mercoledì 3 aprile 2013

IL COLORE


Il bambino può sentire attraverso il colore che cosa i colori han da raccontare all’uomo, poiché in essi c’è un mondo intero. Ma gli si dà anche modo di vivere che cosa i vari colori hanno da dirsi fra loro, cosa dice il verde al rosso, il blu al giallo, il blu al verde e il rosso al blu.

Sono meravigliosi i rapporti dei colori l’uno con l’altro! In questo modo non si presentano al bambino simboli astratti o allegorie, ma si fa tutto con arte.

Allora sì che il bambino, sull’onda dell’esperienza artistica, si metterà di buona lena a formare immagini sulla carta, si divertirà a far saltar fuori le lettere a partire dalle figure, proprio come hanno fatto gli uomini nel corso dei millenni partendo da una scrittura in immagini.

Rudolf Steiner, Arte dell’Educare Arte del Vivere

 LA PITTURA
A due anni un bambino in laboratorio sperimenta i colori, si sporca le mani, sente la consistenza del colore tra le dita. Usa i fogli che ha a disposizione per vedere il colore che si deposita sul foglio. Verso i tre anni invece, usa il foglio per disegnare, dà un nome a quello che disegna, anche se sono ancora forme confuse, in testa c’è l’idea di creare e quando il bambino è soddisfatto e termina il lavoro descrive ciò che ha disegnato. Inizia a disegnare in forme circolari grossolane le persone che conosce, principalmente la mamma e il papà. Crescendo i bambini modificano il modo di approcciarsi alle attività. Se le prime volte che entrano in laboratorio i bambini sono curiosi di scoprire i materiali, di vedere cosa succede con i pastelli se spingono forte sul foglio, non mettono molto impegno nel creare, ora sono più interessati a vedere cosa disegnano. I bambini intorno ai tre anni, fanno capire di essere presenti nel mondo e lo fanno anche disegnando.

L’attività in laboratorio, parlando della pittura, viene proposta come sempre, mettendo grandi fogli alle pareti e sul tavolo per dare al bambino molto spazio per disegnare. Durante l’attività il bambino è libero di sperimentare, disegnando sui fogli con il pennello o con le mani, ma sicuramente l’educatrice noterà la differenza con le prime visite in laboratorio, quando l’attenzione del bambino è tutta per i colori e per la consistenza della tempera. Ora il bambino prova a disegnare, lascia la traccia sul foglio e in alcuni casi si arrabbia se altri disegnano sul suo disegno.Prima invece anche se più bambini coloravano lo stesso foglio tutti erano rapiti da quello che succedeva sulla carta mischiando i colori.

Quando succede questo l’educatrice ha un ulteriore spunto per modificare l’attività. Al prossimo passaggio in laboratorio per la pittura, prima di iniziare chiederà ad ogni bambino dove vuole mettere il foglio, se sul tavolo o sulla parete, in modo che ogni bambino abbia il suo “esclusivo” spazio per disegnare.

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