mercoledì 13 febbraio 2013

Cattedrale di San Marco Venezia

Il 31 gennaio 829 iniziò un nuovo corso per la storia di Venezia, con l’arrivo da Alessandria d’Egitto del corpo di san Marco. Il culto dell’Evangelista divenne religione di stato, officiato nella nuova chiesa che avrebbe presto soppiantato quella dedicata all’antico patrono Teodoro.
Fin dalle sue origini San Marco fu cappella palatina e teatro delle cerimonie ufficiali: vi era consacrato il doge neoeletto, vi venivano consegnate le insegne agli ammiragli, vi si rendeva grazie per la cessazione di guerre e pestilenze.
Marmi, sculture e mosaici ornarono la spoglia facciata romanico-bizantina. San marco ripropose nella struttura la basilica imperiale dei Santi Apostoli e nelle funzioni quella di Santa Sofia a Costantinopoli, Nel 1063 il doge Domenico Contarini ne avviò la ricostruzione in forme bizantine, conclusa nelle strutture in laterizio nel 1094, quando la basilica venne consacrata.
Tra l’inizio del XII secolo e la prima metà del XIII, un ampio atrio si estese a circondare i tre lati del braccio ovest.
La struttura di San Marco era ormai definita e, mentre si contemplava la decorazione musiva e l’esterno veniva interamente rivestito di rilievi e marmi provenienti dall’Oriente, veniva interrata l’antistante darsena per far posto alla piazzetta. UNA FACCIATA CHE VIENE DA LONTANO – Scintillante di mosaici, nel suo prospetto di matrice orientale, la facciata è animata solo dai cinque portali che immettono nel atrio, restringendosi con un effetto prospettico. Le preziose colonne che li rivestono su due file giunsero da Costantinopoli nel 1204 assieme a molti rilievi decorativi. Le maggiori dimensioni del portale centrale, che supera il livello della terrazza, e del retrostante finestrone, aperto nel XV secolo, isolano il settore centrale. Come fosse un arco di trionfo, esso era ornato da quattro cavalli bronzei, gioiello del bottino costantinopolitano, oggi sostituiti da copie. Il coronamento delle lunette venne aggiunto tra il 1384 e il 1430 da Pietro Lamberti e altri scultori toscani. I motivi vegetali ne fanno un capolavoro del gotico tardo, detto fiorito. Tra le guglie e nelle edicole stanno santi guerrieri ed evangelisti, a far corteo a san Marco e al suo simbolo, il leone andante. Alle estremità, l’arcangelo Gabriele e la Vergine Annunciata ricordano la festa che coincide con il giorno di fondazione della città, il 25 marzo. Le cupole erano già state innalzate nel XII secolo da alte armature lignee, rivestite poi di piombo, riprendendo la forma a cuffia di quella della cappella bizantina della Vergine della Rocce a Costantinopoli. I Grandi arconi che la sorreggono evocano l’imponenza delle basiliche tardoromane. Sono impostati su possenti piloni tetrapili (composti cioè da quattro pilastri, collegati da archi e cupolette), sotto i quali passano le navate minori. Questo articolato sistema bizantino si ripropone su ciascun braccio, ed è completato dalle esili gallerie pensili, elevate su colonne, che in origine furono i matronei, riservati alle donne, le matrone latine.

Nessun commento:

Posta un commento