mercoledì 20 febbraio 2013

Il Paguro Bernardo



Il paguro è ancora uno dei crostacei maggiormente diffusi e la sua simbiosi con l’attinia lo rende uno dei personaggi del mare forse più noti, insieme al cavalluccio, il delfino e la stella marina (gli animali del mare che conosciamo per primi sui libri di scuola).
Sott’acqua, il paguro è una specie molto interessante da osservare e, per capire qualcosa su di lui, è necessario immergersi di notte.
Di giorno infatti ama riparasi entro cavità e anfratti al riparo dalla luce ed è poco disponibile all’approccio.
Centinaia sono le specie di paguri esistenti, ma Bernardo rimane il paguro per eccellenza, il degno rappresentante di una grande famiglia.
A differenza dei cugini gamberi e dei granchi, presenta un addome molle e deve ricorrere all’uso di una conchiglia abbandonata sul fondo in seguito alla morte di un mollusco per proteggere la parte posteriore del suo corpo da eventuali malintenzionati.
Con la crescita quindi, il paguro deve mettere in conto sia la muta, che deve fare come tutti i crostacei, sia il cambio progressivo di conchiglia, che deve essere sempre più grande e proporzionata alle dimensioni dell’animale.
L’addome presenta appendici rudimentali adattate all’aggancio alla conchiglia nella quale il paguro vive.
La scelta della conchiglia, per il paguro, è molto importante.
Ho inserito più volte dei paguri in acquario, offrendo loro alcune conchiglie vuote, per osservare il criterio di scelta adottato.
La leggerezza della conchiglia è sempre un parametro che considerano con cautela, visto che le conchiglie più sottili sono più facili da trasportare, nonostante siano anche più facili da frantumare da parte di un eventuale predatore.
Sono frequenti i casi in cui i paguri ricoprono la propria "casa" con strutture mimetiche o difensive, come spugne o celenterati, e l’esempio più frequente è proprio la simbiosi, molto nota, con l’attiniaCalliactis parasitica
La convivenza tra queste due specie diverse, il paguro e l’attinia, è un particolare tipo di scambio (protocooperazione) che assicura vantaggi e benefici ad entrambi: le cellule urticanti dell’attinia offrono protezione al paguro da eventuali nemici mentre l’attinia ottiene avanzi di cibo, dispersi in acqua dal crostaceo durante il pasto, ed ha la garanzia di spostamenti frequenti da un luogo all’altro grazie alla locomozione attiva del paguro stesso. 
La Calliactis parasitiaca ha la pareti del corpo bruno scuro o verdastro, con fasce verticali più chiare e corona di tentacoli generalmente grigio chiaro o bianco, ma anche giallastra, arancione o rosa.
L’attinia, se disturbata, emette le aconzie (quei caratteristici filamenti bianchi) urticanti. Come fiori decorativi, le attinie dividono lo spazio disponibile sulla conchiglia pagurata conferendo un aspetto insolito e molto belloall’animale visto nel suo insieme. 
 
Quando il paguro cambia conchiglia vi trasferisce piano piano le sue attinie, una alla volta, con cura e dedizione: un vero lavoraccio! Se osserviamo un paguro di discrete dimensioni nel suo ambiente, di notte, mentre si muove intento nella caccia, lo vedremo in tutto il suo splendore trasportare con disinvoltura la sua pesante abitazione, sormontata dalle attinie. Queste ultime, in numero variabile da una a quattro o cinque (in casi rari anche di più, si presentano eleganti, come pennacchi fioriti, e quando sono anche di diversi colori il risultato finale è  una combinazione fantastica. 

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