mercoledì 13 marzo 2013
Lettera di un bambino mai nato
LETTERA DA UN BAMBINO MAI NATO
Ciao. Mi chiamo… Anzi non mi chiamo.
Sono troppo piccolo per avere un nome.
Ho appena qualche settimana di vita.
La mamma non si è ancora accorta di me.
Semplicemente, percepisce in lei qualcosa di diverso, ma non immagina cosa possa essere: improvvisi sbalzi d’umore, capogiri, eccessiva stanchezza.
Non sa che io sono dentro di lei.
Poi, realizza il fatto di avere un ritardo, e si spaventa.
La mamma è giovane.
Va ancora a scuola.
Percepisco la sua angoscia, e mi ferisce la sua speranza della mia inesistenza. Continua a ignorare la cosa, a voler credere che io non esista.
Oggi però ha finalmente trovato il coraggio di scoprire la verità: adesso sta entrando in farmacia per acquistare un test.
Si rivolge al farmacista timidamente, parlandogli a bassa voce.
Temo che si vergogni di me.
Torna a casa. Chiudendosi in bagno, affronta la realtà: prende il test fra le sue mani, e dopo qualche istante comprende che c’ero, che esistevo.
Mi ha profondamente colpito la sua disperazione: avvertivo il suo dolore, unito al mio che cresceva man mano per la sua infelicità.
Perché non mi vuoi, mamma? Non piangere, tranquilla.
Ci sono qui io che ti voglio bene.
Adesso prende il cellulare.
Sta facendo uno squillo a papà.
Non so cosa gli stia dicendo, ma la mamma si arrabbia molto con lui, grida, gli urla che io non sono un dente cariato da estirpare: sono un essere umano! Dice che non può tirarsi indietro, fingere che la cosa non esista, perché che lo voglia o no, lui è mio padre.
La mamma è così piccola ancora, fragile, ha bisogno del sostengo morale di papà, soprattutto per dare la notizia ai nonni.
Invece si trova costretta ad affrontare ogni cosa da sola, perché lui non vuole saperne di me.
Papà, quando la mamma ha saputo di me è scoppiata in lacrime, tu addirittura vuoi buttarmi via: perché non mi volete?
Cosa vi ho fatto di male? Sono solo un bimbo innocente.
Ora la mamma lo sta dicendo alla nonna.
Nonna, cosa fai? Perché le hai dato uno schiaffo?!?
Cosa c’è di tanto cattivo in me, che non deve nascere?
Mamma tranquilla, andrà tutto bene.
Non intristirti perché hai litigato con la nonna.
Vedrai, le passerà.
Andrà tutto bene.
Sono passati cinque giorni.
Ora ho cinque giorni di vita in più.
Che bello, non vedo proprio l’ora di nascere, di imparare a camminare, a parlare, a correre.
Voglio che mi insegni tutto quello che sai, mamma. E non importa se papà non mi vuole, magari con il tempo cambierà idea.
Per adesso mi basti tu.
E’ così bello addormentarsi con te, mammina, svegliarsi con te, accompagnarti in ogni gesto che fai.
E’ così bello vivere in te, crescere in te, nutrirsi lentamente in te, grazie a te. Mi trovo così bene,qui,nel tuo ventre:percepisco tutto il tuo amore che, superato il trauma iniziale, si alimenta di giorno in giorno.
All’inizio eri spaventata, è vero, ma ora sento che stai iniziando ad amarmi. Chissà, forse un giorno anche papà mi vorrà bene.
Sono coccolato qui,in te,protetto,ogni sostanza importante mi viene fornita attraverso la tua bocca.
Io non devo fare neanche lo sforzo di pensare cosa sia giusto per la mia crescita, e cosa no, perché pensi a tutto tu, mamma.
Mi trovo così bene qui, che quasi quasi mi dispiace venire al mondo, distruggere questa realtà così semplice, pura ed autentica che mi sono costruito.
Ben presto voi grandi inizierete con le vostre stupidaggini, mi riempirete la testa delle solite chiacchiere
Avrò appena imparato a camminare quando vorrete già che io sappia correre. Avrò appena imparato a leggere, quando già pretenderete che diventi avvocato.
Avrò appena imparato a baciare una ragazza, quando già vorrete consigliarmi la giusta moglie da prendere.
Ma quello che mi dispiace di più, è sapere che un giorno anche io diventerò come voi.
Acquisterò la vostra malizia, il vostro modo contorto e inutile di vedere la vita, mi serviranno i soldi, stupidi pezzi di carta che rovinano i sentimenti.
Ma in fondo non importa
Sono contento di nascere, di scoprire il mondo.
Vedrai, ci divertiremo insieme, mamma.
Ora stiamo entrando in uno studio medico
Non piangere, mamma.
Ci sono qui io che ti voglio bene.
Vedo il dottore, molte macchine e tanti infermieri.
Sei già curiosa di sapere se sarò un maschietto o una femminuccia?
Eppure tu continui imperterrita a singhiozzare.
Cos’è?
L’emozione di sapere il mio sesso?
Continui a ripetere, accarezzandoti il ventre “perdonami, bambino mio”. Perdonarti di cosa?!
Perché dovresti avere bisogno del mio perdono? Cosa stai facendo, per chiedermi scusa?
Sento un dolore, una specie di ago che invade il mio piccolo mondo perfetto. Ho capito tutto.
Le mie cellule strappate dalla tua carne.
Ora capisco che tu non mi insegnerai mai a camminare, a parlare.
Io non verrò mai al mondo
Non piangere mamma, io ti perdono.
Chissà se esiste un paradiso per i bimbi mai nati.
Addio mamma
Avremmo avuto tanto amore da darci.
Addio.
Con affetto Il tuo bambino senza nome.
di Oriana Fallaci
Un libro che mi ha sempre toccato più che profondamente...
RispondiEliminaAdoro Oriana Fallaci..
Mi piacerebbe prendeste in considerazione anche il mio blog http://rockmusicspace.blogspot.it/..
Ne avevo già parlato, ma forse non rientra nei vostri interessi e me ne dispiace.
Mi fareste cosa gradita ci scambiassimo le iscrizioni.
Non vorrei perdervi,
Un abbraccio e buona mattinata!
Scusa Nella non avevo visto il precedente messaggio, ne parlo con la mia socia
RispondiEliminae ti faccio sapere ma sono quasi convinta che accetterà c'è un solo problemiome si fa hahha (sulle cose tecniche siamo molto scarse)Buona vita e a risentirci
Buona serata Nella
RispondiEliminaVorrei innanzitutto farti i complimenti per il tuo bellissimo blog.Io ed Ambra saremmo ben liete di averti tra i siti amici e naturalmente tu potrai mettere il nostro blog sul tuo...solo che non lo abbiamo mai fatto e avremmo bisogno di una spiegazione.
Rimaniamo in attesa...un abbraccio