venerdì 5 aprile 2013

Cimitero degli elefanti: un mistero ancora irrisolto



Da anni si sente parlare di cimiteri degli elefanti, ossia di luoghi dove i pachidermi andrebbero a morire quasi guidati da uno strano senso di appartenenza al territorio in cui sono nati. Sono stati anche scritti diversi libri in materia, con materiale fotografico e di altro genere raccolto per testimoniare dove si trovino questi misteriosi luoghi, ma nessuno è ancora riuscito a convincere gli zoologi con prove inconfutabili.
 Di sicuro questi enormi mammiferi, che dominano la savana africana senza temere i feroci branchi di leoni e di iene, hanno un rapporto particolarissimo con la morte e sembrano vegliare i loro simili gravemente feriti fino al momento del trapasso.
Le prime voci sui cimiteri degli elefanti provengono dalle tribù autoctone di cacciatori, come i Masai in Kenia e Tanzania. Raccontavano che tutti gli elefanti, quando era giunta la loro ora, tornavano nel luogo in cui erano nati per morire e che questi luoghi impervi fossero gli stessi da secoli. Tanti furono allora cacciatori o avventurieri che si lanciarono nella ricerca dei presunti cimiteri, alcuni per curiosità, altri bramando di trovare una miniera di avorio da trafficare.
Ma mai nessuno è riuscito a scovare questi luoghi o, se lo ha fatto, non se ne ha notizia. 
E’ stato invece provato e accertato lo stranissimo rapporto con la morte di questi pachidermi: gli elefanti si stringono sempre intorno ai compagni morenti, sforzandosi di sostenerli fino alla fine, quasi volessero prolungare ancora la sua vita. Inoltre quasi sempre, quando un elefante muore, gli altri ne ricoprono il corpo con foglie e rami, come se volessero dargli una degna sepoltura. Quest’ultimo comportamento è stato spiegato da alcuni etologi come una semplice strategia evolutiva per evitare il diffondersi di virus e malattie attraverso l’esposizione dei cadaveri all’aria aperta. Gli elefanti sono i mammiferi più grandi della terra e il loro unico nemico naturale è l’uomo, così come avviene per i mammiferi più grandi degli oceani, le balene.
La ricercatrice Rennie Bere, nel suo libro ‘The African Elephant’, ha descritto l’episodio di una femmina di elefante che si rifiutò di abbandonare il cadavere del suo piccolo, trasportandolo per giorni sulle proprie zanne. Uno dei sovraintendenti parco nazionale di Aberdares. Bill Woodley, raccontò di aver osservato elefanti difendere per tre giorni un loro compagno ucciso dai bracconieri.
Le località dei cimiteri degli elefanti rimangono quindi un segreto, e forse è meglio così, per conservare intatto un comportamento tanto misterioso quanto quasi umano. Oltre che negli elefanti, comportamenti di solidarietà verso i propri simili feriti o morenti sono stati infatti registrati anche in altri animali più comuni, come cani e gatti. Possiamo quindi abbandonare una visione troppo antropocentrica e ammettere che anche i nostri amici a quattro zampe mostrano dei sentimenti pari, se non superiori, ai nostri

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