domenica 26 maggio 2013

Rapporto Onu: “Alcuni sacerdoti e Ong finanziavano guerriglia hutu in Congo”



Se­con­do un det­ta­glia­to rap­por­to scrit­to da esper­ti no­mi­na­ti dal Con­si­glio di Si­cu­rez­za del­l’O­nu e an­ti­ci­pa­to da “Il Cor­rie­re della Sera”, alcuni sa­cer­do­ti ed Ong avreb­be­ro fi­nan­zia­to gruppi mi­li­ta­ri hutu che hanno com­piu­to mas­sa­cri, sac­cheg­gi e stupri nella Re­pub­bli­ca De­mo­cra­ti­ca del Congo.
Nel rap­por­to si fa ri­fe­ri­men­to anche a scambi di email tra il mis­sio­na­rio sa­ve­ria­no Pier­gior­gio Lanaro (ope­ran­te a Ka­son­go, in Congo) e Ignace Mur­wa­na­shya­ka, capo del Fronte De­mo­cra­ti­co per la Li­be­ra­zio­ne del Ruanda, ar­re­sta­to in Ger­ma­nia pro­prio il 17 no­vem­bre per cri­mi­ni contro l’u­ma­ni­tà:
Lanaro avreb­be de­via­to la be­ne­fi­cen­za ar­ri­va­ta dal­l’Eu­ro­pa per fi­nan­zia­re le mi­li­zie di Mur­wa­na­shya­ka, con la com­pli­ci­tà di padre Franco Bor­di­gnon (il te­so­rie­re dei sa­ve­ria­ni della zona).
Inol­tre si fanno i nomi di Jean-Ber­ch­mans Tu­ri­ku­b­wi­gen­ge, sa­cer­do­te di ori­gi­ni ruan­de­si con cit­ta­di­nan­za ita­lia­na e che opera nella dio­ce­si di Lucca, e di Co­stant Goe­tschalc­kx, espo­nen­te di Bro­thers of Cha­ri­ty (nota as­so­cia­zio­ne dif­fu­sa in tutto il mondo che opera per aiu­ta­re i pro­fu­ghi ruan­de­si in Tan­za­nia e membro con­sul­ti­vo del Con­si­glio Eco­no­mi­co e So­cia­le del­l’O­nu) e pre­mia­to dal­l’O­pus Dei per il suo im­pe­gno uma­ni­ta­rio con un mi­lio­ne di dol­la­ri.
Goe­tschalc­kx avreb­be fi­nan­zia­to di­ret­ta­men­te i guer­ri­glie­ri hutu del Ruanda.
Se­con­do il rap­por­to anche di­ver­se Ong spa­gno­le con sede nelle Ba­lea­ri e fi­nan­zia­te dal­l’am­mi­ni­stra­zio­ne locale, come la Fun­da­ciò S’ Olivar e la In­shu­ti, sa­reb­be­ro coin­vol­te in questi loschi affari, che vedono gruppi di mi­li­zia­ni in lotta per il con­trol­lo di un ter­ri­to­rio ric­chis­si­mo di mi­ne­ra­li, as­sie­me a di­ver­si go­ver­ni e mul­ti­na­zio­na­li. 

fonte:uaarnews Congo 
Miliziani AFRICAN VOICE

Questa è la risposta Dei Missionari Saveriani La replica da parte di altre associazioni o persone citate o non esiste o non l'ho trovata (metto la replica per dovere di di par-condicio)lascio a voi credere all'una o all'altra versione

Noi, Missionari Saveriani, presenti ed operanti in R.D.Congo ci sentiamo sconcertati alla lettura del rapporto redatto dagli esperti dell’Onu, quale è stato presentato in questi ultimi giorni dai mass media, là dove chiama in causa due nostri confratelli.
Questo documento di natura strettamente confidenziale e non destinato all’uso pubblico, - “strictly confidential, not for dissemination”, come recita fin dalla sua prima pagina - inspiegabilmente è stato già messo nelle mani di tutti i mass media internazionali.
E questo secondo un procedimento ormai consolidato che toglie alle legittime istanze la competenza della verifica di eventuali accuse per trasferirla alla pubblica piazza mediatica dove ogni accusato è già per se stesso colpevole.
È per rifiuto di questo metodo che i Missionari Saveriani hanno evitato di rispondere subito alle accuse di questa che considerano una bozza non ufficiale.
D’altra parte, chi ben ci conosce, e in particolare le popolazioni presso cui operiamo, ha già saputo giudicare della veridicità delle accuse stesse
Allo stesso tempo denunciamo la sommarietà, l’imprecisione e quindi la falsità tendenziosa di questo rapporto e dell’interpretazione delle cosiddette prove apportate e ci meraviglia che dei giornali che si dicono seri diano loro credito senza verificarle.
In particolare questo documento, al n.120,accusa il nostro confratello p. Pier Giorgio Lanaro “di essere a capo di un gruppo, facente parte della Chiesa cattolica italiana, legato a delle unità FDLR basate in RD Congo”.
A tale accusa noi dichiariamo che i cosiddetti cattolici d’Italia sono semplicemente degli amici personali di p.Lanaro, che da vari anni ricevono da lui delle lettere circolari nelle quali egli racconta della sua vita missionaria.
Si tratta di persone di buona volontà, fra l’altro non esclusivamente cristiani praticanti, che si lasciano interpellare da situazioni di sofferenza e di miseria, fra cui quella in cui vivono attualmente i rifugiati ruandesi, e che reagiscono in conseguenza.
Per quanto concerne gli scambi epistolari di p. Lanaro con Ignazio Murwanashaka, diciamo che sono nati per un bisogno di ricerca della verità e della giustizia, a proposito di notizie allarmanti apprese dai media.
Come prete operante fra la popolazione congolese, p. Lanaro voleva conoscere la verità sui massacri ed altri delitti, fra cui alcunidi natura economica, in particolare i saccheggi delle risorse minerarie della RD Congo, attribuiti ai FDLR e descritti dalla stampa internazionale.
E qui denunciamo l’inganno utilizzato contro p. Lanaro da un sedicente prete italo-americano, prezzolato da un’organizzazione non meglio definita, un sedicente “Francesco-Vittorio” (che d’altronde si firma “Francisco”) per ottenere indirizzi, contatti, nomi, emails, numeri di cellulare.
Senza dubbio il gruppo di esperti utilizzando tali contatti ripone piena fiducia in quest’uomo che, con ogni verosimiglianza, appare implicato nel movimento di ribellione armata più di ogni altro (cfr. annessi).
Infatti, questo sedicente prete ha maliziosamente introdotto il tema di aiuti finanziari destinati ai FDLR, e che dovevano pervenire nelle mani del sig. Ignazio Murwanashaka, mentre p. Lanaro chiedeva soltanto aiuti umanitari per i rifugiati ruandesi, di cui egli conosce a fondo la miseria estrema, soprattutto nell’attuale congiuntura. Appare chiaro che questo signore, che si presentava come prete, perseguiva il suo intento machiavellico di trascinare p. Lanaro in un ingranaggio di cui egli controllava perfettamente il funzionamento. Infatti, una volta informato su tali contatti -che d’altronde gli erano stati forniti fin dai primi momenti - è scomparso definitivamente, trincerandosi dietro motivazioni assolutamente derisorie. Fra l’altro p. Lanaro gli aveva comunicato anche il nome di p. Franco Bordignon, economo della nostra congregazione, come quello di un referente che avrebbe potuto ricevere il denaro destinato ai rifugiati, e che doveva essere inviato attraverso la Western Union, un’istituzione internazionale di trasferimento di denaro, e non attraverso la West Bank (oltretutto inesistente a Bukavu)
Notiamo che il conto di cui fa allusione il numero 123 del rapporto degli esperti dell’ONU è esso pure inesistente. Insomma, mettendo insieme le cose, ci riteniamo autorizzati a concludere che gli esperti dell’ONU si sono fidati di e-mails ottenuti in malo modo, senza verificarne l’esattezza del contenuto.
Ci sentiamo quindi altamente meravigliati di constatare che il nostro economo, p. Franco Bordignon, è accusato, non in base di una qualsiasi trasgressione compiuta, ma solo a causa dell’incarico che egli svolge in nome e al servizio di tutta la congregazione saveriana. Oltrettuto è evidente che egli non può essere al corrente di tutte le iniziative personali di tutti i confratelli. Allo stesso n. 123 del rapporto degli esperti dell’ONU, l’accusa rivolta contro p. Lanaro dell’appropriazione arbitraria indebita di fondi raccolti in Europa dalla sua congregazione per i profughi ruandesi, e che egli invece avrebbe utilizzato per sostenere l’organizzazione militare dei ribelli, è assolutamente infondata.
Appare evidente una manipolazione quando si identificano i beneficiari di questo aiuto.
Là dove p. Lanaro parla dei “miei amici che si sono rifugiati sulle montagne” gli esperti dell’ONU parlano di gruppi FDLR armati che si sarebbero trincerati sulle montagne. Ora, come prete che ha vissuto a lungo in mezzo ai rifugiati, p. Lanaro parla di famiglie (donne, bambini, anziani) che egli conosce e con le quali ha stretto legami di amicizia.
E’ per aiutare queste categorie a rischio di persone rifugiate e, di cui l’ONU con tutti i suoi organismi a ciò preposti non si preoccupa, che P. Lanaro ha dato la somma di 2000 dollari per comperare dei teli per coprire le capanne improvvisate e per medicinali. Noi esigiamo che l’intervento di persone competenti e preoccupate della verità possa chiarire definitivamente la natura di tutte le accuse rivolte contro i nostri confratelli, in vista di ristabilirne l’onorabilità che questo rapporto pretende compromettere.
Ciò anche perché tali accuse fantasiose possono mettere a rischio l’incolumità stessa dei confratelli accusati e non solo, oltre che condizionare la loro opera in favore dei più deboli.
Non basta accusare chi da anni, senza nessun fine politico o interesse personale e a volte a rischio della sua stessa vita, cerca di sollevare con i poveri mezzi a disposizione l’enorme sofferenza di intere popolazioni del Congo, per coprire il fallimento della costosa missione dell’ONU con i suoi intrallazzi e alleanze.

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