mercoledì 3 aprile 2013

L'astronauta di Palenque

Su una pietra tombale maya ritrovata nel Tempio delle Iscrizioni di Palenque, nello stato messicano del Chiapas,
è ritratta una figura umana in una posa che ricorda quella di un viaggiatore spaziale intento a pilotare un veicolo a razzo.
L'uomo sembra impugnare i comandi di guida, e nella parte posteriore del veicolo compare una struttura (un motore) da cui fuoriescono quelle che appaiono essere fiamme.
Altri dettagli suggeriscono la presenza di un sedile, di un apparato di respirazione e di una struttura esterna affusolata che ben si concilia con l'aspetto di un veicolo a razzo.

Negli anni ’50 una spedizione condotta dall’archeologo Alberto Ruz Lhuillier scoprì, quasi per caso.
Un gruppo di rovine abbandonate da secoli e che la vegetazione, nonché pietre e detriti, avevano coperto quasi completamente.
La spedizione condotta di Ruz si occupò per mesi di questa importante scoperta, ma alla fine i risultali furono veramente sorprendenti.
Intanto all’interno della piramide venne rinvenuto un sarcofago di pietra rossa ricoperto da un’imponente lastra, sempre di pietra, che fu possibile alzare solo dopo il ricorso a tecniche modernissime. Dentro il sarcofago fu rinvenuto lo scheletro di un uomo alto 1 metro e 73 centimetri con il volto coperto da una maschera di giada. Di chi fossero questi resti è tuttora un mistero: certamente si trattava di un gigante se pensiamo che l’altezza media dei maya era sull’ordine del metro e 50 centimetri.
Di sicuro si trattava di un personaggio di tutto rispetto se a tutt’oggi questa rimane l’unica sepoltura rinvenuta in una piramide americana, e in America del Sud le piramidi finora scoperte sono molte.
La cosa che però fece più impressione, non appena la si poté osservare con calma, resta senz’altro la grossa lastra di pietra che copriva il sarcofago.
Per interpretarla furono usate le più varie e cervellotiche ipotesi, ma nessuna che fosse soddisfacente.
L’unica che, una volta osservata un’immagine della pietra, fosse plausibile è senz’altro quella che sembra anche la più incredibile, l’ipotesi della capsula spaziale…!
Infatti il personaggio raffigurato porta un casco e guarda in direzione della prora.
Le sue mani sembrano manovrare delle leve, la testa pare appoggiata su un supporto e nel naso penetra un inalatore.
Inoltre, per finire, dalla parte posteriore della “navicella” fuoriescono delle fiamme.
Ovviamente tutto questo appare incredibile poiché si tratta di un reperto archeologico risalente a più di 1000 anni fa, ma basta osservare la pietra tombale per rendersi conto che la spiegazione più incredibile e anche la più soddisfacente.
Certamente pensare ad antichi mava scorrazzanti su razzi spaziali non è facile da dirigere, ma tuttavia la piramide e la lastra di pietra di Palenque sono ancora là a ricordarci che molte volte la realtà è più incredibile della più incredibile fantasia.

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