mercoledì 14 novembre 2012


Buona notte e sogni d'argento, perché con la crisi che c'è quelli d'oro li tengo per me!

Derinkuyu, l'antica città sotterranea


Da secoli si raccontano storie di grotte e tunnel nelle profondità della terra, passaggi sotterranei che conducono a regni di demoni e mostri. È possibile che queste leggende nascondano una sorprendente verità? Forse ci sono davvero luoghi misteriosi e inspiegabili sotto i nostri piedi, luoghi le cui origini potrebbero non essere di questo mondo. La Cappadocia, nella Turchia orientale, è delimitata al nord dal Mar Nero e a sud dalla catena montuosa del Tauro. Nel 1963, una semplice ristrutturazione nella città di Derinkuyu porta ad una scoperta straordinaria. L'apertura della parete di una grotta, rivela un passaggio verso una città sotterranea, antica di migliaia di anni, ad oltre 85 metri di profondità.

Ci sono tredici piani che scendono sottoterra, con pozzi di ventilazione e circa quindicimila bocchette che portano l'aria anche ai livelli più profondi. Per quanto incredibile, le camere rocciose scoperte potevano contenere circa 20.000 persone tra uomini, donne e bambini. Ci sono perfino tracce di centri religiosi, magazzini, torchi per il vino e stalle per il bestiame. Nei livelli sotterranei sono stati trovati sale da pranzo, cucine annerite dalla fuliggine, cantine, botteghe di alimentari, una scuola, numerose saloni e anche un bar. La città ha beneficiato della presenza di un fiume sotterraneo e pozzi d’acqua. Era una piccola città completamente autosufficiente, che ancora oggi stupisce studiosi e ingegneri. La costruzione di una città come Derinkuyu sarebbe stata un'impresa per chiunque, anche in tempi moderni e con attrezzature moderne. Pensare che un'opera del genere sia stata realizzata in un'epoca così remota è semplicemente stupefacente, paragonabile solo alle piramidi d'Egitto. A Derinkuiu, a causa della morbidezza della pietra, bisognava stare molto attenti a fornire abbastanza supporto ai piani superiori con i pilastri, altrimenti ci sarebbero stati crolli catastrofici. Invece, è sorprendente l'assenza di qualsiasi traccia di collasso grave, quindi dobbiamo supporre che dovessero essere particolarmente abili e conoscessero molto bene il materiale roccioso.

Parliamo di popoli antichissimi, ed è difficile immaginare come possano aver fatto a realizzare un'opera del genere. Forse furono aiutati da qualche altra civiltà? Ma chi ha costruito questa enorme città sotterranea? E quale motivazione misteriosa li ha spinti a vivere sottoterra? Perché qualcuno vorrebbe vivere nella profondità di queste strane caverne? Secondo molti archeologi e studiosi, è probabile che Derinkuyu servisse come rifugio temporaneo durante le invasioni e che sia stata costruita intorno all'800 a.C. dai Frigi, un popolo dell'Età del Bronzo imparentato con i Troiani. Altri credono che sia stata costruita dagli Ittiti, popolo guerriero menzionato nella Bibbia e che aveva prosperato centinaia di anni prima. Ma è possibile che la città sotterranea sia ancora più antica? Secondo i teorici degli "Antichi Astronauti" lo è, e forse di varie migliaia di anni. La Cappadocia faceva parte dell'impero di Zoroastro, di origine persiana, con una delle più antiche tradizioni religiose dell'umanità. Si ritiene che la religione di Zoroastro, una fede antica basata sulle forze opposte del bene e del male, abbia fortemente influenzato sia l'Induismo che il Giudaismo e il Cristianesimo. Fondata intorno al VI secolo a.C., il suo dio principale è il creatore Ahura Mazdā. Nel secondo capitolo del testo sacro zorastriano "Avestā", Ahura Mazdā salva l'intero genere umano da un disastro ambientale globale, un pò come la storia di Noè nella Bibbia ebraica: il grande profeta Yima fu incaricato dal creatore di costruire il palazzo "Vara di Yima" al fine di proteggere tutte le creature dall'imminente disastro. Secondo i teorici degli Antichi Astronauti, questo palazzo sarebbe da identificare con l'opera realizzata a Derinkuyu. Secondo i testi sacri, Yima costruì una città sotterranea a più piani per proteggere un gruppo scelto di persone e animali non dall'alluvione, ma da un'era glaciale globale. Nella "Vendidad" viene denominato come il "malvagio inverno". Secondo molti climatologi classici, l'ultima era glaciale si è verificata circa 18.000 anni fa, terminando intorno al 10.000 a.C. È possibile che Derinkuyu sia stata costruita come rifugio da un devastante inverno globale? Non potendo datare la pietra al carbonio, chiunque può fare ipotesi su quanto sia antica Derinkuyu. Ma se Derinkuyu dovesse essere la città sotterranea che Ahura Mazdā ha ordinato di costruire, forse c'è un sorprendente nucleo storico dietro la leggenda. Se è così, chi o cosa era il dio Ahura Mazdā?
Dai testi sacri zoroastriani, Ahura Mazdā sembra essere il responsabile della gestione di tutto quello che succede sulla Terra. Lo si può leggere in vari modi: potrebbe rappresentare una sorta di forma di coscienza universale che sovraindente alla vita dell'universo e dell'umanità, oppure, molto più concretamente, potrebbe rappresentare un'intelligenza extraterrestre che vigila sul pianeta. Quasi tutti i testi sacri antichi parlano della conoscenza data al genere umano da "divinità" discese dal cielo. È possibile che Ahura Mazdā sia stato un essere intelligente proveniente da un altro mondo e che sia stato riconosciuto come un dio dalle antiche popolazioni terrestri? E se sì, ha fornito la tecnologia necessaria ai suoi seguaci per costruire questo complesso labirinto di protezione contro un disastro ambientale? Ma ci potrebbe essere un'altra inquietante ragione dietro la costruzione di Derinkuyu. Secondo alcuni studiosi, un indizio sarebbe l'insolito sistema di sicurezza della città sotterranea, realizzato con porte da 500 chili posizionate su rotelle e che possono essere spostate da una sola persona. Queste porte sono state realizzate con grande ingegno. In pratica, si possono aprire facendo leva solo dall'interno. Ciò lascia supporre che chiunque abitasse a Derinkuyu si nascondesse da qualcosa o da qualcuno. Secondo i testi antichi zoroastriani, Ahura Mazdā si alza in cielo in un carro divino e muove guerra contro il suo eterno nemico Angra Mainyu, il demone della distruzione. È possibile che si tratti, come sostengono molti teorici degli Antichi Astronauti, della raffigurazione di due forze extraterrestri che si scontrano per il controllo della Terra e delle sue risorse? Solo delle intelligenze evolute avrebbero potuto avere la capacità di alzarsi in volo con dei veicoli aerei (carri divini). Queste entità erano in possesso di quel genere di macchine di cui si legge in ogni cultura antica del mondo! Basta pensare alle "Vimana" della tradizione Indù o al "Carro di Fuoco" nella Bibbia ebraica che rapisce il profeta Elia portandolo in cielo. Se prendiamo in considerazione la tradizione zoroastriana, ci sono chiari accenni ad una sorta di battaglia aerea tra fazioni in guerra. Perciò, è molto probabile che le grotte di Derinkuyu siano state usate come riparo contro i bombardamenti aerei degli extraterrestri che si combattevano tra loro. Se un veicolo aereo sorvola Derinkuyu ad alta velocità, non potrà mai vedere le bocchette di areazione della città sotterranea. Derinkuyu è il rifugio antiaereo per eccellenza!


Fonte: ilnavigatorecurioso

Difficile non riconoscervi un mezzo di trasporto

La navicella di Toprakkale, risalente a circa 3000 anni fa, che ricorda verosimilmente una navicela spaziale, con tanto di ugelli di scarico, è lavorata in argilla ed è stato rinvenuta a Toprakkale, l’antica Tuspa , in Turchia durante degli scavi archeologici. La sua forma è molto simile ad una navetta spaziale monoposto dove sono evidenti i grossi ugelli di scarico posteriori ed con alloggiato un pilota che indossa qualcosa simile ad una tuta. La figura del pilota, seduta nel suo compartimento, è in parte danneggiata perché mancante della testa ma sono tuttavia visibili dei condotti, (apparecchio di respirazione?) sistemati sotto il mento. Ad Istanbul, il museo che custodisce il reperto, non lo ha mai esposto al pubblico e la motivazione ufficiale è che la sua autenticità non è confermata. Forse il motivo reale è dovuto alla difficoltà od alla rinuncia degli archeologi ufficiali nell’ammettere una radice dell’uomo diversa da come la conosciamo.

Certo che non ci risparmiano nulla!!!!

Scuola, il governo taglia ai poveri e dà ai ricchi.
Crisi, l'istruzione statale tira la cinghia.Quella privata non conosce diete il ministero la finanzia con un fondo da 223 mln.
di Nadia Marchetti
L’emendamento del governo che cancella l’aumento dell’orario di lavoro ai professori delle scuole medie e superiori è stato accolto come un trionfo personale da parte del ministro dell’Istruzione, che inizialmente non aveva opposto alcuna resistenza, anzi, si era dichiarato apertamente favorevole.
La ferma opposizione e le proteste degli insegnanti, degli studenti e dei sindacati, oltre che di parte dell’opinione pubblica, sono stati determinanti per il ripensamento last minute del governo, ma non credo che la questione sia stata risolta definitivamente.
Il taglio di 157 milioni di euro per la scuola statale sarà effettuato con modalità diverse, racimolando risorse attraverso riduzioni sul finanziamento per alcuni progetti e sui distacchi sindacali, dismissioni di immobili e fondi giacenti con risorse derivanti da vecchi tagli.
LA SCUOLA PRIVATA: DA PARITARIA A PREVALENTE.
Hanno raschiato il fondo del barile, ma in un mondo parallelo esiste un mostro ingordo che si mangia denaro in continuazione, a dispetto della crisi e delle cure dimagranti a cui quasi tutti siamo sottoposti: la scuola privata paritaria, che diventa prevalente però nell’esigere e riscuotere finanziamenti in qualsiasi momento e condizione.
La legge di stabilità ha premiato il settore privato dell’Istruzione con un “misero” fondo di 223 milioni di euro, per la serie «tagliamo ai poveri per dare qualcosa ai ricchi».
DAL GOVERNO 223 MLN PER GLI ISTITUTI PARIFICATI.
Sembra che la scuola privata paritaria sia affetta da un serio problema di bulimia, visto che le richieste vengono accolte senza nemmeno mettere in dubbio la reale necessità di questa costante erogazione di fondi.
Il duo Aprea-Gelmini non aveva mai nascosto la predilezione per l’insegnamento parificato e sembra che anche Francesco Profumo sia in linea con la tendenza dell’ex ministro.
Si azzerano i fondi per la scuola statale e magari si riducono drasticamente i finanziamenti per la non autosufficienza, mettendo a rischio l’assistenza a persone con disabilità gravi, ma la scuola privata paritaria non rinuncia nemmeno a un centesimo: 223 milioni di euro per le scuole private, senza battere ciglio, e 200 milioni di euro - cifra che inizialmente era stata ridotta a 56 milioni - per l’assistenza ai disabili gravi ottenuta dopo lunghe lotte e minacce di sciopero della fame.
E questo sarebbe un paese civile?

Vivi il presente


Ogni bambino nasce felice, innocente, colmo di meraviglia. Poi accade qualcosa, e tutti quei bambini meravigliosi si perdono: la loro innocenza viene distrutta. E tutta la loro felicità si trasforma in disperazione. Osserva un bambino che raccoglie conchiglie e pietre colorate sulla spiaggia: è più felice dell’uomo più ricco del mondo.Qual è il suo segreto? Quel segreto è anche il mio.
Il bambino vive nel momento presente, gode il sole, l’aria salmastra della spiaggia, la meravigliosa distesa di sabbia. Egli è qui, ora. Non pensa al passato, non pensa al futuro. E qualsiasi cosa faccia, la fa con totalità, intensamente; ne è così assorbito da scordare tutto il resto.
Il segreto della felicità è tutto qui: qualsiasi cosa fai non permettere al passato di distrarre la tua mente, e non permettere al futuro di disturbarti, il passato non esiste più e il futuro non esiste ancora. La realtà è estatica; e il solo modo per collegarsi a ciò che è reale, è non lasciarsi sfuggire il momento presente. E se anche una sola volta hai assaporato cosa si provi a essere nel presente – a volte, mentre guardi un’alba o un tramonto, sii semplicemente presente, così potrai assaporarne il gusto – ti stupirai, ma arriverai a possedere per sempre la chiave che ti introduce nel reale.
Una chiave che può aprire tutte le porte dei misteri della vita, delle sue estasi e delle sue bellezze. Ecco dov’è la tragedia dell’uomo: a ogni istante ti sfugge il treno, e continuerai a perderlo per tutta la vita. Il segreto della felicità è tutto qui: sii qui e ora!
OSHO

Le mappe impossibili

Nel 1492 Cristoforo Colombo partì dal porto di Palos, destinazione le indie, ma la sua rotta sarà inusuale, andrà sempre verso ovest, girando attorno a quel mondo fino ad allora ritenuto piatto. Ma partiamo da qualche anno prima, quando il giovane Colombo si reca in irlanda, in cerca di prove che confermino la sua teoria, dove studia le carte e gli scritti dei Vichinghi, un fiero popolo di marinai. A bordo dei loro Drakkar avevano visitato le terre più remote del mondo conosciuto, e, sembra, anche quelle sconosciute all'epoca. Vi è difatti una ridente cittadina in America che ogni anno festeggia la sua fondazione con costumi vikinghi, gli archeologi hanno scoperto i resti di un villaggio vighingo che confermerebbe la presenza del popolo del nord in quelle terre. Con le loro navi hanno attraversato l'atlantico, facendo scalo in islanda ed in groellandia per raggiungere le verdi pianure americane dove, con molta probabilità, si sono scontrati con i nativi americani.
 Ma allora, perché solo oggi si ammette che furono loro i primi a mettere piede in America, e nonostante questo l'america continua a festeggiare il columbus day? "Colombo ha scoperto l'america? Ma noi la conoscevamo già, era la nostra terra da sempre, la nostra madre." I nativi americani vivono da sempre in quei luoghi, la cui storia per noi inizia solo 200 anni fa. Colombo ebbe dunque modo di consultare i documenti dei Vichinghi, sapeva quindi esattamente cosa avrebbe trovato. Inoltre tornato in europa ebbe modo di osservare un altro oggetto impossibile, il mappamondo di Paolo dal Pozzo Toscanelli . Un mappamondo completo in ogni dettaglio, preciso anche in fatto di misurazione delle distanze.

Colombo ed i suoi comandanti sapevano cosa avrebbero trovato e dove, scelsero con cura la rotta ed i punti di approdo. Ma furono veramente i vichinghi i primi a giungere in america? Pirì Reis Ibn Haja Mehemet ammiraglio dell'impero Ottmanno vissuto attorno al 1500; personaggio storico comprovato, ha lasciato una mappa datata 1513 in cui sono visibili le coste dell'europa, dell'Africa, delle americhe. Ma ancora più incredibile è il dettaglio in cui sono raffigurate le coste dell'antartide (scoperta solo nel 1820), una rappresentazione dettagliata e minuziosa di una costa nascosta da 2 km di banchisa polare. Un tempo dunque quelle coste erano sgombre dai ghiacci, e ben conosciute, ma a chi? Quale popolo conosceva quelle terre? Sulla mappa di Piri Reis si può notare solo una parte di quelle coste, contrassegnate dalla scritta "Terre della Regina Maud".Ma lo stesso ammiraglio ammette di averla copiata da carte più antiche. Ma da dove arrivavano quelle carte? Dalla biblioteca di Alessandria, e da una mappa appartenuta a Colombo, l'ammiraglio ricompose il mosaico formato dalle carte su una pelle d'agnello. Le coste dell'antartico, secondo gli esperti, avrebbero potuto essere sgombre dai ghiacci circa 10.000 anni prima di cristo, quando secondo gli storici sulla terra viveva l'uomo di Cro-magnon.














Se si sovrappone la mappa di Piri Ris su una moderna mappa del mondo, si rimane a bocca aperta nello scoprire che la carta antica è accurata fin nel più minuto dettaglio.

I fenici furono in tempi remoti i più grandi navigatori, si spinsero oltre le colonne d'ercole, lungo le coste dell'Africa fino in medio oriente, forse arrivarono oltre. Sotto le piramidi egizie ci sono due imbarcazioni d'alto mare, realizzate in legno di cedro e, presso il museo di Leningrado è conservato un papiro risalente al medio regno (2000-1750 ac), resoconto di un viaggio verso le miniere d'oro del faraone. Il narratore afferma di aver superato lo stretto di Gibilterra ed essere stato sorpreso da una tempesta, la nave affondò e solo lui si salvò approdando su un'isola sconosciuta. Qui un drago lo accolse e lo curò. Gli narrò che era l'ultimo della sua razza e che quando lui fosse morto, l'isola sarebbe scomparsa per sempre. Sulla mappa di Piri Reis si nota una grande isola di fronte al golfo di New York. Sarà la stessa isola? E soprattutto, da dove gli egiziani traevano l'oro per i loro monili? Al 1531 risale la datazione del mappamondo di Oronzio Fineo, una carta compilata assemblando decine di altre carte, formando le coste di tutte le terre quasi con la stessa precisione con cui le conosciamo oggi.

Vi è un'altra storia al limite con la leggenda, quella di Padre Giovanni o Pater Johannes. Il prete fu inviato da Innocenzo Terzo a convertire un popolo lontano, molti credevano si trattasse delle indie, ma pare che la meta fosse tutt'altra, in vaticano sono, conservati dei documenti provenienti dalla biblioteca di Alessandria o da biblioteche Ismaelite (i Templari ebbero numerosi contatti con la setta degli Assassini), che avrebbero permesso a papa Innocenzo III di conoscere l'esistenza delle terre oltre l'oceano, gli stessi templari costruirono il loro porto più grande sull'atlantico, la Rochelle.fu infatti trasformato da piccolo porto di pescatori a città fortificata. Lo stesso pater Johannes partì dunque alla volta dell'america, ma le sue lettere non ebbero risposta, allorchè a Innocenzo III succedette Onorio III all'oscuro della missione. Come se tutto ciò non bastasse le leggende dei mormoni dicono che i loro antenati giunsero da una terra situata oltre le colonne d'ercole, vi sono difatti diversi vocaboli simili tra la lingua ebraica ed alcune lingue parlate nell'america centrale. Sarà stato Colombo a scoprire l'america, o qualcuno prima di lui avrà scoperto il resto del mondo ? Un eterno contrasto, dunque, tra verità e conservativismo. Quanto dovrà durare questo conflitto inutile? Chi vuole l'ignoranza del popolo? Cosa nasconde il nostro remoto passato?

Bot a un anno,

il Tesoro fa il pieno: tassi in calo Il rendimento scende all'1,762% dall'1,941% del mese precedente.
Il Tesoro ha collocato nell'asta di martedì 13 novembre tutti i 6,5 miliardi di euro di Bot a un anno che offriva. Il tasso medio è sceso all'1,762% dall'1,941% del mese precedente.

Da Lettera 43

IL MISTERO DI AMITYVILLE


"The Amityville horror", in Italia conosciuto come "Amityville possession", era un film che narrava la storia della famiglia Lutz e dei sinistri avvenimenti, di cui era stata testimone, all'interno della casa che aveva da poco acquistato e, successivamente, abbandonato.Il film si basava sul libro scritto da Jay Anson, a cui la vera famiglia Lutz aveva raccontato il suo incubo.
La vera famiglia Lutz si era trasferita a Long Island, New York, presso la piccola comunità di Amityville, in una casa che pochi anni prima era stata scena di un omicidio plurimo ad opera di Ronald Defoe nel 1974
Il giovane Ronald, dell'età di 23 anni, durante la cena narcotizzò i genitori, i fratelli e le sorelle. Successivamente, alle 03 e 15 del mattino, si introdusse nella camera di ognuno e li uccise sparando loro alla schiena con un fucile. Trascinato in tribunale e processato, si difese affermando che erano state alcune "voci" a ordinargli di commettere i delitti. Ronald Defoe venne poi condannato alla pena di sei ergastoli. Fu proprio "grazie" a questo orribile fatto che la famiglia Lutz, composta da marito, moglie e tre figli, acquistò la casa ad una cifra tre volte inferiore al reale valore ma ne pagò, però, le sinistre conseguenze che si susseguirono. Poco tempo dopo che i Lutz si furono stabiliti nella casa, chiesero al sacerdote del posto di venire a benedirla. Il prete si recò dai Lutz ed entrò in casa per iniziare il rito della benedizione. Non appena asperse l'acquasanta e pronunciò le parole che accompagnano quel gesto, udì una voce maschile esclamare con raggelante chiarezza "Vattene!" Padre Mancuso, questo era il nome del prete, alzò gli occhi ma non vide chi o che cosa avesse parlato.
Quello fu solo l'inizio. Le successive due notti i Lutz furono svegliati, alle 03 e 15 in punto, da strani rumori. Ma il vero orrore ebbe inizio la terza notte. Il signor Lutz, prima di coricarsi, controllò che porte e finestre fossero sprangate.
Alle 03 e 15 venne di nuovo svegliato, come le notti precedenti, ma questa volta si alzò per scendere a dare un'occhiata. Fece una scoperta agghiacciante. La porta d'ingresso, in legno massiccio, era stata divelta ed era sostenuta da un solo cardine.
Immagine fotografata
 In preda alla paura, si rese conto che la porta era stata forzata dall'interno.
Il perno d'acciaio era stato piegato e la mascherina in metallo forzata verso l'esterno.
Da quella notte la casa sembrò possedere una propria e maligna vita. Le finestre si aprivano e chiudevano da sole e una ringhiera delle scale venne divelta.
Nelle due settimane successive accaddero eventi ancora più inquietanti di quelli descritti precedentemente. Uno di questi eventi si verificò mentre i coniugi Lutz si trovavano in soggiorno, alzando casualmente lo sguardo videro due occhi infuocati alla finestra.
Ormai terrorizzati, i coniugi Lutz, decisero di abbandonare la casa dopo appena ventotto giorni che l'avevano acquistata. Una casa da sogno, che per loro si era tramutata in una casa da incubo.
Poco tempo dopo che i Lutz lasciarono la casa, un fotografo vi si recò per scattare alcune foto. In una foto, scattata dove presumibilmente vi era un tempo la camera dei fratelli di Ronald Defoe, si vede chiaramente la figura di uno dei due ragazzi. La foto è stata giudicata autentica dagli esperti, ma non vi è una certezza assoluta e non può esservi.
Successivamente si occuparono dello strano caso i famosi coniugi Warren, una coppia di investigatori del paranormale, che vive a Bridgeport nel Connecticut. Analizzando gli eventi si può dedurre che lo spettro, o gli spettri, della famiglia Defoe non gradirono la presenza di "estranei" nella loro casa.
Una conferma, che si trattasse degli spiriti dei Defoe, ci è data dal fatto che la maggior parte degli oscuri eventi si verificarono proprio alle 03 e 15. Ora in cui tutti i membri della famiglia Defoe furono uccisi da Ronald. Attualmente la casa ad Amityville è proprietà dei coniugi Cromarty. I quali affermano che, secondo loro, la casa non è infestata. Mentre la famiglia Lutz vive tuttora in California.
Qualunque sia la verità, l'unico resoconto che ci resta degli eventi paranormali avvenuti ad Amityville è proprio il film "The Amityville horror" integrato dalle testimonianze della famiglia Lutz e dalla foto scattata all'interno della casa. Un dubbio però c'è come è stato possibile che sei persone siano state uccise con un alla schiena sparati da un fucile di grosso calibro sparati da un fucile nessuno ha sentito? Con l'autopsia e gli esami tossicologicinon si è rivelato sui corpi nessuna assunzione di droghe o sonniferi. Tutti stavano dormendo ed in tre camere diverse. Ma nessuno ha udito i colpi? L'ombra della mafia si è fatta concreta quando si scoprì che uno zio di Louise era un mafioso del clan dei Genovese.
A 38 anni di distanza,non ci sono certezze. In molti, erano convinti già da allora che le indagini si fossero chiuse troppo velocemente.
Il libro e il film ha catalizzato il pubblico in modo da sviare l'attenzione.

Omero tra mito e storia

Omero (gr. Ὅμηρος) è il nome con cui è tradizionalmente identificato il poeta greco autore dell'Iliade e dell'Odissea — i due massimi poemi epici della letteratura greca antica.
Nell'antichità gli erano state attribuite anche altre opere: il poemetto giocoso Batracomiomachia, gli Inni omerici, il poemetto Margite e vari poemi del Ciclo epico
(o mè oròn) "colui che non vede" (la tradizione infatti lo vuole cieco; la cecità ha nell'antichità connotazione sacrale e spesso era simbolo di doti profetiche e di profonda saggezza; molti aedi erano ciechi,
("omerèin") "incontrarsi"; vi erano infatti delle piccole riunioni, definibili anche assemblee, nei gruppi di"Omerìdi" che narravano quei canti che in seguito sarebbero stati i costituenti dei poemi più famosi dell'età greca arcaica.
La biografia tradizionale di Omero, tratta dalle fonti antiche, è fantasiosa. I tentativi di costruire una biografia di quello che si è sempre ritenuto il primo poeta greco è vaga Alcune delle genealogie mitiche di Omero tramandate da queste biografie sostenevano che fosse figlio della ninfa Creteide, altre lo volevano discendente di Orfeo, il mitico poeta della Tracia che rendeva mansuete le belve con il suo canto.
Una parte notevolmente importante nella tradizione biografica di Omero verteva intorno alla questione della sua patria. Nell'antichità ben sette città si contendevano il diritto di aver dato i natali a Omero: prime tra tutte Chio, Smirne e Colofone, poi Atene, Argo, Rodi e Salamina.
La maggioranza di queste città si trova nell'Asia minore, e precisamente nella Ionia. In effetti, la lingua di base dell'Iliade è il dialetto ionico: in conclusione, nessuno dei dati forniteci dalla tradizione biografica antica ci consente affermazioni anche solo possibili per stabilire la reale esistenza storica di Omero.
Anche per queste ragioni, oltre che sulla base di considerazioni approfondite sulla probabile composizione orale dei poemi, la critica ha ormai da tempo quasi generalmente concluso che non sia mai esistito un distinto autore di nome Omero a cui ricondurre nella loro integrità i due poemi maggiori della letteratura greca.
L'Iliade e l'Odissea vennero fissate per scritto nella Ionia di Asia, intorno all'VIII secolo a.C.: la scrittura venne introdotta nel 750 a.C. circa; si è supposto che trent'anni dopo, nel 720 a.C., gli aedi (cantori professionisti) potessero già utilizzarla.
È probabile che più aedi abbiano cominciato ad usare la scrittura per fissare testi che affidavano completamente alla memoria; la scrittura era null'altro che un nuovo mezzo per agevolare il proprio lavoro, sia per poter lavorare più facilmente sui testi, sia per non dover affidare tutto alla memoria.
È probabile che inizialmente ci fossero un grandissimo numero di episodi e sezioni rapsodiche legati al Ciclo Troiano; vari autori, nell'epoca dell'auralità (cioè intorno al 750 a.C. circa) operarono una cernita, scegliendo da questa ingente mole di racconti

Il trattato antartico


L'Antartide, dal punto di vista giudirico, è un territorio non assoggettato alla sovranità di alcuno Stato; esistono tuttavia delle rivendicazioni territoriali che sono state però sospese con l'entrata in vigore del Trattato Antartico. Il Trattato sull'Antartide regola la presenza dei Paesi interessati sul continente. E' stato stipulato a Washington il 1 dicembre 1959 fra 12 dei Paesi partecipanti all'Anno Geofisico Internazionale (1957-58) ed è entrato in vigore il 23 giugno 1961. Lo spirito del Trattato è quello di favorire gli usi pacifici del continente e di assicurare la conservazione della flora, della fauna e dell'ambiente naturale nell'interesse dell'umanità. Punti salienti sono: la sospensione delle rivendicazioni territoriali; I'interdizione di ogni attività a carattere militare e il divieto di ogni esperimento nucleare e di discarica dei rifiuti nucleari; la libertà di ricerca scientifica salvo l'obbligo di notificare l'invio di spedizioni o la costituzione di basi destinate alla ricerca; la cooperazione internazionale nelle attività scientifiche, con scambi di informazioni e di personale. 

 Tutti i Paesi aderenti al Trattato hanno diritto di accedere al continente indiviso e di svolgere attività pacifiche su tutta l’area antartica senza discriminazione territoriale. Il personale operante in Antartide è sottoposto al potere esclusivo dello Stato di cui ha nazionalità.


 Il Trattato distingue due categorie di Stati Membri che sono denominate Parti Consultive e Parti Contraenti.


 Le Parti Consultive consistono nei 12 Paesi originari firmatari del Trattato cui si sono aggiunti i Paesi che hanno dimostrato il loro interesse per l'Antartide conducendovi attività sostanziale di ricerca scientifica, in particolare stabilendovi basi o inviandovi spedizioni (art. IX). A partire dal 1990 sono stati ammessi come Parti Consultive anche Paesi che non hanno stabilito basi in Antartide. Le Parti Consultive hanno il diritto di decidere (secondo il principio del consenso) su tutte le questioni oggetto del Trattato e il diritto di condurre ispezioni su navi, basi, personale e materiale altrui, al fine di controllare l'osservanza del Trattato.


Le Parti Contraenti consistono nei Paesi che aderiscono al Trattato ma non hanno acquisito i diritti di cui sopra. Il Trattato, le varie raccomandazioni messe a punto nelle riunioni periodiche e gli accordi che lo affiancano, prendono la denominazione informale di Sistema del Trattato Antartico. Vanno segnalati in questo ambito: la Convenzione per la Conservazione delle Foche Antartiche (CCAS, 1978) la Convenzione per la Conservazione delle Risorse Viventi dei Mari Antartici (CCAMLR, 1980). Nel 1991 e' stato siglato, a completamento del Trattato Antartico, un accordo di particolare rilievo: il Protocollo sulla Protezione Ambientale. Tale accordo, noto anche come Protocollo di Madrid, ha dichiarato la messa al bando per i prossimi 50 anni di ogni sfruttamento minerario e ha imposto alle nazioni operanti in Antartide la valutazione dell'impatto ambientale per qualsiasi attivita'. Al Trattato Antartico aderiscono oggi 43 Paesi che rappresentano piu' dell'80% della popolazione globale. Nel 1991 il Trattato Antartico ha compiuto 30 anni: da questa data ogni Parte Consultiva può chiedere che il Trattato venga ridiscusso. Importanti organizzazioni mondiali che hanno interessi anche sull'area antartica partecipano alle riunioni del Trattato, per esempio la World Meteorological Organization o l'International Oceanographic Commission che raccolgono rispettivamente dati oceanografici e meteorologici.

Reperto dell'età del bronzo

Un piccolo frammento di argilla, datato al XIV° secolo a.C., è stato ritrovato negli scavi nei pressi delle antiche mura di Gerusalemme. Contiene il più vecchio documento scritto mai ritrovato a Gerusalemme, e testimonia l'importanza della città nella tarda Età del Bronzo, molto prima di Re Davide. Il frammento è stato scoperto sotto uno strato risalente al X° secolo a.C., datato al periodo del Re Salomone, nell'area di Ophel, tra la Città di Davide e il muro sud della Città Vecchia di Gerusalemme. E' grosso 2 x 2,8 centimetri, e spesso un centimetro. E' parte di una tavoletta contenente simboli cuneiformi in Accadico. Le cose più straordinarie sono lo stile e la realizzazione del documento, che sembra essere stato scritto da uno scriba di altissimo livello che preparò le tavolette all'interno della casa reale del tempo. Tavolette contenenti messaggi diplomatici erano spesso scambiate tra i re dell'antico Medio Oriente, come sostiene Wayne Horowitz, dell' Hebrew University Institute of Archaeology. Ed è questo il caso della tavoletta appena ritrovata: si tratta di una lettera ad Akhenaton, il "faraone eretico" che governò l'Egitto durante il XIV° secolo a.C. Dal frammento è possibile distinguere parole come "tu", "tu eri", "più tardi", "da fare" e "loro". Si ritiene che il frammento sia contemporaneo alle 380 tavolette scoperte nel XVII° secolo ad amarna, in Egitto, negli archivi di Akhenaton. Akhenaton, padre di Tutankhamun e figlio di Amenhotep II, è noto come il faraone eretico per aver introdotto una religione monoteista dominante, cercando di far dimenticare il pantheon egizio attraverso il culto di Aton, il dio solare. Gli archivi di Amarna includono tavolette inviate ad Akenaton dai re sottomessi di Canaan e Siria, e mostrano le complesse relazioni diplomatiche tra i regni. Il frammento più vecchio, prima della scoperta di questo pezzo di argilla, era considerato essere un reperto ritrovato in un tunnel nella stessa area, e che venne datato all' VIII° secolo a.C.

Lo scrittore del futuro: Giulio Verne


Giulio Verne è il nome italianizzato del francese Jules Verne (Nantes 1828 - Amiens1905), uno degli scrittori di fantascienza più letti al mondo. Chi non conosce Giulio Verne? Sicuramente in pochi, anzi, in pochissimi ignoreranno la sua esistenza: è stato un uomo di grande talento; con un’avvincente scrittura e con bellissime storie ha fatto sognare e continua a far sognare migliaia e migliaia di generazioni di ragazzi e di adulti, ma soprattutto è stato anticipatore, in un certo senso, dei tempi futuri. È risaputo che la Fantascienza, come il Romanticismo o l'Epica o come qualsiasi altra corrente letteraria, nasce dalla fervida immaginazione dello scrittore, e il suo mondo e i suoi valori hanno poco a che fare con la realtà che ci circonda; anzi, a volte sono un rovesciamento stesso della realtà di tutti i giorni: l’impossibile diventa possibile, stranezza e diversità sono le parole d’ordine della trama; le leggi della gravità o qualsiasi altra legge ordinaria sono del tutto assenti; la magia o i poteri extrasensoriali sono normali capacità naturali. Giulio Verne è il più degno rappresentante di questo universo immaginario, ma vediamo che nei suoi scritti egli sarebbe andato addirittura oltre l’universo della Fantascienza (come abbiamo già detto prima), descrivendo o immaginando cose , oggetti , situazioni anacronistiche, di circa un secolo più avanti! Egli è stato quindi un vero e originale anticipatore del futuro; infatti, nelle sue opere si descrivono sottomarini usati da uomini misteriosi provenienti chissà da dove (in "Ventimila leghe sotto i mari", 1870), capsule in partenza per la Luna ("dalla Terra alla Luna", 1865 ), luoghi misteriosi e enigmatici ("L’isola misteriosa", 1874), straordinarie e enigmatiche spedizioni ("Viaggio al centro della Terra", 1864; "Il giro del mondo in ottanta giorni", 1873; "La straordinaria avventura della missione Barnac", 1877).
Ma come fu possibile che uno scrittore, un uomo del XIX secolo, potesse descrivere la più grande tecnologia e le più grandi spedizioni, visto che tali cose sarebbero sorte quasi mezzo secolo più tardi? Qual è il segreto di Giulio Verne? Che cosa lo ispirò così profondamente da immaginare fatti, oggetti e situazioni tipiche degli ultimi anni del XX secolo? Certamente, Verne è un po' in contraddizione coi tempi rispetto a scrittori quali Tolkien o Terry Brooks, i quali sono sì scrittori di Fantasy, ma descrivono un tipo di cultura o mondo (Il mondo Celtico con i suoi miti e le sue leggende) che risale direttamente al passato; in poche parole, attingono dà un patrimonio culturale antico infarcendolo di elementi fantastici, non dicono o narrano di quanto dovrà ancora accadere! Fortunatamente, la domanda posta ha una degna risposta formulata da bravi studiosi del mondo dell'insolito, una teoria forse particolare o forse a tratti fantascientifica, ma pienamente corrispondente all’ambito che stiamo trattando: infatti, questi studiosi vogliono che uomini del futuro abbiano viaggiato nel tempo a ritroso, abbiano raggiunto per puro caso il XIX, incontrando (sempre per puro caso) un francese di nome Jules Verne, e gli abbiano rivelato che un giorno tra qualche secolo l’uomo produrrà mezzi capaci di navigare sott’acqua, mezzi capaci di andare sulla Luna e gli parleranno di favolose spedizioni ritenute all'epoca impossibili. Teoria interessante ma come già sappiamo niente è sicuro al 100%, anche perché nella nostra analisi emergono tanti e nuovi elementi, dove la ricerca scientifica occupa un’importante gradino. Emerge un elemento del tutto nuovo: i viaggi nel tempo, un traguardo della scienza moderna di cui ancora si sa poco.

Ma che cosa ha questo a vedere con Giulio Verne? Parecchio (come abbiamo detto più su), poiché l’autore descrive la tecnologia e i principi della fisica con una precisione anomala per quel XIX secolo, tale da fare un baffo a uno scrittore dei nostri giorni. Conviene quindi formulare la teoria: nel XXI secolo (o oltre) gli scienziati creano sottomarini, creano capsule per viaggiare verso la Luna, organizzano spedizioni a carattere archeologico, antropologico, biologico , etnologico, documentaristico in tutto il mondo e naturalmente qualche scienziato arriva a capire come sia possibile viaggiare attraverso il tempo, visitando altre epoche, altri mondi, culture; ed il viaggo nel tempo fornisce addirittura la possibilità di trasmettere le conoscenze agli uomini del passato, magari a qualche primitiva civiltà, capitando qualche secolo prima della nascita di Cristo. Naturalmente quando si arriva a capire certi princìpi, lo scienziato curioso decide di sperimentarli, così progetta di viaggiare con una buona equipe nel tempo, ritrovandosi guardo caso in una Francia del XIX secolo, e decide di passar lì un po' di tempo, studiando la civiltà di quel periodo; ma nella vita, come si sa, si incontrano tanti tipi di persone e, per caso, incontrano un letterato di nome Jules Verne; a questi, raccontano delle meraviglie che un giorno l'uomo creerà, delle spedizioni in tutto il mondo, dei viaggi attraverso lo spazio. Cogliamo, prima di andare avanti, anche l'occasione per riflettere su un altro punto che non ha a che vedere con quanto stiamo trattando, ma che ci interessa profondamente. Infatti, i miti dei popoli primitivi parlano di esseri con lunghi capelli biondi o rossi e con gli occhi azzurri giunti dall'infinito spazio a bordo di navi volanti avvolti in lingue di fuoco che, stabilitisi pacificamente tra le loro genti, insegnarono loro tutta la scienza. A questo punto, potremmo benissimo inserirci anche in questo caso lo zampino dei viaggi nel tempo; infatti, scienziati del XXI secolo, inventano il viaggio nel tempo e decidono di sperimentarlo; si ritrovano così in un'epoca primitiva abitata da razze ancora così ignare del progresso e della tecnologia. Vengono accolti come dèi, vivono con loro e gli insegnano tutta la sacra scienza. Dopo un certo numero di anni ritornano indietro nel tempo, ma sono diventati parte della cultura dei primitivi. Questo spiegherebbe anche perché vi sono numerosi disegni di veicoli spaziali su rocce risalenti al Paleolitico. Come vediamo, quindi, la teoria dei viaggi nel tempo tende ad abbracciare più ambiti del mistero. Ritorniamo sul punto che avevamo lasciato. Un uomo che vive nel passato apprende conoscenze del mondo futuro da parte di umani giunti da quest'ultimo e naturalmente l'uomo o il letterato che era in cerca di qualcosa da scrivere trova le storie molto interessanti, e cerca di ricamarci qualcosa sopra, sapendo da un lato però che certe cose descritte appartengono alla più pura realtà; in effetti, Verne è stato indirettamente una sorta di vittima o di pedina involontaria di qualcosa di grande accaduto anni e anni dopo di lui, un semplice giocattolo nelle mani del destino, il quale si trova ingenuamente a scrivere qualcosa di cui certamente non porrà problemi ai suoi contemporanei (visto che eravamo in pieno clima positivistico), ma ne porrà di più ai lettori del '900, ponendosi la fatidica domanda circa la contraddittorietà della storia, circa la diversità di quelli che erano i normali schemi accademici appresi in tanti anni di studi. Fortunatamente, le analisi continuano e vediamo che la teoria posta precedentemente si rinnova di un nuovo tessuto, un tessuto ancora più suggestivo ed enigmatico, capace di far riflettere profondamente sui misteri che circondano il nostro Pianeta, ancora così irrisolti, ma chiari a pochi privilegiati tra cui anche letterati.

Se leggiamo le opere di Verne, in particolare "Viaggio al centro della Terra", veniamo a conoscenza dell'immaginaria spedizione del Prof. Linderbrock per giungere al centro della Terra. Sappiamo dal racconto che, una volta arrivato, scopre un mondo tutto nuovo fatto di mostri, di oggetti volanti, ma sopratutto scopre i resti della civiltà di Atlantide. Quest'ultima parola modifica in pieno le teorie appena poste, e la stessa figura di Giulio Verne sembra rinnovarsi. Un quadro ben definito inizia piano piano a definirsi ai nostri occhi; ma prima di formulare un 'altra teoria, come avevamo detto più su, dobbiamo ritornare su quanto fu comunicato di preciso a Verne in quei giorni del XIX secolo. Supponendo quindi che uomini giunti dal futuro abbiano comunicato allo scrittore francese particolari elementi tecnologici futuri, è possibile che questi gli abbiano anche comunicato l'ubicazione di Atlantide o di mondi sotterranei ancora sconosciuti, ma che al tempo in cui verrà inventata la macchina del tempo saranno già stati ritrovati. Tutto è possibile , infatti, in questo quadro, anche la figura del Capitano Nemo trova un suo posto. Potrebbe essere stato uno dei tanti alla ricerca di Atlantide. Se non fosse valida questa teoria? Se non fosse così, quale sarebbe stata la fonte che ispirò il nostro autore di Fantascienza? Dobbiamo tutto ciò solamente al suo estro creativo? Quest'uomo aveva un'immaginazione così pazzesca da immaginare l'inimmaginabile?

Se prendessimo in considerazione questa ipotesi dovremmo classificarlo come il più grande scrittore di Fantascienza del XIX sec., un grande pensatore, capace di guardare oltre gli schemi della sua vita quotidiana, di stravolgere e rovesciare le normali leggi della realtà del suo tempo e colorarle con caratteri più belli e anche un po' più moderni rispetto al suo mondo contemporaneo.



                                                                                                               Pasquale Arciolo

Ancora abusi da parte del clero

VARESE - Una brutta storia scuote l'ambiente religioso di Varese.
Una suora avrebbe commesso abusi sessuali nei confronti di una ragazza, all'epoca dei fatti minorenne, che nel 2011 si è suicidata a causa di una profonda crisi psicologica.
Per questo il gip di Busto Arsizio ha disposto la misura di sicurezza del ricovero in casa di cura nei confronti di una suora di 52 anni, indagata per abusi sessuali, violenze private.
VIOLENZE TRA IL '98 E IL '99 Secondo le accuse le violenze sarebbero avvenute tra il '97 e il '98, in un oratorio del varesotto dove la suora prestava servizio.
Le indagini, coordinate dal pm Roberta Colangelo, sono state condotte dalla polizia, che dopo il suicidio ha esaminato scritti, diari, corrispondenza e documentazione video e fotografica ritrovata tra gli effetti personali della giovane.
Secondo le ricostruzioni la suora ha incontrato la ragazza, con qualche difficoltà relazionale, nell'oratorio di una parrocchia a Busto Arsizio (Varese). L'incontro assunse presto connotazioni sessuali sino a trasformarsi nel tempo in veri e propri atti persecutori e crescenti violenze fino a quando, nel giugno 2011, la ragazza, si è suicidata all'età di ventisei anni.
Attualmente la religiosa, residente in provincia di Milano, dirige un centro di formazione professionale.
Dalle risultanze della consulenza tecnica è risultata pericolosa socialmente, e affetta da un disturbo della personalità che incide parzialmente sulla capacità di intendere e di volere.

Da Leggo news


E con queste parole (disturbo della personalità che incide parzialmente sulla capacità di intendere e di volere)


LA FARA' FRANCA 


Per lei qualche monastero carino e accogliente, per la povera ragazza il cimitero

L'istinto animale


Gli animali usano l'istinto cosa che noi abbiamo perso per la strada della civilizzazione. Il loro istinto non sbaglia....... MAI!

L'ennesima farsa dei maghetti della politica

LA LEGGE DEL VOTO A PERDERE

Fatemi capire.

State approvando una legge elettorale che decreta in partenza l’inutilità del voto di primavera.
State allestendo una fiction elettorale solo per lasciare Monti al governo? Dando la maggioranza numerica solo a chi prenderà il 42 e mezzo per cento, stabilite a priori che nessuno potrà vincere alle prossime elezioni ma dovrà fare pappa e ciccia con l'avversario elettorale del giorno prima e tentare un fritto misto di governo.
Un regalo ai partitini ricattatori, agli aghetti della bilancia, ai doppi forni e alle ammucchiate che, si sa, non portano mai bene al Paese perché quando si sommano propositi divergenti di solito la somma è zero, cioè il poco o il nulla. Dunque votiamo per restare nella situazione presente, con maggioranze strane e incapaci di tutto.
State allestendo una fiction elettorale solo per lasciare Monti al governo? Ditelo, porca zozza, non prendeteci per i fondelli.
E in questa situazione volete fare le primarie, ma de che?
A che servono questi giochi di simulazione? E lei, Presidente, che sta a fare sul Colle, si rende conto che è più utile alla democrazia Antonella Clerici che lei, visto che lei garantisce il voto?
Poi vi lamentate che gli italiani votano Grillo o meglio non votano affatto.
Non avete dimezzato il parlamento e i costi della politica, non avete abolito le Regioni né risanato un tubo, e ora non varate nemmeno regole elettorali decenti per far funzionare la democrazia.
Mi dite perché dovremmo andare al voto, con che spirito, con quale prospettiva?
Bella la vita, per noi italiani, tra voto inutile e governo dannoso.
E fuori, con la crisi, piovono mazzate.

Di Marcello Veneziani

Qualche idea per gli antipasti di Natale

TRA UN PO E' NATALE ALCUNE IDEE ...... IN CUCINA
Le decorazioni saranno più carine
Un vassoio cosi di salumi e l'applauso sarà garantito
Le bruschette che passione
Delle semplici polpette presentate così dicono......mangiami
Al posto delle solite patatine fritte
Con un attrezzo per dolci il successo è assicurato