sabato 20 ottobre 2012
Orso polare gioca e abbraccia cane da slitta !
Della serie "coppie strane", ecco un orso polare che forse preso dalla noia trova un po' di compagnia e affetto da un gruppo di cani da slitta che non sembrano affatto sdegnare l'approccio !
AMBAM Il Gorilla che si alza e cammina come un uomo!
Kent - Inghilterra
Ambam è un gorilla di 21 anni e 150 kg ospite presso The Aspinall Foundation's Port Lympne Wild Animal Park, un parco naturalistico del Kent, nel sudest inglese. Da qualche giorno, grazie al web, è diventato una celebrità: il video che lo ritrae mentre cammina perfettamente eretto ha fatto il giro del mondo e in poco tempo è stato visto più di 300.000 volte. Phil Ridges, un responsabile all'interno del parco, ha dichiarato «Di tanto in tanto lo fanno tutti i gorilla ma nessuno si comporta come Ambam». Secondo Ridges il gorilla avrebbe imparato a camminare eretto da suo padre Bitam, che mostrava questo singolare comportamento quando doveva trasportare grandi quantità di cibo. E in effetti anche le sue due sorelle, a volte, camminano erette. Secondo gli esperti Ambam si alza sulle zampe posteriori per poter avvistare in anticipo rispetto a compagni di recinto i guardiani che portano loro da mangiare e... per non bagnarsi le mani quando piove. La Aspinall Foundation recupera i piccoli gorilla rimasti orfani per colpa dei cacciatori, li cresce e li immette nuovamente nei loro habitat africani: chissà se qualcuno degli animali allo stato selvatico inizierà a imitare il curioso passo di Ambam. I gorilla sono una specie minacciata dalla caccia illegale e da una variante del virus ebola.
Ambam è un gorilla di 21 anni e 150 kg ospite presso The Aspinall Foundation's Port Lympne Wild Animal Park, un parco naturalistico del Kent, nel sudest inglese. Da qualche giorno, grazie al web, è diventato una celebrità: il video che lo ritrae mentre cammina perfettamente eretto ha fatto il giro del mondo e in poco tempo è stato visto più di 300.000 volte. Phil Ridges, un responsabile all'interno del parco, ha dichiarato «Di tanto in tanto lo fanno tutti i gorilla ma nessuno si comporta come Ambam». Secondo Ridges il gorilla avrebbe imparato a camminare eretto da suo padre Bitam, che mostrava questo singolare comportamento quando doveva trasportare grandi quantità di cibo. E in effetti anche le sue due sorelle, a volte, camminano erette. Secondo gli esperti Ambam si alza sulle zampe posteriori per poter avvistare in anticipo rispetto a compagni di recinto i guardiani che portano loro da mangiare e... per non bagnarsi le mani quando piove. La Aspinall Foundation recupera i piccoli gorilla rimasti orfani per colpa dei cacciatori, li cresce e li immette nuovamente nei loro habitat africani: chissà se qualcuno degli animali allo stato selvatico inizierà a imitare il curioso passo di Ambam. I gorilla sono una specie minacciata dalla caccia illegale e da una variante del virus ebola.
Lo Stendardo di Ur
Lo Stendardo di UR è un mosaico che ci racconta di un’antichissima civiltà nata in Mesopotamia, l’odierno Iraq, circa 6000 anni fa. L’opera originale, risalente a circa 5000 anni fa, nasconde una drammatica attualità nel racconto della guerra e della pace e può considerarsi una sorta di libro storico illustrato. Si tratta di un pannello rettangolare bifronte del quale non si conosce l'effettiva funzione. In esso, gli artisti mesopotamici, hanno incastonato, su di uno strato di catrame, lapislazzuli, conchiglie, pietre di calcare rosso e madreperle bianche per mezzo delle quali, con estrema raffinatezza, nonché competenza tecnica ed espressiva, sono riusciti a descrivere con ricchezza di minuzie la loro avanzatissima civiltà.
Le scene sono raccontate per mezzo di tre strisce, che narrano su di un lato le vicende relative ad una guerra vinta dai Sumeri e sull’altro la pace riconquistata. Sulla facciata detta “della guerra”, i soldati indossano un lungo mantello e hanno il capo cinto da una cuffia. Un corteo di pesanti carri da guerra avanza rotolando su grandi ruote di legno. È questa la prima rappresentazione che ci è giunta della ruota, una delle invenzioni più importanti dell’umanità.
Queste prime ruote erano di legno pieno, fatte con tre pezzi uniti insieme con delle traverse, sempre di legno, o con corregge di cuoio: i due pezzi laterali erano a forma di mezzaluna; quello centrale aveva i bordi arrotondati e presentava un foro nel quale passava l’asse che trasmetteva il movimento al carro. Erano pesanti eppure rivoluzionarono i trasporti perché permettevano di spostare materiali ingombranti con una certa facilità. I carri erano trascinati da cavalli, ben addestrati e dettagliatamente curati. Sempre in questa faccia, c’è un aspetto molto crudele che ci fa prendere coscienza dell’assurdità della guerra, evidenziando, soprattutto, che il tempo trascorso da quegli eventi sia passato invano; vediamo, infatti, i nemici, caduti in battaglia, calpestati dai carri che muovono all’assalto. Le crude scene, raccontate nello stendardo, ancora oggi le rivediamo quasi allo stesso modo, non più “fissate” in mosaici ma attraverso gli schermi televisivi ed in tempo reale.
L’Opera si trova attualmente conservata presso il British Museum, di Londra.
Animali albini
L'albinismo rappresenta un gruppo di anomalie genetiche inerenti la sintesi della melanina; il termine “albinismo” deriva dal latino “albus”, che significa “bianco”.
Il Metéora ( greco : Μετέωρα , "sospeso rocce", "sospeso in aria" o "in alto nei cieli"
E' uno dei complessi più grandi e più importanti della chiesa ortodossa orientale. Dei monasteri in Grecia, Mèteora è secondo solo a quello del Monte Athos. I sei monasteri sono costruiti su pilastri naturali di arenaria. Situato nella pianura della Tessaglia vicino al Pineios fiume e catena montuosa del Pindo , nella Grecia centrale. La città più vicina è Kalambaka
La vita monastica delle Meteore risale a 500 anni fa. Non esistono leggende sulle Meteore e la mitologia non si è occupata di questo fenomeno straordinario. La loro.esistenza si perde nella notte dei tempi, ma solo nell'ultimo millennio gli storici hanno cominciato ad occuparsene. Questo imponente fenomeno geologico, unico al mondo, è stato studiato a più riprese da geologi greci e stranieri, senza tuttavia che essi siano potuti arrivare ad una conclusione concorde per quanto riguarda l'origine di queste rocce giganti. Sembra che la teoria più vicina alla realtà sia quella del geologo tedesco Philipson, venuto in Grecia verso la fine del secolo scorso. A suo avviso queste enormi masse di roccia sono state create da un conoide di deiezione, cioè dai detriti (ciottoli fluviali e pietre calcaree) depositati da un grande fiume che, milioni di anni fa, si versava in un golfo profondo nel mare che allora copriva la Tessaglia.
La natura inaccessibile e selvaggia del luogo assicurò agli abitanti, nel corso dei tempi, una valida protezione contro le incursioni degli invasori che a più riprese entrarono in Tessaglia. Queste rocce furono all'inizio un asilo sicuro per gli eremiti e più tardi per i monaci che, rinunciando al mondo, si sentivano più vicini a Dio, tendendo a raggiungere la perfezione della vita cristiana con la carità e le privazioni, nella pace celeste di queste rocce.
Questi asceti, all'inizio eremiti isolati, pregavano in piccole cappelle che si chiamavano «oratori». In seguito, poco a poco, si unirono a formare delle comunità religiose, per vivere più compiutamente il loro impegno cristiano. Non si sa quando le Meteore siano state abitate per la prima volta. Tutte le fonti scritte esistenti risalgono ad epoche in cui la vita monastica era già organizzata. Alcuni bizantinologi sostengono che esistessero dei monaci organizzati in conventi già prima del secondo millennio d.C. Secondo altri il primo asceta fu un certo Barnaba, che nel 950- 970 fondò l'antichissimo convento di S. Spirito.
I primi asceti scalavano le rocce delle Meteore per mezzo di una serie di impalcature, che venivano sostenute da travi fissate nella roccia. Questa sistemazione (di cui si possono distinguere ancora le tracce) fu rimpiazzata più tardi da lunghissime e vertiginose scale di corda. Quelli che non osavano servirsene venivano tirati su per mezzo di una rete. La salita durava circa mezz'ora: mezz'ora di angoscia e di terrore. Un sudore freddo imperlava la fronte di colui che si accingeva alla salita quando, staccatasi dal suolo, la rete si metteva a girare in cerchio nel vuoto, mentre la corda strideva sul verricello, minacciando da un momento all'altro di mandare il visitatore in fondo all'abisso. Dal 1922 delle scale tagliate nella roccia permettono di accedere al monastero in modo sicuro e facile. La rete è ancora usata per il trasporto degli alimenti e di altri generi di prima necessità.
E' uno dei complessi più grandi e più importanti della chiesa ortodossa orientale. Dei monasteri in Grecia, Mèteora è secondo solo a quello del Monte Athos. I sei monasteri sono costruiti su pilastri naturali di arenaria. Situato nella pianura della Tessaglia vicino al Pineios fiume e catena montuosa del Pindo , nella Grecia centrale. La città più vicina è Kalambaka
La vita monastica delle Meteore risale a 500 anni fa. Non esistono leggende sulle Meteore e la mitologia non si è occupata di questo fenomeno straordinario. La loro.esistenza si perde nella notte dei tempi, ma solo nell'ultimo millennio gli storici hanno cominciato ad occuparsene. Questo imponente fenomeno geologico, unico al mondo, è stato studiato a più riprese da geologi greci e stranieri, senza tuttavia che essi siano potuti arrivare ad una conclusione concorde per quanto riguarda l'origine di queste rocce giganti. Sembra che la teoria più vicina alla realtà sia quella del geologo tedesco Philipson, venuto in Grecia verso la fine del secolo scorso. A suo avviso queste enormi masse di roccia sono state create da un conoide di deiezione, cioè dai detriti (ciottoli fluviali e pietre calcaree) depositati da un grande fiume che, milioni di anni fa, si versava in un golfo profondo nel mare che allora copriva la Tessaglia.
La natura inaccessibile e selvaggia del luogo assicurò agli abitanti, nel corso dei tempi, una valida protezione contro le incursioni degli invasori che a più riprese entrarono in Tessaglia. Queste rocce furono all'inizio un asilo sicuro per gli eremiti e più tardi per i monaci che, rinunciando al mondo, si sentivano più vicini a Dio, tendendo a raggiungere la perfezione della vita cristiana con la carità e le privazioni, nella pace celeste di queste rocce.
Questi asceti, all'inizio eremiti isolati, pregavano in piccole cappelle che si chiamavano «oratori». In seguito, poco a poco, si unirono a formare delle comunità religiose, per vivere più compiutamente il loro impegno cristiano. Non si sa quando le Meteore siano state abitate per la prima volta. Tutte le fonti scritte esistenti risalgono ad epoche in cui la vita monastica era già organizzata. Alcuni bizantinologi sostengono che esistessero dei monaci organizzati in conventi già prima del secondo millennio d.C. Secondo altri il primo asceta fu un certo Barnaba, che nel 950- 970 fondò l'antichissimo convento di S. Spirito.
I primi asceti scalavano le rocce delle Meteore per mezzo di una serie di impalcature, che venivano sostenute da travi fissate nella roccia. Questa sistemazione (di cui si possono distinguere ancora le tracce) fu rimpiazzata più tardi da lunghissime e vertiginose scale di corda. Quelli che non osavano servirsene venivano tirati su per mezzo di una rete. La salita durava circa mezz'ora: mezz'ora di angoscia e di terrore. Un sudore freddo imperlava la fronte di colui che si accingeva alla salita quando, staccatasi dal suolo, la rete si metteva a girare in cerchio nel vuoto, mentre la corda strideva sul verricello, minacciando da un momento all'altro di mandare il visitatore in fondo all'abisso. Dal 1922 delle scale tagliate nella roccia permettono di accedere al monastero in modo sicuro e facile. La rete è ancora usata per il trasporto degli alimenti e di altri generi di prima necessità.
La musica è un linguaggio universale
Solo la musica è un linguaggio universale che non ha bisogno di essere tradotto,
ed è per questo che parla all’anima.
Funghi bioluminescenti
Durante il periodo delle piogge in alcune regioni del Giappone si possono trovare questi funghi. La bioluminescenza e' dovuta ad una reazione chimica causata da un enzima.
La ragione scientifica del perché creino questa luce non e' ancora nota ma la teoria più accreditata vede la ragione nella sopravvivenza. La luce attrae gli insetti necessari alla dispersione delle spore in una regione con vento quasi inesistente.
l fenomeno della luminescenza avviene tra la fine di maggio e luglio nelle foreste dell'isola di Mesameyama nella regione Ugui in Wakayama, ma sono stati visti anche nella zona costiera a sud della penisola di Kii peninsula in Kyushu e altre zone. Vi sono visite guidate nella foresta di Masameyama per assistere allo spettacolo.
Nel solo Giappone sono presenti 10 varieta' di funghi luminescenti. Altre varieta' possono essere trovate anche nei boschi del sud del Brasile (Jack-o-Lantern Mushroom).
La ragione scientifica del perché creino questa luce non e' ancora nota ma la teoria più accreditata vede la ragione nella sopravvivenza. La luce attrae gli insetti necessari alla dispersione delle spore in una regione con vento quasi inesistente.
l fenomeno della luminescenza avviene tra la fine di maggio e luglio nelle foreste dell'isola di Mesameyama nella regione Ugui in Wakayama, ma sono stati visti anche nella zona costiera a sud della penisola di Kii peninsula in Kyushu e altre zone. Vi sono visite guidate nella foresta di Masameyama per assistere allo spettacolo.
Nel solo Giappone sono presenti 10 varieta' di funghi luminescenti. Altre varieta' possono essere trovate anche nei boschi del sud del Brasile (Jack-o-Lantern Mushroom).
Le sbalorditive immagini del lago che brilla al buio.
Le immagini sono talmente sorprendenti da sembrare frutto di fotoritocco. Invece il fenomeno immortalato in queste davvero sbalorditive fotografie è autentico. Phil Hart, il fotografo trentaquattrenne che ha scattato le foto bizzarre dei suoi amici immersi nelle acque del lago nel buio della notte ha riferito: «Era come se stessimo giocando con della vernice radioattiva!». La luce blu è creata da una reazione chimica chiamata bioluminescenza dovuta alla presenza di microrganismi. Le immagini sono particolarmente sorprendenti perché la concentrazione del microrganismo ‘Noctiluca scintillans’ in questo lago era anormalmente elevata quando le foto sono state scattate presso Gippsland Lakes in Victoria, Australia. Tali fenomeni sono molto rari e ancor più raro è che siano così intensi. Phil ed i suoi amici si sono divertiti a gettare sassi nell’acqua per evidenziare la spettacolarità della luce fluorescente e poterla fotografare.
UN ABITO TALARE FATTO IN TELA DI RAGNO
Londra - Era possibile ammirarlo al Victoria and Albert Museum di Londra, fino al 5 giugno di quest'anno un abito unico al mondo. Si tratta di un abito talare (ovvero utilizzato dai sacerdoti nelle funzioni liturgiche) tessuto di tela di ragno. Pare infatti che la fibra della tela di ragno possieda caratteristiche particolari, che sono state studiate dall’Università della California sulla base di precedenti esperienze. Nel secolo scorso, la tela di ragno veniva lavorata a mano per fare soprattutto reti da pesca, e i risultati non erano eccezionali, per quanto caratterizzati da un’enorme capacità di resistenza alle sollecitazioni. Si è così tentato di usare un processo di filatura industriale con degli appositi macchinari, arrivando ad ottenere un tessuto elegante e lucente come seta, ma dalle eccezionali proprietà elastiche paragonabili a quelle del nylon, e resistentissima. I fili utilizzati per tessere questo capolavoro provengono dal lavoro di 1,2 milioni di ragni della specie Golden Orb e l’abito è stato confezionato dagli artisti Nicholas Godley, americano, e Simon Peers, inglese, che hanno potuto realizzarlo grazie all’esperienza acquisita in una fabbrica in Madagascar. «Lavorando nel settore tessile sono venuto a conoscenza che si stava lavorando alla realizzazione di un tessuto fatto con la tela di ragno, e quando ho scoperto che questa non era solo una leggenda ho cercato di realizzarla e ci sono riuscito», spiega Simon Peers. Per realizzare l’abito lungo quattro metri, il cui colore giallo dorato non è risultato di una tintura ma è proprio quello naturale dei filamenti, ci sono voluti ben 5 anni e il lavoro di 80 maestri artigiani che hanno tessuto a mano il prezioso filo. Ne è nato un vero e proprio capolavoro, un abito unico nella sua incomparabile ricchezza e bellezza. La cappa color oro è stata creata proprio in Madagascar, in una delle due uniche fabbriche al mondo che tessono tela di ragni Golden orb della famiglia dei Nephila Maculata.
Londra - Era possibile ammirarlo al Victoria and Albert Museum di Londra, fino al 5 giugno di quest'anno un abito unico al mondo. Si tratta di un abito talare (ovvero utilizzato dai sacerdoti nelle funzioni liturgiche) tessuto di tela di ragno. Pare infatti che la fibra della tela di ragno possieda caratteristiche particolari, che sono state studiate dall’Università della California sulla base di precedenti esperienze. Nel secolo scorso, la tela di ragno veniva lavorata a mano per fare soprattutto reti da pesca, e i risultati non erano eccezionali, per quanto caratterizzati da un’enorme capacità di resistenza alle sollecitazioni. Si è così tentato di usare un processo di filatura industriale con degli appositi macchinari, arrivando ad ottenere un tessuto elegante e lucente come seta, ma dalle eccezionali proprietà elastiche paragonabili a quelle del nylon, e resistentissima. I fili utilizzati per tessere questo capolavoro provengono dal lavoro di 1,2 milioni di ragni della specie Golden Orb e l’abito è stato confezionato dagli artisti Nicholas Godley, americano, e Simon Peers, inglese, che hanno potuto realizzarlo grazie all’esperienza acquisita in una fabbrica in Madagascar. «Lavorando nel settore tessile sono venuto a conoscenza che si stava lavorando alla realizzazione di un tessuto fatto con la tela di ragno, e quando ho scoperto che questa non era solo una leggenda ho cercato di realizzarla e ci sono riuscito», spiega Simon Peers. Per realizzare l’abito lungo quattro metri, il cui colore giallo dorato non è risultato di una tintura ma è proprio quello naturale dei filamenti, ci sono voluti ben 5 anni e il lavoro di 80 maestri artigiani che hanno tessuto a mano il prezioso filo. Ne è nato un vero e proprio capolavoro, un abito unico nella sua incomparabile ricchezza e bellezza. La cappa color oro è stata creata proprio in Madagascar, in una delle due uniche fabbriche al mondo che tessono tela di ragni Golden orb della famiglia dei Nephila Maculata.
Foresta di pietra
La foresta di pietra si trova nel parco nazionale di Bemahara, nell'ovest del Madagascar. È composto da pinnacoli calcarei estremamente nitide. Questo sito unico è stato dichiarato patrimonio dell'umanità nel 1990 ed è conosciuto dai locali come Tsingy, che significa qualcosa come "dove non può cammina a piedi nudi"