte sentimentale della vicenda ma raramente quella parte misteriosa del possibile complotto e dei suoi risvolti lugubri. L'arciduca Rodolfo d'Asburgo, figlio di Francesco Giuseppe e dell'imperatrice Sissi è il protagonista, accompagnato dalla baronessa Mary Vetsera, sua amante e forse vittima inconsapevole. 

E’ passato ormai oltre un secolo dalla tragedia di Mayerling che vide per l’appunto il principe Rodolfo d’Asburgo e la baronessa Mary Vetsera, protagonisti di una delle storie d’amore più appassionanti e tragiche di tutti i tempi e ancora nessuno è riuscito a dare una risposta (e ormai nessuno la darà più) ad un mistero che ha coinvolto intere generazioni. La vicenda riguardò Rodolfo d’Asburgo, trentenne erede al trono d’Austria - Ungheria, uomo sposato, molto magro, alto, barba e baffi e taciturno, e la baronessa Mary Vetsera, diciottenne, classica bellezza meridionale, capelli lunghi fino alla vita, labbra sensuali e sguardo fiero, figlia di un nobile ungherese e madre greca. 
I loro corpi insanguinati furono trovati, in una fredda mattina d’inverno, nella camera da letto del principe chiusa a chiave, nel padiglione di caccia di proprietà degli Asburgo, un castello immerso nel verde del Bosco viennese.




























Che cosa accadde di così atroce quella notte nella residenza degli Asburgo è rimasto un interrogativo mai svelato; troppe prove vennero contraffatte, troppi dettagli trascurati e troppi testimoni risultarono inattendibili. Sicuramente qualcosa di terribile accadde nel casino di caccia dei Mayerling, un qualcosa che forse doveva essere tenuto nascosto assolutamente, tanto che Francesco Giuseppe, l’uomo più potente d’Europa, si lasciò sfuggire la frase che tutto era meglio della verità. Fu un delitto passionale? Un suicidio? Un attentato politico? 
Di certo fu che il 30 gennaio 1889, alle ore 7,30, nel padiglione di caccia della casa imperiale austriaca, un cameriere ritrovò i corpi senza vita dei due innamorati in un lago di sangue.

Al momento della tragedia nel castello erano presenti tre ospiti del principe: suo cognato Filippo di Sassonia-Coburgo, il conte Giuseppe Hoyos e il conte Giovanni Wilczeck, i loro domestici e il personale di servizio. 
I primi ad essere avvertiti della tragedia furono Filippo di Sassonia e il conte Hoyos, che in tutta fretta pensarono immediatamente di sbarazzarsi del corpo scomodo della Vetsera, notoriamente amante di Rodolfo; rivestita alla meglio, la povera Mary fu trasferita nella chiesetta di un paese vicino. La notizia venne comunicata subito a corte, ma anche se si cercò di tenere nascosto l’episodio, le redazioni dei giornali di tutta Europa vennero a conoscenza dell’accaduto. Da Vienna la versione ufficiale fu che la morte del principe ereditario era avvenuta in seguito ad un collasso cardiocircolatorio, ma ben presto ci si rese conto che nessuno credeva a quanto affermato dal consiglio di corte, tanto è vero che uno dei giornali più importanti , il “Wiener Zeitung”, ritenuto vicino all’imperatore, offrì una versione diversa e definì un suicidio, la morte del principe Rodolfo dovuta forse ad un momento di depressione; di Mary neanche una parola.
Solo molti giorni dopo, la corte diede la notizia ufficiale e che cioè al castello si era svolto un dramma d’amore, dove Mary Vetsera si era suicidata ed il principe non aveva retto allo sconforto. 

Bisogna anche sapere che Rodolfo d’Asburgo, sposato con Stefania del Belgio, pare avesse chiesto il divorzio al Papa, non concesso e da qui quindi la tragedia.
 Impossibile ricostruire l’accaduto dato che il risultato dell’autopsia sul principe non venne mai reso pubblico del tutto e quella di Mary non fu eseguita; la deposizione del cameriere che affermò di aver udito due colpi d’arma da fuoco, lasciò molti dubbi e nella camera in seguito fu trovato un solo bossolo di pistola. 

Torniamo quindi al momento della tragedia. Gli ospiti erano sistemati tutti nelle camere da letto poste al primo piano e Rodolfo disponeva di quella più grande, che comprendeva un salotto e uno spogliatoio; suo cognato dormiva in una stanza attigua allo spogliatoio; il conte Wilczeck nella penultima camera del corridoio sullo stesso lato. 
Il cameriere personale del principe alle 7,30, con in mano il vassoio della colazione, bussò ripetutamente alla sua porta senza ricevere risposta, tentò quindi di aprirla ma si accorse che era chiusa a chiave dall’interno; preoccupato corse ad avvertire il conte Hoyos che dopo aver bussato anche lui a lungo alla porta, ordinò di sfondarla. Davanti a loro si presentò una scena terrificante con i corpi senza vita di Rodolfo e Mary riversi sul letto matrimoniale in un lago di sangue. 
Le dichiarazioni del domestico apparvero subito piene di contraddizioni, perché affermò che Mary giaceva su un altro letto, quando nella stanza del principe c’era un solo letto matrimoniale, che la pistola era accanto al corpo di Rodolfo e che invece non fu mai trovata, che telegrafò subito la notizia al medico di corte, ma quella mattina il telegrafo non funzionava a Mayerling e il dottore arrivò soltanto dopo mezzogiorno. 
Se la versione dei fatti data dal cameriere lasciò non pochi dubbi, altrettanto falsa apparve quella data dal conte Hoyos che secondo quanto scrisse nelle sue memorie, una volta aperta la porta del principe, vide una figura umana irriconoscibile inzuppata di sangue e alla sua sinistra il corpo di una seconda persona con il volto nascosto sotto i cuscini. Secondo una ricostruzione fatta negli anni cinquanta, parve invece che il conte Hoyos ed il principe Filippo trovarono il corpo senza vita di Rodolfo all’aperto in un viottolo del castello con il fucile accanto e non nella camera da letto; il suo volto era orrendamente coperto di sangue . 
 Il principe Filippo di Sassonia ordinò che il cadavere di Rodolfo fosse portato immediatamente nella sua camera per evitare lo scandalo, ma questa era chiusa dall’interno; abbattuta la porta, lui e il domestico trovarono Mary Vetsera seminuda con il volto livido e con gli occhi sbarrati, morta ormai da varie ore. A terra c’erano una fiala ed una piccola pistola; Filippo fece sparire la fiala e controllò la rivoltella che era carica e non aveva sparato e ordinò di spostare il cadavere di Mary nello spogliatoio, quindi visto che il telegrafo non funzionava, decise di partire per Vienna e dare lui stesso per primo la cattiva notizia. 
Pare però che il conte Hoyos lo precedette, visto che era partito per Mayerling verso le 7,30 e se questa versione fosse autentica, è da ritenere del tutto falso il primo racconto fatto dal conte e dal cameriere, tanto è vero che quando Hoyos arrivò a Vienna, accennò solo alla morte di Rodolfo, ignorando che al castello i morti erano due e inducendo il primo ministro Taaffe a dare una versione dei fatti talmente improbabile da dover essere smentita solo alcune ore più tardi. 
L’arrivo di Filippo a Vienna ristabilì in parte la verità, anche se l’imperatore Francesco Giuseppe e sua moglie Elisabetta continuarono a credere o a fingere che Rodolfo e la sua amante si fossero tolti la vita avvelenandosi.

 Alcuni giornali però iniziarono a sostenere l’ipotesi che l’arciduca fosse rimasto ucciso in un incidente di caccia; altri che si era ucciso in un momento di follia; altri ancora erano sicuri che egli avesse ucciso Mary e poi si fosse suicidato. A quel punto il primo ministro Taaffe si vide costretto a dare un’ennesima versione “ufficiale” della vicenda, appoggiandosi alle testimonianze del principe Filippo di Sassonia e del conte Hoyos e confermò che gli amanti si erano uccisi di comune accordo, lei sparandosi alla tempia con la sua piccola pistola e lui col suo fucile da caccia, accreditando così la versione secondo la quale a Mayerling si era consumato l’epilogo di una romantica tragedia d’amore

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