mercoledì 27 marzo 2013

Il vizietto non si perde mai.....

La Boldrini inizia coi giochi di palazzo per favorire Sel
Addio all’imparzialità sventolata

Non c’è voluto molto a quanto pare per far emergere l’anima Sel che c’è dentro al Presidente della Camera Laura Boldrini, sono bastati appena dieci giorni. Probabilmente un’azione che passerà nel silenzio, se non per gli addetti ai lavori.
Ma facciamo un passo indietro.
L’articolo 5 del regolamento della Camera dei Deputati prevede che nell’Ufficio di Presidenza debbano essere rappresentati tutti i gruppi parlamentari esistenti all’atto della sua elezione.
Come spesso è accaduto in passato, dopo l’elezione di segretari, questori, vicepresindenti..alcuni gruppi sono rimasti fuori dai giochi delle nomine: in questo caso specifico il gruppo della Lega Nord e il gruppo Misto.
La Boldrini ha indetto, come prassi vuole, per domani l’elezione dei rappresentanti mancanti, solo che anzichè annunciare che ci sarebbe stata l’elezione di due segretari dell’ufficio di Presidenza, ne ha annunciati tre.
Ora viene spontaneo chiedersi come mai se i gruppi non rappresentati siano due gli eletti debbano essere tre.
Semplicissimo, il terzo spetta a Sel.
La Boldrini sostiene che il gruppo capitanato da Nichi Venedola non sia rappresentato nell’ufficio di Presidenza, strano….e io che pensavo che a Sel fosse spettata la Presidenza della Camera!
Ma non è finita, la terza carica dello Stato cita anche un precedente a suo favore.
Seduta n. 2 del 6/6/2001 Proclamo eletti segretari i deputati Tarditi, Buontempo, Deodato, Luciano Dussin, Mazzocchi, Trupia, Alberta De Simone e Giovanni Bianchi (Generali applausi).
Poiché nell’Ufficio di Presidenza testè eletto non sono presenti rappresentanti del gruppo CCD-CDU Biancofiore e del gruppo Misto, occorrerà procedere alla necessaria integrazione, ai sensi del comma 4 dell’articolo 5 del regolamento, che avrà luogo nella seduta di mercoledì 13 giugno, con inizio alle 10.
Nel porgere il mio saluto ai membri dell’Ufficio di Presidenza appena eletti, ricordo che l’Ufficio stesso si riunirà immediatamente nella biblioteca del Presidente.
Quando Casini era Presidente della Camera si verificò una situazione più o meno simile a quella odierna.
Anche lui nominò un segretario Udc ma con la sostanziale differenza che Casini non era iscritto al gruppo parlamentare del suo partito, ma bensì, una volta eletto si iscrisse al gruppo Misto.
Come è giusto che sia.
Perchè un Presidente dell Camera deve essere imparziale (almeno così dovrebbe essere, ma visti gli esempi delle ultime legislature, inizio a dubitarne).
Ora qualcuno potrebbe contestare il fatto che il Presidente della Camera è superpartes e quindi che non possa essere “contato” come membro di partito. Bene, allora che la Boldrini si iscriva al gruppo Misto e faccia eleggere anche un componente di Sel nell’ufficio di Presidenza.
In caso contrario non ci sono le condizioni per farlo.
Si verrà a creare un precedente che vincolerà i Presidenti che verranno.
Questo parte del richiamo al regolamento fatto ieri in aula da Elio Vito (Pdl): Sta per creare un nuovo precedente, che inciderà profondamente sulla natura e sulle funzioni, limitandole, del Presidente della Camera all’interno dell’Ufficio di Presidenza.
Il nuovo precedente consiste nel fatto che anche nel caso in cui il Presidente della Camera eletto faccia parte di un gruppo parlamentare politico – come è perfettamente nel suo diritto – qualora dalle elezioni non risulti eletto un altro rappresentante dell’Ufficio di Presidenza del gruppo parlamentare di appartenenza del Presidente, si dà luogo all’elezione suppletiva.
È questa, mi pare, la decisione che è stata presa nel corso della Conferenza dei presidenti di gruppo, che non so nemmeno se sia la sede idonea per una decisione del genere.
L’argomento che in quella sede è stato utilizzato, è che in questo modo si toglierebbe l’onere al Presidente della Camera di dover votare all’interno dell’Ufficio di Presidenza, senonché questa regola non è scritta; questa regola di potere e dover partecipare alle votazioni è stata ampiamente utilizzata dai Presidenti delle Camere, anche successivamente al cosiddetto precedente del 2001 – ricordo che giustamente il Presidente Bertinotti nel 2006 sostenne il suo diritto a partecipare alle votazioni all’interno del Ufficio di Presidenza e lo fece in un caso in cui c’era una situazione di contrasto e di parità – e quindi se noi ora decidiamo che il Presidente della Camera, pur essendo iscritto a un suo gruppo parlamentare, comunque non conta e, facendo parte dell’Ufficio di Presidenza, non conta nell’attribuzione a quel gruppo di un proprio rappresentante all’interno dell’Ufficio di Presidenza, è come se collocassimo il Presidente della Camera non a presiedere l’Ufficio di Presidenza, ma è come se lo collocassimo al di fuori dell’Ufficio di Presidenza.
Questo non è scritto nel nostro Regolamento, che prevede invece che l’Ufficio di Presidenza è composto dal Presidente della Camera, dai vicepresidenti, dai questori e dai segretari e che tutti i gruppi ne devono far parte.
Per non parlare della paladina dei tagli che non si fa problemi a nominare un nuovo segretario di Presidenza, per Sel questo ed altro.
Ma per lei il problema dell’imparzialità del suo ruolo non si pone. L’abbiamo scoperto in fretta.

di Silvia Conti © 2013 Qelsi

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