venerdì 29 marzo 2013

Le erbe medicinali dei nostri nonni

Si sta avvicinando la stagione migliore dell’anno, per andar a cercare le erbe spontanee (da metà Marzo fino alla fine di Aprile).
Il contatto con la natura e la soddisfazione di cucinare qualcosa di buono, salutare e con gusti che appartengono alla tradizione passata, attraggono un numero
 sempre maggiore di appassionati. 



Il Taraxacum officinale è una delle piante erbacee selvatiche commestibile più note, facilmente reperibile nei prati e nei pascoli di tutto il nostro paese, nei luoghi incolti, lungo i bordi delle strade.
Le foglie hanno forma oblunga e presentano il margine seghettato o dentellato (da cui deriva appunto il nome di dente di leone). Si riconosce facilmente dai suoi fiori giallo intenso che lasciano presto il posto a globi soffici e piumosi chiamati soffioni.
Originariamente il tarassaco era diffuso in Europa, Asia centrale e settentrionale, Africa e America boreale.
Attualmente si trova in tutte le regioni temperate e fredde del pianeta; vegeta diffusamente e spontaneamente nei prati , nei campi, lungo le strade, nei cortili.
Il sapore di quest’erba è amaro, tonico, gradevole.
Si raccoglie in primavera prima che fiorisca, quando il primo sole tiepido comincia ad accarezzare i campi, ed è proprio allora che la sua azione depurativa è utile per il fegato quasi sempre un po’ intossicato dalla vita invernale.
Chi ha un sistema immunitario indebolito può trovare nel tarassaco un efficace alleato, grazie alla specifica sinergia tra l’acido caffeinico e taraxinico
Secondo una recente ricerca il tarassaco fresco possiede un’importante attività antivirale, efficace sia sulle comuni infezioni delle vie respiratorie sia sui processi infiammatori generali.
È, inoltre, una delle migliori fonti di pro vitamina A e anche di manganese, sostanza che agisce sulla capacità di eliminare le tossine, favorendo la diuresi.
Il consumo di tarassaco è dunque indicato alle persone gracili, intossicate.
Che si ammalano facilmente


  

Il tarassaco viene usato sia dalla cucina sia dalla farmacopea popolare.
La terapia a base di foglie o radici di tarassaco è chiamata "tarassaco terapia".
È una pianta di rilevante interesse in apicoltura, che fornisce alle api sia polline sia nettare.
Uso culinario Il tarassaco è usato per preparare un'apprezzata insalata primaverile depurativa, sia da solo che con altre verdure.
In Piemonte, dove viene chiamato "girasole", è tradizione consumarlo con uova sode durante le scampagnate di Pasquetta.
Anche i petali dei fiori possono contribuire a dare sapore e colore a insalate miste.
I boccioli sono apprezzabili se preparati sott'olio.
I fiori si possono preparare in pastella e quindi friggere.
Le tenere rosette basali si possono consumare con soddisfazione sia lessate e quindi condite con olio extravergine di oliva, sia saltate in padella con aglio (o ancor meglio con aglio orsino).

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