domenica 24 marzo 2013

I tarocchi

 

I tarocchi sono mazzi di carte da gioco la cui origine non è stata ancora dimostrata con certezza definitiva.
A tal riguardo, le teorie più diffuse ne indicano la nascita in Italia settentrionale nel periodo compreso tra la fine del Medioevo ed il Rinascimento.
Ma l'origine sarebbe molto più antica.
Cinese o Egizia I tarocchi sono formati da 78 carte, dette anche "lame", e sono costituiti da due gruppi: gli arcani maggiori e gli arcani minori.
Il primo gruppo è costituito da 22 carte illustrate con figure umane, animali e mitologiche, anticamente chiamate "trionfi" e, solo a partire dal XIX secolo, "arcani"; il secondo insieme consta di 56 carte suddivise nelle 4 serie di semi della tradizione italiana: denari, coppe, spade e bastoni (anche se, in alcuni casi, i nomi dei semi si adattano alla tradizione locale).
Ogni serie, costituita da 14 carte, include 4 figure, definite anche onori (fante, cavaliere, regina e re), e 10 carte numerali.
I tarocchi furono creati per un gioco di carte didattico, in particolare la sequenza dei trionfi fu pensata per l'insegnamento della dottrina cattolica; in seguito sono stati usati per diversi giochi di carte a scopo ludico.
A partire dal XVIII secolo, inizialmente soprattutto in Francia, i tarocchi sono stati usati a scopo divinatorio e sono diventati lo strumento più utilizzato nella cartomanzia.


Secondo alcune ipotesi storiografiche, sino al 1500 le carte furono soprannominate Ludus triumphorum.
Tuttavia, l'allusione ai Trionfi è da sempre controversa.
Sono state ipotizzate alcune possibilità: Un rapporto diretto con un'opera letteraria omonima, Triumphi, di Francesco Petrarca, le cui sei allegorie sono state spesso rappresentate in modo simile alle icone trionfali dei tarocchi: Trionfo dell'Amore = Amanti (Arcano VI), Trionfo della Castità = Temperanza (Arcano XIV), Trionfo della Morte = Morte (Arcano XIII), Trionfo della Fama = Giudizio (Arcano XX), Trionfo del Tempo = Eremita (Arcano IX), Trionfo dell'Eternità = Mondo (Arcano XXI); un rapporto con i carri trionfali che nel Medioevo accompagnavano le processioni carnevalesche. A partire dal 1600 circa, ovvero circa un secolo dopo la creazione del mazzo più antico oggi conosciuto (i Tarocchi milanesi classificati come Visconti-Sforza), in Italia fu utilizzato il termine tarocco (o tarocchi) la cui etimologia è tuttora oscura.
L'uso dei tarocchi come carte da gioco si trova ancor oggi in molte aree italiane e francesi. Il tarocco siciliano è ancora giocato in quattro paesi della Sicilia:Barcellona Pozzo di Gotto, Calatafimi, Tortorici e Mineo. A Bologna si usa il tarocchino bolognese, le cui regole originali sono conservate dall'Accademia del tarocchino bolognese. A Pinerolo si usa il tarocco ligure-piemontese. 
Oltre a questo tipo di passatempo, i Tarocchi furono utilizzati come giochi di abilità verbale.
Nelle lunghe serate a corte, infatti, non di rado si utilizzavano le figure per comporre frasi e motti che dovevano ispirarsi alle carte estratte ed i 22 Trionfi potevano anche essere abbinati (o appropriati, come si diceva) a persone e gruppi, specialmente gentildonne oppure note cortigiane.
Molti di questi sonetti sono giunti fino a noi: poesiole comiche, satiriche, mordaci, scritte solitamente in ambiente cinquecentesco.
Antoine Court de Gébelin che nel 1781 ricopriva da anni la carica di censore reale sotto Luigi XV.
Amico degli enciclopedisti Diderot e D'Alembert, degli scienziati Franklin e Lalande, dei teorici della rivoluzione Danton e Desmoulins e dell'eroe dell'indipendenza statunitense La Fayette, iniziati presso la loggia massonica Le Nove Sorelle della quale fu Maestro Venerabile per due anni.
De Gébelin scrisse sui Tarocchi, ai suoi tempi, di cui riportiamo una breve e significativa sintesi,:
“Se ci apprestassimo ad annunciare che, ai nostri giorni, sussiste un'Opera degli antichi Egizi sfuggita alle fiamme che hanno distrutto le loro superbe biblioteche, un'Opera che contiene la più pura dottrina degli egizi, chi non sarebbe impaziente di conoscere un Libro tanto prezioso, tanto straordinario! E se aggiungessimo che questo Libro è molto diffuso in gran parte dell'Europa, che da secoli va per le mani di tutti(....) riguardato come un mazzo di strane figure prive di senso!
Chi non penserebbe che scherziamo o che vogliamo approfittare della credulità degli ascoltatori? E tuttavia quanto sostengo è rigorosamente vero: questo Libro egizio, il solo rimasto delle loro superbe Biblioteche, esiste ai nostri giorni e, fatto stupefacente, esso è talmente comune che nessuno, prima di noi, ne aveva intuito l'illustre origine...questo libro è il gioco dei Tarocchi.”
La composizione dei Trionfi marsigliesi è questa forse la principale forma definitiva attualmente usata.
Molti tarocchi fantastici si ispirano a quelli marsigliesi.
Vale quindi la pena di darne una descrizione più accurata:
I)-Il Bagatto (le Bateleur). La parola ha origini latine e sta ad indicare "figura da poco", "bagatella", cosa di nessun conto.
Rappresenta un giovane uomo con un grande cappello e abiti vistosi, posto in piedi davanti a un tavolo, su cui figurano monete, vasetti, dadi, coltelli, una borsa. L'uomo regge nella mano sinistra un bastone dorato.
II) - La Papessa (La Papesse).
È forse una delle figure che ha dato luogo a maggiori discussioni, dal momento che nessuna donna ha mai avuto accesso al soglio di Pietro. In taluni mazzi è stata sostituita da Divinità o altre carte.
La donna ha un triregno in capo, è seduta su un trono ricoperto da un velo e ha in mano un libro aperto.
III) - L'Imperatrice (L'Imperatrice). Una donna in trono, con la corona in testa, ha in mano uno scettro col globo sormontato dalla croce (da sempre simbolo di impero).
Regge con la mano destra uno scudo con un'aquila araldica, e ha due ali aperte sulla schiena.
IV) - L'Imperatore (L'Empereur). Un uomo barbuto, seduto in trono di profilo, con una gamba incrociata sull'altra, regge uno scettro con la destra.
Sotto al Trono è appoggiato uno scudo con un'aquila araldica.La carta è evidentemente collegata col potere terreno.
V) - Il Papa (Le Pape). Seduto in posizione frontale, il Pontefice col Triregno regge un pastorale a croce con tre traverse.
Ai suoi piedi, di statura notevolmente inferiore, sono inginocchiati due chierici. Il Papa ha la barba canuta, probabile allusione alla sua saggezza.
VI) - L'innamorato (L'Amoreux). Sotto un grande cupido alato, pronto a scoccare la sua freccia, un giovane sta in piedi tra due figure femminili, una vestita più poveramente dell'altra. I critici sono concordi nell'identificare questa lama col mito di Ercole, che dovette scegliere tra Vizio e Virtù.
VII) - Il Carro (Le Chariot). Un carro visto in modo rigidamente frontale, è condotto da un giovane guerriero incoronato, mentre trattiene saldamente due cavalli, uno blu ed uno rosso, che tendono a scartare in posizioni opposte. VIII) - La Giustizia (la Justice). È questa una delle quattro Virtù cardinali citate nel mazzo, da cui manca la Prudenza.
Una donna in trono regge con la mano sinistra una bilancia dai piatti allineati, e con la destra una spada. Questo Trionfo contiene in sé l'idea di equilibrio e di punizione.
IX) - L'Eremita (L'Hermite). Un vecchio barbuto, appoggiandosi ad un bastone, avanza reggendo una lampada.
Non si può fare a meno di pensare a Diogene che, reggendo una lampada affermava di cercare l'uomo.
X) - La Ruota della Fortuna (La Roue de Fortune). Questa immagine, largamente conosciuta e rappresentata nel Medioevo, raffigura una ruota sormontata da una sfinge alata con corona e spada, con due esseri mezzo uomo e mezzo animale arrampicati ai suoi lati. Già in epoca medievale la Ruota era usata per ricordare la vanità delle conquiste e dei beni terreni.
XI) - La Forza (La Force). Una donna con un ampio cappello in testa chiude le fauci di un leone. È una delle quattro Virtù cardinali raffigurata nel mazzo.
XII) - L'Appeso (Le Pendu). Un uomo è appeso per un piede a un palo retto da nodose travi di legno.
La gamba libera è piegata verso l'interno. La carta raffigura una pena praticata realmente durante il Medioevo, sia dal vero sia in effigie, a chi si rendeva reo di tradimento.
Questo tipo di pittura, detta infamante, era solitamente affidata a mestieranti, ma a volte ad artisti di rilievo, come Sandro Botticelli e Andrea del Sarto.
XIII) - La Morte (a volte lasciata senza scritta) - Uno scheletro con una falce cammina in un campo cosparso di mani e di teste.
La figura è collegata con l'iconografia medievale del Trionfo della Morte molto diffusa nel Medioevo e nel Rinascimento, in cui uno o più scheletri si trascinano, in fila o in una danza macabra, regnanti, Papi e altri soggetti solitamente di alto livello sociale.
XIV) - La Temperanza (La Temperance). Altra virtù cardinale. Un Angelo con la veste bipartita in due zone di colore blu e rosso, versa un liquido da un'anfora all'altra reggendole entrambe con le mani.
XV) - Il Diavolo (Le Diable). Un essere cornuto dal viso sghignazzante, le ali di pipistrello, i seni femminili, i genitali maschili, le gambe caprine, sta in cima a un piccolo ceppo a cui sono legati due diavoletti.
Gli zoccoli e il ghigno osceno sono mutuati dalle classiche immagini greche del dio Pan.
XVI) - La Casa di Dio (La Maison Dieu). Una torre che ha come tetto una corona, viene scoperchiata da una lingua di fuoco, mentre due figure umane cadono al suolo e piccole sfere riempiono l'aria.
La costruzione evoca la Biblica torre di Babele, talmente alta che Dio punì gli uomini confondendo il loro linguaggio.
XVII) - La Stella (L'etoile). Con questa carta si abbandona il mondo umano e si entra in quello spiritualmente superiore.
Otto stelle, di cui la centrale molto più grande, sormontano una donna nuda che versa per terra acqua da due anfore. Sul fondo, un minuscolo albero su cui canta un piccolo uccello.


XVIII) - La Luna (La Lune). Seconda lama della serie degli astri la Luna splende rotonda in cielo ma con il volto raffigurato di profilo, mentre gocce colorate partono dalla terra verso di essa.
In primo piano un Gambero, legato zodiacalmente al segno del Cancro, esce da una pozza d'acqua.
Due cani ululano e due torri sullo sfondo sembrano custodire il paesaggio.
XIX) - Il Sole (Le Soleil). Un grande sole radiante sparge gocce su due gemelli ritti in piedi vicino a un basso muretto in mattoni.
XX) - Il Giudizio (Le Jujement). Un angelo esce da un nembo colorato suonando la tromba, mentre tre piccoli corpi sorgono da un avello Anche questa immagine, frequentissima nel Medioevo, può farsi risalire ai numerosi miti sulla fine del mondo presenti in molte religioni antiche.
Il più importante riferimento è certamente l'Apocalisse di San Giovanni, ultimo libro del Nuovo Testamento.
Questa carta corrisponde all'Angelo di altri mazzi da gioco.
XXI) - Il Mondo (Le Monde). La carta rappresenta una donna seminuda che regge due bastoncini nelle mani.
Essa è circondata da una mandorla di foglie, mentre ai quattro lati della carta compaiono i simboli Tetramorfi degli Evangelisti: un Angelo (San Matteo) un'Aquila (San Giovanni) un Toro (San Luca) e un Leone (San Marco).
La carta compendia, se pur in forma elementare due figure geometriche, il cerchio e il quadrato, che erano considerate il simbolo della perfezione.
Il Matto (Le Fou). La lama non è numerata e può essere inserita sia all'inizio sia alla fine del mazzo.
Un giullare girovago, col cappello a sonagli, che regge su una spalla un fagottino con le sue poche cose, si avvia verso una strada non meglio identificata, rincorso da un cane che gli sta lacerando una calza. Una figura analoga si trova nel tarocco del Mantegna, ma è chiamato il Misero.




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