venerdì 5 aprile 2013
Il teatro greco di Siracusa
Il Teatro Greco di Siracusa, tra i fianchi rocciosi del Colle Temenite, un po’ distante dal centro di Siracusa è uno dei più belli che l’antichità ci ha lasciato in eredità. La cavea è rivolta verso il mare e l’intero teatro ancora oggi dà spettacolo.
Sotto i Romani (I-V sec d. C.) l’edificio teatrale venne ulteriormente modificato per consentire l’effettuazione di alcune rappresentazioni e spettacoli tipici del mondo romano.
Purtroppo le sciagurate spoliazioni effettuate nella prima metà del XVI sec., allorché sotto Carlo V si provvide a smantellare la porzione superiore della cavea e la scena per farne materiale edile da destinare alla fortificazione di Ortigia, hanno gravemente e irrimediabilmente alterato e danneggiato l’edificio nella sua identità strutturale.
La costruzione del Teatro di Siracusa iniziò nel lontano V secolo a.C.
L’architetto era un certo Damocopos detto Myrilla (questo appellativo deriva dal fatto che nel giorno dell’inaugurazione avesse fatto spargere degli unguenti “myroi”).
Da subito il teatro ebbe grande importanza per l’attività teatrale. Anche Eschilo vi rappresentò “Le Etnee”, (nel 456 a. C. circa) un’opera scritta per celebrare la rifondazione di Catania, e “I Persiani”.
Inizialmente questo teatro non aveva ancora la forma semicircolare, ma era composto da tre gradinate disposte a forma di trapezio.
Nel corso degli anni sono tanti gli autori che hanno citato l’antico teatro nelle loro opere a cominciare da Diodoro Siculo fino a Plutarco.
Tra il 238 e il 215 a. C. il teatro venne interamente ricostruito con la sua caratteristica forma a ferro di cavallo, tipica della cultura ellenica.
La ricostruzione fu guidata da Ierone II che tenne conto della forma del vicino colle e fece in modo di sfruttarne al massimo l’acustica.
Una delle caratteristiche dei teatri greci è quella di offrire un eccezionale panorama e quello di Siracusa non è da meno offrendo una gradevole vista sul Porto della città e sull’Isola di Ortigia, parte più antica di Siracusa.
La cavea del teatro, così come progettata da Ierone II, è una delle più grandi del mondo greco ed originariamente contava 67 gradini, in maggioranza scavati nella roccia, e 9 settori. Sulla recinzione sono incisi i nomi delle divinità e i nomi della famiglia reale. Originariamente l’orchestra era delimitata da un grande euripo (un canale scoperto)
oltre il quale vi era l’inizio dei gradini.
La parte scenica di questo magnifico teatro è ormai quasi del tutto scomparsa e restano visibili solo i tagli realizzati nella roccia. Sempre durante questo primo periodo sotto l’orchestra vi era un passaggio che permetteva agli attori di scomparire o apparire e vi era anche un solco per il sipario.
Molto probabilmente la statua di una cariatide che si trova nel Museo Archeologico regionale Paolo Orsi apparteneva alla scenografia di questo teatro.
Al di sopra del tetto del teatro si trova una terrazza, anch’essa scavata nella roccia, alla quale si può accedere tramite una gradinata e ad una nota strada, “via dei sepolcri”. In origine su questa terrazza si trovavano un grande portico e una grotta, all’interno della quale si trovava una vasca nella quale si depositava l’acqua di un antico acquedotto che serviva l’intero teatro.
Questo insieme era identificato come il Mouseion o “Santuari o delle Muse”.
Numerosi e sostanziali modifiche furono apportate al teatro con l’arrivo dei romani. La cavea venne modificata in forma semicircolare (tipica dei romani) e furono realizzati dei corridoi che portavano all’edificio scenico. Anche la scena fu ristrutturata e fu costruita una nuova fossa per il sipario.
Successivamente vi furono altre modifiche che consentissero al teatro di ospitare anche i combattimenti dei gladiatori.
Dopo i romani lo splendente teatro fu abbandonato e nel 1526 subì gravi saccheggi da parte degli spagnoli che utilizzarono i grossi massi di pietra per costruire le fortificazioni intorno all’isola di Ortigia.
Dopo la seconda metà del 500 il marchese di Sortino, Pietro Gaetani, riattivò a proprie spese l’acquedotto e istallò diversi mulini sulla cavea dei quali è ancora oggi visibile la “casetta dei mugnai”. Alla fine del 700 rinacque l’interesse per il teatro che continuarono anche per il secolo successivo, studi, ricerche e ristrutturazioni che donarono al teatro l’antico splendore.
Dal 1914 l’Istituto Nazionale del Dramma Antico (INDA) inaugurò, nell’antico teatro, le rappresentazioni annuali di opere greche che continuano tutt’oggi.
Il Teatro Greco di Siracusa è uno dei più belli di tutti quelli che l’antica cultura ellenica, e non solo, ci ha lasciato. Un teatro che mostra fiero il tempo che è passato, mostra i segni delle diverse dominazioni, testimonia i diversi modi di vivere e di interpretare gli spazi ma soprattutto è lì a testimonianza dell’amore per il bello e per l’arte che hanno caratterizzato le due culture più importanti del mondo: quella greca e quella romana. Non serve essere un appassionato d’arte per visitare il Teatro Greco l’importante è avere ancora voglia di stupirsi.
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