giovedì 21 marzo 2013

Gerasa – Jerash



Gerasa, posta nell’omonima regione giordana, fu una città di fondazione ellenistica, sviluppatasi già durante il periodo alessandrino, ma con maggiore sviluppo durante il dominio romano. Nel corso del IV secolo la città divenne sede vescovile; l’ epoca bizantina non comporta mutamenti sostanziali, tranne ovviamente il fatto che nacquero numerose chiese e i precedenti edifici pagani furono chiusi al culto.

Gli edifici pubblici più importanti furono eretti tra I e II secolo d.C. Il complesso aveva due teatri, uno a sud, l’altro più piccolo a nord. Vi era poi un ampio complesso termale ad est e un ippodromo fuori dalla cinta muraria, forse di epoca severiana. All’epoca di Diocleziano risale anche un tetrapylon, che sorgeva la dove il cardo si incontrava col decumano, ed aveva funzione di mercato.

Teatro Sud

Teatro nord

Due templi, di Artemide a nord e di Zeus a sud, verso il V secolo non furono abbattuti, ma comunque chiusi al culto. 

 Tempio di Zeus

Un grande complesso ecclesiastico sorge a sud del tempio di Artemide: una cattedrale, dalla forma di basilica rettangolare, e un martyrion dedicato a San Teodoro.

Ad ovest della città sorgevano altre chiese: San Ginesio, e il complesso comprendente la chiesa di San Giorgio, San Giovanni Battista e Santi Cosma e Damiano. Il S. Giovanni Battista era la chiesa di mezzo, costruita nel 531 ed a pianta centrale. Il San Giorgio, chiesa sud, fu costruita nel 529 come dono di un benefattore, di forma basilicale con arcate sostenute da pilastri in muratura. La chiesa nord era quella dedicata ai Santi Cosma e Damiano, risalente al 533 e di forma simile al San Giorgio. Nel 530 fu eretta la Chiesa-Sinagoga, nel 540 la Chiesa di San Pietro e Paolo; nel 565 la Chiesa dei Propilei. Infine, nel 611, la Chiesa di Genesio, vescovo divenuto il più importante patrono delle arti di Gerasa, che erigeva chiese a sue spese.
 La città subisce un rapide declino nel corso del VII-VIII secolo, falcidiata dall’invasione araba prima e da un devastante terremoto poi.

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