lunedì 8 aprile 2013

Fragile e in difficoltà, la rondine torna al tetto



Sono già diversi anni, ormai, che sappiamo come il destino e il futuro delle rondini stia diventando ogni anno più difficile: questo uccellino dal canto inconfondibile, simbolo per eccellenza dell’arrivo della primavera, come tanti altri animali subisce a vario titolo gli effetti della presenza dell’uomo e della sua impronta sempre più profonda ed incisiva su territorio ed ambiente.
 In particolar modo, a partire dagli anni ’70, la povera rondine si è trovata a fronteggiare e a patire le conseguenze sia dirette sia indirette delle numerose trasformazioni che il nostro pianeta ha conosciuto negli ultimi decenni: da una parte il suo habitat è stato totalmente alterato dall’introduzione tanto del cemento quanto dei rinnovamenti nel campo agricolo, dall’altra i cambiamenti climatici che stanno interessando l’Africa, e quell’area tropicale posta a sud del deserto del Sahara dove questi uccelli si dirigono per svernare, lasciano sempre più disorientate e indebolite queste fragili creature.
Le trasformazioni dell’habitat hanno portato grossi problemi al popolo delle rondini: un popolo che, secondo le stime elaborate da BirdLife International e riportate dalla LIPU, tra il 1970 e il 1990 si sarebbe ridotto del 40%. Innanzitutto, l’intensificazione dell’agricoltura nei nostri territori ha comportato l’eliminazione dei tanti piccoli rifugi di cui gli uccelli si servivano per ristorarsi quando tornavano dal proprio lunghissimo viaggio attraverso il deserto, il Nord Africa e il Mediterraneo: siepi, fossi, prati e canneti che servivano allo scopo di offrire un ricovero dove le rondini potessero trovare il nutrimento sono andati sempre più scomparendo, mentre un massiccio uso di pesticidi ha causato sia danni diretti alla salute dei volatili, sia problemi con l’approvvigionamento, dal momento che tali sostanze attaccano gli insetti di cui essi si cibano. Unito a ciò, la ristrutturazione degli edifici rurali, in particolar modo delle stalle, ha causato la perdita di uno dei luoghi più adatti in assoluto alla nidificazione: un fenomeno che ha causato l’allerta di molti comuni d’Italia che, già da tempo, si sono attivati con delibere il cui obiettivo è salvaguardare gli spazi delle rondini.

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