mercoledì 14 novembre 2012

Lo scrittore del futuro: Giulio Verne


Giulio Verne è il nome italianizzato del francese Jules Verne (Nantes 1828 - Amiens1905), uno degli scrittori di fantascienza più letti al mondo. Chi non conosce Giulio Verne? Sicuramente in pochi, anzi, in pochissimi ignoreranno la sua esistenza: è stato un uomo di grande talento; con un’avvincente scrittura e con bellissime storie ha fatto sognare e continua a far sognare migliaia e migliaia di generazioni di ragazzi e di adulti, ma soprattutto è stato anticipatore, in un certo senso, dei tempi futuri. È risaputo che la Fantascienza, come il Romanticismo o l'Epica o come qualsiasi altra corrente letteraria, nasce dalla fervida immaginazione dello scrittore, e il suo mondo e i suoi valori hanno poco a che fare con la realtà che ci circonda; anzi, a volte sono un rovesciamento stesso della realtà di tutti i giorni: l’impossibile diventa possibile, stranezza e diversità sono le parole d’ordine della trama; le leggi della gravità o qualsiasi altra legge ordinaria sono del tutto assenti; la magia o i poteri extrasensoriali sono normali capacità naturali. Giulio Verne è il più degno rappresentante di questo universo immaginario, ma vediamo che nei suoi scritti egli sarebbe andato addirittura oltre l’universo della Fantascienza (come abbiamo già detto prima), descrivendo o immaginando cose , oggetti , situazioni anacronistiche, di circa un secolo più avanti! Egli è stato quindi un vero e originale anticipatore del futuro; infatti, nelle sue opere si descrivono sottomarini usati da uomini misteriosi provenienti chissà da dove (in "Ventimila leghe sotto i mari", 1870), capsule in partenza per la Luna ("dalla Terra alla Luna", 1865 ), luoghi misteriosi e enigmatici ("L’isola misteriosa", 1874), straordinarie e enigmatiche spedizioni ("Viaggio al centro della Terra", 1864; "Il giro del mondo in ottanta giorni", 1873; "La straordinaria avventura della missione Barnac", 1877).
Ma come fu possibile che uno scrittore, un uomo del XIX secolo, potesse descrivere la più grande tecnologia e le più grandi spedizioni, visto che tali cose sarebbero sorte quasi mezzo secolo più tardi? Qual è il segreto di Giulio Verne? Che cosa lo ispirò così profondamente da immaginare fatti, oggetti e situazioni tipiche degli ultimi anni del XX secolo? Certamente, Verne è un po' in contraddizione coi tempi rispetto a scrittori quali Tolkien o Terry Brooks, i quali sono sì scrittori di Fantasy, ma descrivono un tipo di cultura o mondo (Il mondo Celtico con i suoi miti e le sue leggende) che risale direttamente al passato; in poche parole, attingono dà un patrimonio culturale antico infarcendolo di elementi fantastici, non dicono o narrano di quanto dovrà ancora accadere! Fortunatamente, la domanda posta ha una degna risposta formulata da bravi studiosi del mondo dell'insolito, una teoria forse particolare o forse a tratti fantascientifica, ma pienamente corrispondente all’ambito che stiamo trattando: infatti, questi studiosi vogliono che uomini del futuro abbiano viaggiato nel tempo a ritroso, abbiano raggiunto per puro caso il XIX, incontrando (sempre per puro caso) un francese di nome Jules Verne, e gli abbiano rivelato che un giorno tra qualche secolo l’uomo produrrà mezzi capaci di navigare sott’acqua, mezzi capaci di andare sulla Luna e gli parleranno di favolose spedizioni ritenute all'epoca impossibili. Teoria interessante ma come già sappiamo niente è sicuro al 100%, anche perché nella nostra analisi emergono tanti e nuovi elementi, dove la ricerca scientifica occupa un’importante gradino. Emerge un elemento del tutto nuovo: i viaggi nel tempo, un traguardo della scienza moderna di cui ancora si sa poco.

Ma che cosa ha questo a vedere con Giulio Verne? Parecchio (come abbiamo detto più su), poiché l’autore descrive la tecnologia e i principi della fisica con una precisione anomala per quel XIX secolo, tale da fare un baffo a uno scrittore dei nostri giorni. Conviene quindi formulare la teoria: nel XXI secolo (o oltre) gli scienziati creano sottomarini, creano capsule per viaggiare verso la Luna, organizzano spedizioni a carattere archeologico, antropologico, biologico , etnologico, documentaristico in tutto il mondo e naturalmente qualche scienziato arriva a capire come sia possibile viaggiare attraverso il tempo, visitando altre epoche, altri mondi, culture; ed il viaggo nel tempo fornisce addirittura la possibilità di trasmettere le conoscenze agli uomini del passato, magari a qualche primitiva civiltà, capitando qualche secolo prima della nascita di Cristo. Naturalmente quando si arriva a capire certi princìpi, lo scienziato curioso decide di sperimentarli, così progetta di viaggiare con una buona equipe nel tempo, ritrovandosi guardo caso in una Francia del XIX secolo, e decide di passar lì un po' di tempo, studiando la civiltà di quel periodo; ma nella vita, come si sa, si incontrano tanti tipi di persone e, per caso, incontrano un letterato di nome Jules Verne; a questi, raccontano delle meraviglie che un giorno l'uomo creerà, delle spedizioni in tutto il mondo, dei viaggi attraverso lo spazio. Cogliamo, prima di andare avanti, anche l'occasione per riflettere su un altro punto che non ha a che vedere con quanto stiamo trattando, ma che ci interessa profondamente. Infatti, i miti dei popoli primitivi parlano di esseri con lunghi capelli biondi o rossi e con gli occhi azzurri giunti dall'infinito spazio a bordo di navi volanti avvolti in lingue di fuoco che, stabilitisi pacificamente tra le loro genti, insegnarono loro tutta la scienza. A questo punto, potremmo benissimo inserirci anche in questo caso lo zampino dei viaggi nel tempo; infatti, scienziati del XXI secolo, inventano il viaggio nel tempo e decidono di sperimentarlo; si ritrovano così in un'epoca primitiva abitata da razze ancora così ignare del progresso e della tecnologia. Vengono accolti come dèi, vivono con loro e gli insegnano tutta la sacra scienza. Dopo un certo numero di anni ritornano indietro nel tempo, ma sono diventati parte della cultura dei primitivi. Questo spiegherebbe anche perché vi sono numerosi disegni di veicoli spaziali su rocce risalenti al Paleolitico. Come vediamo, quindi, la teoria dei viaggi nel tempo tende ad abbracciare più ambiti del mistero. Ritorniamo sul punto che avevamo lasciato. Un uomo che vive nel passato apprende conoscenze del mondo futuro da parte di umani giunti da quest'ultimo e naturalmente l'uomo o il letterato che era in cerca di qualcosa da scrivere trova le storie molto interessanti, e cerca di ricamarci qualcosa sopra, sapendo da un lato però che certe cose descritte appartengono alla più pura realtà; in effetti, Verne è stato indirettamente una sorta di vittima o di pedina involontaria di qualcosa di grande accaduto anni e anni dopo di lui, un semplice giocattolo nelle mani del destino, il quale si trova ingenuamente a scrivere qualcosa di cui certamente non porrà problemi ai suoi contemporanei (visto che eravamo in pieno clima positivistico), ma ne porrà di più ai lettori del '900, ponendosi la fatidica domanda circa la contraddittorietà della storia, circa la diversità di quelli che erano i normali schemi accademici appresi in tanti anni di studi. Fortunatamente, le analisi continuano e vediamo che la teoria posta precedentemente si rinnova di un nuovo tessuto, un tessuto ancora più suggestivo ed enigmatico, capace di far riflettere profondamente sui misteri che circondano il nostro Pianeta, ancora così irrisolti, ma chiari a pochi privilegiati tra cui anche letterati.

Se leggiamo le opere di Verne, in particolare "Viaggio al centro della Terra", veniamo a conoscenza dell'immaginaria spedizione del Prof. Linderbrock per giungere al centro della Terra. Sappiamo dal racconto che, una volta arrivato, scopre un mondo tutto nuovo fatto di mostri, di oggetti volanti, ma sopratutto scopre i resti della civiltà di Atlantide. Quest'ultima parola modifica in pieno le teorie appena poste, e la stessa figura di Giulio Verne sembra rinnovarsi. Un quadro ben definito inizia piano piano a definirsi ai nostri occhi; ma prima di formulare un 'altra teoria, come avevamo detto più su, dobbiamo ritornare su quanto fu comunicato di preciso a Verne in quei giorni del XIX secolo. Supponendo quindi che uomini giunti dal futuro abbiano comunicato allo scrittore francese particolari elementi tecnologici futuri, è possibile che questi gli abbiano anche comunicato l'ubicazione di Atlantide o di mondi sotterranei ancora sconosciuti, ma che al tempo in cui verrà inventata la macchina del tempo saranno già stati ritrovati. Tutto è possibile , infatti, in questo quadro, anche la figura del Capitano Nemo trova un suo posto. Potrebbe essere stato uno dei tanti alla ricerca di Atlantide. Se non fosse valida questa teoria? Se non fosse così, quale sarebbe stata la fonte che ispirò il nostro autore di Fantascienza? Dobbiamo tutto ciò solamente al suo estro creativo? Quest'uomo aveva un'immaginazione così pazzesca da immaginare l'inimmaginabile?

Se prendessimo in considerazione questa ipotesi dovremmo classificarlo come il più grande scrittore di Fantascienza del XIX sec., un grande pensatore, capace di guardare oltre gli schemi della sua vita quotidiana, di stravolgere e rovesciare le normali leggi della realtà del suo tempo e colorarle con caratteri più belli e anche un po' più moderni rispetto al suo mondo contemporaneo.



                                                                                                               Pasquale Arciolo

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