giovedì 11 ottobre 2012
Il castello di Sirmione
Sirmione e il suo castello sorgono sulla punta di una lunga penisola, protesa nelle acque del lago di Garda, abitata fin dai tempi dei Romani. Qui, fra XIII e XIV secolo, aveva la sua base la flotta dei Della Scala.
CASTELLO E PORTO
Il castello scaligero di Sirmione è un notevole esempio di fortificazione medievale ottimamente conservata, con caratteristiche architettoniche quasi uniche in Italia. Di particolare interesse è la grande darsena fortificata, dove si riparava la flotta scaligera incaricata di pattugliare il lago. Impiegato per scopi militari fino all’ottocento, fu dopo l’Unità d’Italia sede del Municipio, quindi declassato a ufficio postale e a caserma. Restaurato nel 1908, è oggi museo di se stesso. Nell’area in cui sarebbe sorto l’attuale borgo scaligero esisteva già, in epoca romana, una grande villa, che la tradizione lega al nome di Catullo; la sua eccezionale posizione panoramica permetteva di dominare tutto il bacino del Garda.
IL CAPOSALDO DEI DELLA SCALA
La costruzione della rocca di Sirmione fu iniziata alla fine del XIII secolo da Mastino I Della Scala, su fondamenta risalenti forse all’epoca romana. Risalgono a quel periodo il nucleo occidentale del castello, il “cortile” trapezoide e il “mastio” interno. Successivamente fu realizzata la cinta esterna di mura che circonda in parte il castello originario. Nel XIV secolo infine venne costruita la grande darsena fortificata, una struttura di cui esistono ben pochi altri esempi in Italia, così ben conservati. Particolarmente studiata risulta la sequenza degli accessi alla rocca: per arrivare all’entrata del castello bisogna innanzitutto oltrepassare la porta che difende il borgo, quindi superare via via le difese degli ingressi ai vari settori in cui è compartimentato il castello (anche i passaggi da un cortile all’altro sono protetti). Le fortificazioni del castello erano collegate a quelle del borgo, risalenti anch’esse forse all’epoca romana. Si sa infatti che già in quel periodo il porto orientale era protetto da fortificazioni e che due cinte murarie difendevano il centro abitato e l’intera penisola. La nuova cerchia difensiva di epoca scaligera fu realizzata invece principalmente intorno al castello. I veneziani, subentrati agli Scaligeri, utilizzarono la rocca di Sirmione come sede di guarnigione e fortificarono invece il borgo con una serie di bastioni posti a difesa all’accesso da sud.
ASCESA E DECLINO DI UNA DINASTIA – La famiglia Della Scala fu una delle grandi dinastie signorili dell’Italia settentrionale. Il suo nome è legato a Verona, di cui gli Scaligeri tennero la signoria dal 1259 al 1387. Il primo vero signore di Verona fu Mastio I, a cui succedettero Alberto I, il figlio di questi Bartolomeo I, quindi Alboino I, Cangrande I (fra il 1308 e il 1329), Mastino II (fino al 1351) e Alberto II (fino al 1352), Cangrande II (fino al 1359), Cansignorio (fino al 1375), Bartolomeo II (fino al 1381). Sotto di loro la dinastia toccò l’apice del potere. L’ultimo erede della signoria, Antonimo, dovette cedere alla pressione dei Visconti, che nel 1387 si impadronirono di Verona. Nel 1404 Guglielmo, figlio naturale di Cangrande II, cercò di restaurare la signoria avita, ma in realtà il suo tentativo fu solo uno stratagemma dei Carraresi, suoi protettori, per riuscire a impadronirsi, tramite interposta persona, della città. La dinastia, ormai, era finita; ben presto Verona stessa sarebbe passata sotto il dominio veneziano.
CASTELLO E PORTO
Il castello scaligero di Sirmione è un notevole esempio di fortificazione medievale ottimamente conservata, con caratteristiche architettoniche quasi uniche in Italia. Di particolare interesse è la grande darsena fortificata, dove si riparava la flotta scaligera incaricata di pattugliare il lago. Impiegato per scopi militari fino all’ottocento, fu dopo l’Unità d’Italia sede del Municipio, quindi declassato a ufficio postale e a caserma. Restaurato nel 1908, è oggi museo di se stesso. Nell’area in cui sarebbe sorto l’attuale borgo scaligero esisteva già, in epoca romana, una grande villa, che la tradizione lega al nome di Catullo; la sua eccezionale posizione panoramica permetteva di dominare tutto il bacino del Garda.
IL CAPOSALDO DEI DELLA SCALA
La costruzione della rocca di Sirmione fu iniziata alla fine del XIII secolo da Mastino I Della Scala, su fondamenta risalenti forse all’epoca romana. Risalgono a quel periodo il nucleo occidentale del castello, il “cortile” trapezoide e il “mastio” interno. Successivamente fu realizzata la cinta esterna di mura che circonda in parte il castello originario. Nel XIV secolo infine venne costruita la grande darsena fortificata, una struttura di cui esistono ben pochi altri esempi in Italia, così ben conservati. Particolarmente studiata risulta la sequenza degli accessi alla rocca: per arrivare all’entrata del castello bisogna innanzitutto oltrepassare la porta che difende il borgo, quindi superare via via le difese degli ingressi ai vari settori in cui è compartimentato il castello (anche i passaggi da un cortile all’altro sono protetti). Le fortificazioni del castello erano collegate a quelle del borgo, risalenti anch’esse forse all’epoca romana. Si sa infatti che già in quel periodo il porto orientale era protetto da fortificazioni e che due cinte murarie difendevano il centro abitato e l’intera penisola. La nuova cerchia difensiva di epoca scaligera fu realizzata invece principalmente intorno al castello. I veneziani, subentrati agli Scaligeri, utilizzarono la rocca di Sirmione come sede di guarnigione e fortificarono invece il borgo con una serie di bastioni posti a difesa all’accesso da sud.
ASCESA E DECLINO DI UNA DINASTIA – La famiglia Della Scala fu una delle grandi dinastie signorili dell’Italia settentrionale. Il suo nome è legato a Verona, di cui gli Scaligeri tennero la signoria dal 1259 al 1387. Il primo vero signore di Verona fu Mastio I, a cui succedettero Alberto I, il figlio di questi Bartolomeo I, quindi Alboino I, Cangrande I (fra il 1308 e il 1329), Mastino II (fino al 1351) e Alberto II (fino al 1352), Cangrande II (fino al 1359), Cansignorio (fino al 1375), Bartolomeo II (fino al 1381). Sotto di loro la dinastia toccò l’apice del potere. L’ultimo erede della signoria, Antonimo, dovette cedere alla pressione dei Visconti, che nel 1387 si impadronirono di Verona. Nel 1404 Guglielmo, figlio naturale di Cangrande II, cercò di restaurare la signoria avita, ma in realtà il suo tentativo fu solo uno stratagemma dei Carraresi, suoi protettori, per riuscire a impadronirsi, tramite interposta persona, della città. La dinastia, ormai, era finita; ben presto Verona stessa sarebbe passata sotto il dominio veneziano.
Storia della fotografia: le grandi tappe
Le pietre miliari nella nascita e nello sviluppo dell'immagine permanente.
La prima foto Fotografia di Joseph Nicéphore Niépce Secoli di progressi nei campi della chimica e dell'ottica, nonché l'invenzione della camera obscura, spianarono il campo per l'avvento della fotografia. Nel 1826 lo scienziato francese Joseph Nicéphore Niépce scattò la prima immagine permanente, intitolata Vista dalla finestra a Le Gras, nella casa di campagna della sua famiglia. Niépce produsse l'immagine - la vista del cortile e degli edifici circostanti dalla finestra al piano superiore della casa - esponendo per diverse ore una lastra di rame e argento ricoperta da uno strato bitume in una camera obscura appoggiata al davanzale.
La prima foto a colori Fotografia di James Clerk Maxwell Meglio noto per lo sviluppo della prima teoria moderna dell'elettromagnetismo, il fisico scozzese James Clerk Maxwell si cimentò per tutta la vita con la teoria del colore, arrivando nel 1861 a produrre la prima fotografia a colori della storia. Maxwell fotografò tre volte un tartan scozzese utilizzando tre filtri diversi (rosso, blu e giallo) e infine unì le tre foto realizzando un'immagine composita: la prima foto a colori al mondo.
La più antica foto conosciuta di un tornado Per gentile concessione della NOAA Un fotografo sconosciuto ispirò eserciti di "cacciatori di tornado" catturando la prima immagine conosciuta di questo fenomeno atmosferico. L'immagine in bianco e nero fu scattata il 28 agosto del 1884 a circa 45 chilometri da Howard, nel South Dakota.
La prima foto Fotografia di Joseph Nicéphore Niépce Secoli di progressi nei campi della chimica e dell'ottica, nonché l'invenzione della camera obscura, spianarono il campo per l'avvento della fotografia. Nel 1826 lo scienziato francese Joseph Nicéphore Niépce scattò la prima immagine permanente, intitolata Vista dalla finestra a Le Gras, nella casa di campagna della sua famiglia. Niépce produsse l'immagine - la vista del cortile e degli edifici circostanti dalla finestra al piano superiore della casa - esponendo per diverse ore una lastra di rame e argento ricoperta da uno strato bitume in una camera obscura appoggiata al davanzale.
La prima foto a colori Fotografia di James Clerk Maxwell Meglio noto per lo sviluppo della prima teoria moderna dell'elettromagnetismo, il fisico scozzese James Clerk Maxwell si cimentò per tutta la vita con la teoria del colore, arrivando nel 1861 a produrre la prima fotografia a colori della storia. Maxwell fotografò tre volte un tartan scozzese utilizzando tre filtri diversi (rosso, blu e giallo) e infine unì le tre foto realizzando un'immagine composita: la prima foto a colori al mondo.
La più antica foto conosciuta di un tornado Per gentile concessione della NOAA Un fotografo sconosciuto ispirò eserciti di "cacciatori di tornado" catturando la prima immagine conosciuta di questo fenomeno atmosferico. L'immagine in bianco e nero fu scattata il 28 agosto del 1884 a circa 45 chilometri da Howard, nel South Dakota.
La signora del Dio Serpente", la regina guerriera Maya
La tomba della "Signora del Dio
Serpente", la regina guerriera Maya
Scoperti in Guatemala i resti di un’antica regina guerriera Maya che guidò il regno di Wak nel VII secolo d.C.
di James Owen
La piccola giara d’alabastro raffigurante un’anziana donna. Fotografia di El Peru Waka Regional Archaeological Project Nel sito archeologico maya di El Peru-Waka’ sono stati scoperti i resti di un'antica regina guerriera: la tomba sembra appartenere a K’abel, la sovrana che fu a capo del regno di Wak tra il 672 e il 692 d.C. Il ritrovamento è avvenuto durante gli scavi del tempio a piramide condotti da David Freidel, archeologo della Washington University di St. Louis. Il corpo era sepolto insieme a diversi oggetti, tra cui vasellame in ceramica, gioielli di giada, figurine di pietra e una particolare giara d’alabastro modellata a forma di conchiglia di strombo - un grosso mollusco tipico dei Caraibi - dalla quale emergono la testa e le braccia di un’anziana donna (foto sopra). Secondo gli studiosi, i geroglifici sul retro della giara contengono i nomi di “Signora delle Ninfee” e “Signora del Dio Serpente”. Entrambi i nomi si riferiscono alla regina che governò il regno di Wak, K’abel, appartenente alla dinastia Kan ("serpente") originaria della città di Calamkul, la capitale maya. Sposata con K'inich Bahlam, si fregiava del titolo di “Kaloomte”, cioè supremo guerriero, che le dava maggiore autorità di un re. Ornamenti da regina Sebbene le pessime condizioni di conservazione dello scheletro abbiano impedito di determinare con certezza sesso ed età, le caratteristiche del cranio sembrano coincidere con quelle di un antico ritratto del severo volto della regina Maya. Anche il ritrovamento di una conchiglia d’ostrica sul torace suggerisce che la tomba appartenesse proprio a K’abel: secondo gli archeologi che hanno studiato i resti, infatti, la regina indossava quel tipo di conchiglie come ornamenti.
La piccola giara d’alabastro raffigurante un’anziana donna. Fotografia di El Peru Waka Regional Archaeological Project Nel sito archeologico maya di El Peru-Waka’ sono stati scoperti i resti di un'antica regina guerriera: la tomba sembra appartenere a K’abel, la sovrana che fu a capo del regno di Wak tra il 672 e il 692 d.C. Il ritrovamento è avvenuto durante gli scavi del tempio a piramide condotti da David Freidel, archeologo della Washington University di St. Louis. Il corpo era sepolto insieme a diversi oggetti, tra cui vasellame in ceramica, gioielli di giada, figurine di pietra e una particolare giara d’alabastro modellata a forma di conchiglia di strombo - un grosso mollusco tipico dei Caraibi - dalla quale emergono la testa e le braccia di un’anziana donna (foto sopra). Secondo gli studiosi, i geroglifici sul retro della giara contengono i nomi di “Signora delle Ninfee” e “Signora del Dio Serpente”. Entrambi i nomi si riferiscono alla regina che governò il regno di Wak, K’abel, appartenente alla dinastia Kan ("serpente") originaria della città di Calamkul, la capitale maya. Sposata con K'inich Bahlam, si fregiava del titolo di “Kaloomte”, cioè supremo guerriero, che le dava maggiore autorità di un re. Ornamenti da regina Sebbene le pessime condizioni di conservazione dello scheletro abbiano impedito di determinare con certezza sesso ed età, le caratteristiche del cranio sembrano coincidere con quelle di un antico ritratto del severo volto della regina Maya. Anche il ritrovamento di una conchiglia d’ostrica sul torace suggerisce che la tomba appartenesse proprio a K’abel: secondo gli archeologi che hanno studiato i resti, infatti, la regina indossava quel tipo di conchiglie come ornamenti.
Pizzo di Chantilly
Chantilly è un comune francese situato nel dipartimento dell'Oise della regione della Piccardia.
da qui provengono i pizzi di seta uno dei più rinomati al mondo
La trina di Chantilly, diffusa già dal Settecento e caratterizzata dai disegni ispirati dalle ceramiche prodotte nella stessa località. La più rinomata e la più durevole fu la trina nera, realizzata con una seta particolare, che conservò il suo fascino e la sua diffusione fino alla fine dell'Ottocento. Ancora oggi le fabbriche della località francese sfornano trina di seta a macchina.
Una curiosita’: si dice che le ricamatrici della Royal School di Needlework che vi hanno lavorato, si lavavano le mani ogni mezz’ora per mantenere il pizzo immacolato e cambiavano l’ago ogni tre ore...
La trina di Chantilly, diffusa già dal Settecento e caratterizzata dai disegni ispirati dalle ceramiche prodotte nella stessa località. La più rinomata e la più durevole fu la trina nera, realizzata con una seta particolare, che conservò il suo fascino e la sua diffusione fino alla fine dell'Ottocento. Ancora oggi le fabbriche della località francese sfornano trina di seta a macchina.
Una curiosita’: si dice che le ricamatrici della Royal School di Needlework che vi hanno lavorato, si lavavano le mani ogni mezz’ora per mantenere il pizzo immacolato e cambiavano l’ago ogni tre ore...
Il cristallo di Boemia
Il vetro e la lavorazione di questo incredibile materiale hanno origini antichissime; si riporta infatti che già presso il popolo fenicio iniziassero a comparire le prime tecniche di lavorazione per trasformare il vetro in vasi e decorazioni assai apprezzate in tutto il mondo allora conosciuto. Tale fu l'importanza ed il valore del vetro, che questo sopravvisse ai secoli e le tecniche vennero tramandate di generazione in generazione attraverso i popoli che, nel tempo, le migliorarono e le perfezionarono. Il 1450 fu però l'anno in cui si conobbe una nuova decisiva svolta nella storia del vetro; in questa data, infatti, nacque, proprio in Italia, il cristallo, creato a partire dal vetro con l'aggiunta di sodio e manganese. Neanche a dirlo, questo nuovo vetro dalle caratteristiche irripetibili spopolò tra gli amanti del genere ed il segreto per ottenere tale materiale si diffuse in tutta Europa. Questo mancò, ovviamente, di giungere anche in Boemia, regione storica dell'Europa centrale, già di per sé famosa per la vastissima produzione di vetri e per le raffinate tecniche di lavorazione. Per la Boemia, che nei secoli precedenti aveva appreso dalle terre vicine l'arte del cristallo, il '600 rappresentò però il secolo del cambiamento: si scoprirono infatti i segreti per fabbricare il più bel cristallo mai visto. Soda e potassio, uniti ad una sapiente lavorazione artigianale, furono così in grado di dare vita ad un tipo di cristallo mai visto, assai simile al cristallo di rocca (quarzo ialino, varietà di quarzo del tutto incolore). Il nome di questo cristallo non poteva che rendere omaggio alla regione natale facendolo diventare il "cristallo di Boemia". Facilità di lavorazione, durezza ed una inconfondibile di bellezza fecero di questo materiale uno dei più belli mai creati ed il cristallo di Boemia spopolò così sui mercati spingendo le fabbriche a perfezionare le tecniche di lavorazione.
Ancora oggi, il cristallo di Boemia è annoverato tra i più preziosi e raffinati cristalli del mondo e rappresenta il vanto dell'antica regione d'origine, oggi non più esistente. A dimostrazione di questo, le città ed il paesini dell'ex-Boemia sono ancora oggi considerati la patria del cristallo più prezioso e lungo le loro strade si snodano milioni di piccoli negozietti e boutiques in cui il cristallo di Boemia figura come protagonista.
Soldati dimenticati
L'uranio impoverito è la causa di questi danni
ma lo negano!!!
La toccante testimonianza e le incredibili dichiarazioni del maresciallo dei granatieri marco diana, un VERO servitore dello stato, ammalotosi di un carcinoma molto raro e non curabile. lo stato si è completamente dimenticato di questo soldato ma anche di altri diecimila come lui in condizioni devastanti. ma per lui è arrivata anche la beffa. per lo stato questo soldato è morto!!
Ho volutamente tralasciato poco di questa testimonianza affinché le vergogne perpetrate dallo stato nei confronti dei soldati mandati a morire nelle missioni cosiddette di peacekeeping, di tumore e quant'altro, siano di pubblico dominio, uno stato che dovrebbe garantire l'assistenza nei confronti dei soldati ammalati per colpa dei metalli pesanti, preferisce farli morire attraverso false documentazioni come quelle mostrate dal maresciallo Diana. una vicenda che ha dell'incredibile!
Siediti e aspetta
Ogni volta in cui, crescendo, avrai voglia di cambiare le cose sbagliate in cose giuste, ricordati che la prima rivoluzione da fare è quella dentro se stessi, la prima e la più importante.
Lottare per un’idea senza avere un’idea di sé è una delle cose più pericolose che si possano fare.
Ogni volta che ti sentirai smarrita, confusa, pensa agli alberi, ricordati del loro modo di crescere.
Ricordati che un albero con molta chioma e poche radici viene sradicato al primo colpo di vento, mentre in un albero con molte radici e poca chioma la linfa scorre a stento.
Radici e chioma devono crescere in egual misura, devi stare nelle cose e starci sopra, solo così potrai offrire ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potrai coprirti di fiori e di frutti.
E quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta.
Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore.
Quando poi ti parla, alzati e va’ dove lui ti porta.
Nella vita fidati delle tue sensazioni
Nella vita fidati delle tue sensazioni, di quello che senti dentro, così sarai sicuro di non sbagliare.
Fidati del tuo cuore, di quello che prova.
Nelle vita fidati solo delle persone che non ti lasciano un secondo, neanche quando tutto va a rotoli e neanche quando la tua vita è un inferno in miniatura.
Fidati del tuo cuore, di quello che prova.
Nelle vita fidati solo delle persone che non ti lasciano un secondo, neanche quando tutto va a rotoli e neanche quando la tua vita è un inferno in miniatura.
Nella vita fidati solo delle persone che fanno vedere quanto ci tengono a te, che ci sono, quelle persone che con un singolo gesto, parola, silenzio o semplice silenzio, ti fanno capire un’infinità di cose…
… e quando le hai trovate, non lasciarle mai andare via.
… e quando le hai trovate, non lasciarle mai andare via.
Queste persone sono rare, diamanti preziosi e speciali.
Queste persone si trovano solo una volta nella Vita.
Queste persone si trovano quando la vita decide di farti un regalo.
Queste persone sono fratelli nello spirito.
Queste persone si trovano solo una volta nella Vita.
Queste persone si trovano quando la vita decide di farti un regalo.
Queste persone sono fratelli nello spirito.
La guerra del clima
La guerra del clima
Il documentario illustra il tema delle armi meteorologiche (H.A.A.R.P., scie chimiche, ordigni ad energia diretta) per il controllo delle nazioni. La produzione si basa su autorevoli fonti scientifiche e su documenti declassificati: lo scienziato Nick Begich, i ricercatori indipendenti Jerry Smith e William Thomas, l'ex esponente del Ministero della difesa britannico, Nick Pope, il giornalista dell'aviazione militare, Mark Farmer, spiegano come e con quali obiettivi i militari influiscono sui fenomeni geo-fisici, causando siccità, alluvioni e terremoti.
20 fantastici utilizzi dell’Aloe Vera
I migliori rimedi per la cura di sé arrivano spesso direttamente dalla natura. Alcuni di voi probabilmente avranno già sentito parlare dell’aloe vera e della sostanza gelatinosa dalle mille applicazioni possibili contenuta nelle sue foglie, che magari vi sarà capitato di raccogliere durante una vacanza al mare per poterle incidere e strofinare su di una scottatura solare.
Se abitate in un luogo soleggiato, potreste provare a coltivare sul vostro balcone una piantina d’aloe. Me se non avete questa fortuna o non vi sentite dotati di pollice verde, sappiate che è possibile acquistare il gel d’aloe ormai nella maggior parte delle erboristerie e dei negozi di prodotti naturali. L’unica accortezza da avere è quella di controllare scrupolosamente la lista degli ingredienti presente sulla confezione, che dovrà comprendere pochissimi componenti oltre all’aloe, che dovrà essere preferibilmente di origine biologica. I prodotti migliori aggiungono all’aloe (indicato in etichetta come aloe barbadensis) soltanto i conservanti necessari, solitamente sorbato di potassio (potassium sorbate) e acido citrico (citric acid). Ora che sapete come scegliere il vostro “gel d’aloe”, ecco alcuni suggerimenti per il suo impiego. L’aloe è un rimedio davvero portentoso, che vi potrà stupire ed aiutare in mille occasioni. E’ considerato un vero toccasana per le pelli sensibili e non è solitamente considerato tra le possibili cause scatenanti di reazioni allergiche, mentre lo potrebbero essere alcuni conservanti o profumi sintetici contenuti in prodotti a base d’aloe. Vi consigliamo quindi al momento dell’acquisto di orientarvi verso prodotti privi di profumazioni e di conservanti potenzialmente allergizzanti come, ad esempio, i parabeni.
Noi vi suggeriamo alcuni dei suoi impieghi possibili e restiamo in attesa di conoscere anche i vostri.
1. L’aloe può essere utilizzato come ingrediente di base per la preparazione di uno scrub per il corpo, con l’aggiunta di olio d’oliva, zucchero o sale.
2. Se il vostro problema è la forfora, coccolate il cuoio capelluto strofinando delicatamente del gel d’aloe su di esso e lasciandolo agire il più possibile prima dello shampoo. Vi aiuterà a contrastarne la formazione e a combattere il prurito.
3. Stendete abbondantemente del gel d’aloe sulla pelle dopo una giornata trascorsa sotto il sole, in modo da beneficiare del suo potere rinfrescante.
4. L’aloe è adatto da impiegare come maschera per il viso in caso di pelle arrossata. Stendetene il gel con le dita e risciacquate il tutto con acqua tiepida quando si sarà asciugato formando una sottile pellicola. Tamponate il viso delicatamente con un panno di cotone.
5. Se quando ritornate a casa alla sera vi ritrovate ad avere le mani screpolate a causa del freddo o del vento, applicate generosamente del gel d’aloe sulle parti più ruvide delle vostre dita. Per un trattamento d’urto lasciate agire l’aloe sulle mani per tutta la notte indossando dei guantini in cotone.
6. il gel d’aloe vera puro può sostituire benissimo la vostra abituale crema viso. Potrete applicarlo anche più volte al giorno, a seconda delle vostre necessità.
7. Provate ad impiegare il gel d’aloe come contorno occhi. Rimarrete stupite del suo effetto tensore sulle piccole rughe.
8. Avete terminato la vostra crema per il corpo abituale? Dopo la doccia utilizzate il gel d’aloe al suo posto, massaggiandolo sulla pelle finché non si sarà ben assorbito. Per renderlo profumato potrete addizionarlo con poche gocce del vostro olio essenziale preferito.
9. il gel d’aloe è anche un ottimo gel per capelli. Provare per credere!
10. Sempre a proposito di cura della chioma, i capelli stressati beneficeranno di un impacco pre-shampoo a base d’aloe, applicato su di essi dopo averli inumiditi e lasciato agire per almeno mezz’ora.
11. Applicate del gel d’aloe sulle punture d’insetti per alleviare rossore e prurito.
12. E’ inoltre il prodotto ideale da utilizzare dopo la rasatura o la depilazione, per rimarginare eventuali microferite.
13. Applicatelo con costanza sulle cicatrici per fare in modo che il loro aspetto migliori e che scompaiano più rapidamente.
14. In caso di macchie scure sulla pelle causate da un’eccessiva esposizione al sole, non disdegnate di effettuare prolungati impacchi di gel d’aloe sulle zone interessate, in modo che tali in estetismi possano attenuarsi fino a scomparire.
15. Provate a contrastare i dolori muscolari effettuando dei massaggi con del gel d’aloe vera, che gode, tra le altre, di proprietà antinfiammatorie e calmanti.
16. Applicatelo senza remore in caso di gengive infiammate o formazione di piccole fiacche all’interno del cavo orale.
17. A fine giornata massaggiate i piedi stanchi con una piccola quantità di gel d’aloe a cui avrete aggiunto al momento alcune gocce di olio essenziale alla lavanda.
18. Se soffrite di mal di testa, tenete a portata di mano un barattolino di gel d’aloe che avrete addizionato con poche gocce dio olio essenziale di menta ed applicatelo al bisogno con movimenti circolari sulla nuca e sulle tempie.
19. L’aloe vera è spesso alla base della composizione di dentifrici naturali. Potrete provare a realizzarne uno unendo al gel d’aloe alcune foglioline di menta e di origano essiccate e polverizzate, da utilizzare di tanto in tanto come alternativa ai prodotti comunemente in commercio.
20. Alcune gocce di gel d’aloe rappresentano la soluzione ideale da applicare affinché gli antipatici brufoletti scompaiano più rapidamente.
Marta Albè
Gustavo Roll
È difficile, per chi non hai mai sentito parlare di lui o per chi solo “ha sentito dire”, poterlo definire o descrivere; era un sensitivo, uno spiritista, un indovino, uno dei più dotati medium, se non il più dotato, mai esisti; senza alcun dubbio fu una delle personalità più enigmatiche del XX secolo:
Gustavo Adolfo Rol. Per quale motivo gli uomini più potenti della terra di quell’epoca lo frequentavano abitualmente?
Mi riferisco non solo ai vip di casa nostra, sempre sotto i riflettori e nel mirino dei paparazzi della dolce vita romana come Vittorio De Sica, Federico Fellini, Franco Zeffirelli, Marcello Mastroianni, Giorgio Strehler, Vittorio Gassman e tanti altri ancora; tra le fila delle sue amicizie si possono annoverare, Albert Einstein, Enrico Fermi, Benedetto Croce, Charles De Gaulle, Gabriele D’Annunzio, Benito Mussolini, Pio XII, Einaudi, Picasso, Dalì, principi provenienti dalle più importanti corti Europee, la Regina Elisabetta II, il presidente degli USA John Fitzgerald Kennedy, Ronald Reagan, che lo ringraziò personalmente con un telegramma, per aver contribuito con un aiuto “metafisico” alla liberazione del generale Dozier, il 26 gennaio del 1982. Adolf Hitler, durante il secondo conflitto mondiale, fece di tutto per averlo tra i suoi consiglieri, a tal punto che diede ordine alle SS di condurlo a Berlino: per ben tre volte gli uomini del Duce riuscirono a nasconderlo.
Sempre durante la seconda guerra mondiale, a San Secondo di Pinerolo, Rol riuscì a salvare dalla fucilazione parecchie persone considerate partigiane, “barattandole” con i suoi esperimenti.
Per ogni divinazione riuscita, sarebbe stata risparmiata una vita. Disse in dettaglio al comandante tedesco incaricato dell’esecuzione, che i presunti partigiani da fucilare erano persone innocenti.
Il graduato gli chiese come faceva ad esserne così sicuro. Rol replicò che era tanto sicuro tanto quanto lo era di conoscere cosa contenevano i cassetti della scrivania privata del comandante nella sua casa di Amburgo.
Quindi cominciò a descrivere minuziosamente gli oggetti e il contenuto di alcune lettere e documenti di guerra privatissimi, che naturalmente solo il militare poteva conoscere: tutti i prigionieri vennero liberati. Riporto di seguito il ringraziamento del sindaco del piccolo paese, a nome del Comitato di Liberazione Nazionale: Signor Rol Avv. Gustavo, Oggetto: ringraziamento Adempio al dovere di ringraziarLa vivamente anche a nome del Comitato di Liberazione Nazionale, per tutto quanto Ella ha fatto durante l'attuale guerra per il bene di San Secondo ed in ispecie per la popolazione di San Secondo. Il coraggio da Lei dimostrato in circostanze difficilissime per risolvere situazioni che interessavano la vita o l'interesse altrui o delle generalità degli abitanti, la saggezza, serietà e l'autorità dimostrate a suo tempo, verso chi di ragione, valsero a salvare la vita e i beni di singoli e di molti Sansecondesi.
Quest'amministrazione e la popolazione tutta, che hanno apprezzato i suoi generosi atti, Le saranno molto riconoscenti e confidano che Ella vorrà continuare a coadiuvarle nell'opera di ricostruzione e nella riappacificazione degli animi.
Il Sindaco, G. Vicino Chiunque si avvicinava a lui, non poteva più distaccarsi; ciò non solo per la sua forte personalità magnetica, ma soprattutto per le imprese di cui era capace.
Non era assolutamente possibile dare spiegazioni razionali a ciò che riusciva a compiere e le sue doti rendevano estremamente difficile la sua identificazione: mago, illusionista (come molti tentarono di etichettarlo!) esoterista, o veggente? Forse sarebbe il caso di creare una categoria nuova appositamente per lui, oppure, in maniera più semplicista ma efficace per rendere l’idea, era semplicemente Gustavo Rol.
Riusciva a leggere libri chiusi, compiva viaggi nel tempo, osservava l’aura energetica, riusciva a spostare oggetti di qualsiasi genere senza toccarli, materializzandoli e smaterializzandoli; e ancora quadri in sua presenza si dipingevano da soli ed alcuni di essi sembravano dipinti da illustri artisti del passato (abbiamo una prova concreta di tutto ciò di una tela dipinta con lo stesso stile di Chagall, che, secondo esperti d’arte, sembrava originale!).
Leggeva nel pensiero e riusciva a trovarsi in due posti contemporaneamente: mentre era nella sua casa di Torino veniva fotografato a Boston.
Riporto alcune dichiarazioni rilasciate dai suoi ospiti dopo gli “esperimenti”, (come lui stesso li chiamava), effettuati fra le mura della sua dimora torinese: “Quell'uomo legge nel pensiero e non possiamo rischiare che i segreti dello Stato francese vengano a conoscenza di estranei” Charles De Gaulle; “...è l'uomo più sconcertante che io abbia conosciuto.
Sono talmente enormi le sue possibilità, da superare anche l'altrui facoltà di stupirsene” Federico Fellini; “... una personalità fra le più sorprendenti del secolo” Alberto Bevilacqua; “Rol sfugge alla nostra possibilità di comprensione. È un mistero” Cesare Romiti; “... è il più indecifrabile e fascinoso enigma in cui mai mi sia imbattuto” Roberto Gervaso. Rol naque a Torino il 20 giugno del 1903, da una famiglia estremamente agiata; il padre Vittorio, noto avvocato, era direttore della sede torinese della Banca Commerciale Italiana. La madre Matha Peruglia, era figlia anch’essa di un noto avvocato presidente del tribunale di Saluzzo.
Gustavo fino a 2 anni non fu un bimbo molto loquace; era solito passare le sue giornate davanti ad un immagine di Napoleone, personaggio al quale sarà estremamente legato per tutta la sua vita.
In terza elementare infatti sapeva già tutto dell’Imperatore, e durante il liceo era in grado di descrivere con precisione e minuzia tutte le singole battaglie di ogni campagna militare, dando la netta impressione di avervi partecipato di persona.
Ma i fatti particolari legati alla figura dell’Imperatore sono numerosi. Negli anni trenta durante un soggiorno a Parigi, Rol, durante una passeggiata, fu spinto istintivamente in un vecchio palazzo. All’interno chiese al portinaio di condurlo nelle cantine e dopo essersi fatto consegnare un piccone, si mise a scavare riuscendo a dissotterrare uno splendido busto in marmo dell’Imperatore francese, che entrò a far parte della sulla collezione personale.
Si appassionò alla musica sin da piccolo, imparando a suonare il pianoforte e il violino senza mai prendere lezione. Dopo il liceo si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dalla quale ottenne il titolo accademico. Dal 1925 al 1930 girò l’Europa; a Parigi conobbe Elna Resch Knudsen, norvegese, figlia di un capitano di marina e nipote di un ministro di Stato, sua futura moglie.
Il periodo parigino fu fondamentale per il suo futuro di sensitivo, a tal punto che in seguito rivelazioni, nel 1927 scrive alla madre “…ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore…ho perduto la gioia di vivere…la potenza mi fa paura..non scriverò più nulla”. Da qui inizia una profonda crisi interiore che lo porta a chiudersi in un convento in assoluto isolamento. Dopo tre mesi d’isolamento la madre lo convince a ritornare spiegandogli che le doti di cui è in possesso devono essere usate per fare del bene al prossimo. Così parte il cammino che lo renderà una delle figure più enigmatiche del XX secolo. Nel 1934, dopo la morte del padre, lascia l’impiego in banca per intraprendere il commercio di oggetti antichi e di opere d’arte, una delle sue grandi passioni.
Durante la guerra apre un negozio di antiquariato che tiene fino agli anni 60, fino a quando decide di dedicarsi a tempo pieno alla pittura e all’approfondimento dei suoi “studi”. Già dal 1950 la sua casa torinese di via Silvio Pellico sarà meta privilegiata di tutti i personaggi menzionati poche righe sopra.
Storico l’incontro con l’Imperatore d’Etiopia Hailè Selassiè ad Antibes nel 1964, al quale predice la morte ad opera del suo popolo: il tutto avverrà nel 1975. John Fitzgerald Kennedy, nel suo unico viaggio in Italia in veste di presidente, si recò appositamente a Torino per incontrarlo. Telecinesi, telepatia, chiaroveggenza, bilocazione, pranoterapia, materializzazioni ecc.
I potenti del mondo non si rivolgevano a lui solo a causa di queste sconvolgenti manifestazioni dei suoi poteri, ma anche grazie alla sua capacità di infondere alle persona energia benefica e positività; lo potremmo definire un “illuminato”. Egli aveva raggiunto uno stato superiore di coscienza che gli aveva aperto le porte, accessibili a pochi eletti, dei più intimi segreti della vita e del pensiero.
Morì il 22 settembre del 1994.
Dott. Diego Barzaghi
Gustavo Adolfo Rol. Per quale motivo gli uomini più potenti della terra di quell’epoca lo frequentavano abitualmente?
Mi riferisco non solo ai vip di casa nostra, sempre sotto i riflettori e nel mirino dei paparazzi della dolce vita romana come Vittorio De Sica, Federico Fellini, Franco Zeffirelli, Marcello Mastroianni, Giorgio Strehler, Vittorio Gassman e tanti altri ancora; tra le fila delle sue amicizie si possono annoverare, Albert Einstein, Enrico Fermi, Benedetto Croce, Charles De Gaulle, Gabriele D’Annunzio, Benito Mussolini, Pio XII, Einaudi, Picasso, Dalì, principi provenienti dalle più importanti corti Europee, la Regina Elisabetta II, il presidente degli USA John Fitzgerald Kennedy, Ronald Reagan, che lo ringraziò personalmente con un telegramma, per aver contribuito con un aiuto “metafisico” alla liberazione del generale Dozier, il 26 gennaio del 1982. Adolf Hitler, durante il secondo conflitto mondiale, fece di tutto per averlo tra i suoi consiglieri, a tal punto che diede ordine alle SS di condurlo a Berlino: per ben tre volte gli uomini del Duce riuscirono a nasconderlo.
Sempre durante la seconda guerra mondiale, a San Secondo di Pinerolo, Rol riuscì a salvare dalla fucilazione parecchie persone considerate partigiane, “barattandole” con i suoi esperimenti.
Per ogni divinazione riuscita, sarebbe stata risparmiata una vita. Disse in dettaglio al comandante tedesco incaricato dell’esecuzione, che i presunti partigiani da fucilare erano persone innocenti.
Il graduato gli chiese come faceva ad esserne così sicuro. Rol replicò che era tanto sicuro tanto quanto lo era di conoscere cosa contenevano i cassetti della scrivania privata del comandante nella sua casa di Amburgo.
Quindi cominciò a descrivere minuziosamente gli oggetti e il contenuto di alcune lettere e documenti di guerra privatissimi, che naturalmente solo il militare poteva conoscere: tutti i prigionieri vennero liberati. Riporto di seguito il ringraziamento del sindaco del piccolo paese, a nome del Comitato di Liberazione Nazionale: Signor Rol Avv. Gustavo, Oggetto: ringraziamento Adempio al dovere di ringraziarLa vivamente anche a nome del Comitato di Liberazione Nazionale, per tutto quanto Ella ha fatto durante l'attuale guerra per il bene di San Secondo ed in ispecie per la popolazione di San Secondo. Il coraggio da Lei dimostrato in circostanze difficilissime per risolvere situazioni che interessavano la vita o l'interesse altrui o delle generalità degli abitanti, la saggezza, serietà e l'autorità dimostrate a suo tempo, verso chi di ragione, valsero a salvare la vita e i beni di singoli e di molti Sansecondesi.
Quest'amministrazione e la popolazione tutta, che hanno apprezzato i suoi generosi atti, Le saranno molto riconoscenti e confidano che Ella vorrà continuare a coadiuvarle nell'opera di ricostruzione e nella riappacificazione degli animi.
Il Sindaco, G. Vicino Chiunque si avvicinava a lui, non poteva più distaccarsi; ciò non solo per la sua forte personalità magnetica, ma soprattutto per le imprese di cui era capace.
Non era assolutamente possibile dare spiegazioni razionali a ciò che riusciva a compiere e le sue doti rendevano estremamente difficile la sua identificazione: mago, illusionista (come molti tentarono di etichettarlo!) esoterista, o veggente? Forse sarebbe il caso di creare una categoria nuova appositamente per lui, oppure, in maniera più semplicista ma efficace per rendere l’idea, era semplicemente Gustavo Rol.
Riusciva a leggere libri chiusi, compiva viaggi nel tempo, osservava l’aura energetica, riusciva a spostare oggetti di qualsiasi genere senza toccarli, materializzandoli e smaterializzandoli; e ancora quadri in sua presenza si dipingevano da soli ed alcuni di essi sembravano dipinti da illustri artisti del passato (abbiamo una prova concreta di tutto ciò di una tela dipinta con lo stesso stile di Chagall, che, secondo esperti d’arte, sembrava originale!).
Leggeva nel pensiero e riusciva a trovarsi in due posti contemporaneamente: mentre era nella sua casa di Torino veniva fotografato a Boston.
Riporto alcune dichiarazioni rilasciate dai suoi ospiti dopo gli “esperimenti”, (come lui stesso li chiamava), effettuati fra le mura della sua dimora torinese: “Quell'uomo legge nel pensiero e non possiamo rischiare che i segreti dello Stato francese vengano a conoscenza di estranei” Charles De Gaulle; “...è l'uomo più sconcertante che io abbia conosciuto.
Sono talmente enormi le sue possibilità, da superare anche l'altrui facoltà di stupirsene” Federico Fellini; “... una personalità fra le più sorprendenti del secolo” Alberto Bevilacqua; “Rol sfugge alla nostra possibilità di comprensione. È un mistero” Cesare Romiti; “... è il più indecifrabile e fascinoso enigma in cui mai mi sia imbattuto” Roberto Gervaso. Rol naque a Torino il 20 giugno del 1903, da una famiglia estremamente agiata; il padre Vittorio, noto avvocato, era direttore della sede torinese della Banca Commerciale Italiana. La madre Matha Peruglia, era figlia anch’essa di un noto avvocato presidente del tribunale di Saluzzo.
Gustavo fino a 2 anni non fu un bimbo molto loquace; era solito passare le sue giornate davanti ad un immagine di Napoleone, personaggio al quale sarà estremamente legato per tutta la sua vita.
In terza elementare infatti sapeva già tutto dell’Imperatore, e durante il liceo era in grado di descrivere con precisione e minuzia tutte le singole battaglie di ogni campagna militare, dando la netta impressione di avervi partecipato di persona.
Ma i fatti particolari legati alla figura dell’Imperatore sono numerosi. Negli anni trenta durante un soggiorno a Parigi, Rol, durante una passeggiata, fu spinto istintivamente in un vecchio palazzo. All’interno chiese al portinaio di condurlo nelle cantine e dopo essersi fatto consegnare un piccone, si mise a scavare riuscendo a dissotterrare uno splendido busto in marmo dell’Imperatore francese, che entrò a far parte della sulla collezione personale.
Si appassionò alla musica sin da piccolo, imparando a suonare il pianoforte e il violino senza mai prendere lezione. Dopo il liceo si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dalla quale ottenne il titolo accademico. Dal 1925 al 1930 girò l’Europa; a Parigi conobbe Elna Resch Knudsen, norvegese, figlia di un capitano di marina e nipote di un ministro di Stato, sua futura moglie.
Il periodo parigino fu fondamentale per il suo futuro di sensitivo, a tal punto che in seguito rivelazioni, nel 1927 scrive alla madre “…ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore…ho perduto la gioia di vivere…la potenza mi fa paura..non scriverò più nulla”. Da qui inizia una profonda crisi interiore che lo porta a chiudersi in un convento in assoluto isolamento. Dopo tre mesi d’isolamento la madre lo convince a ritornare spiegandogli che le doti di cui è in possesso devono essere usate per fare del bene al prossimo. Così parte il cammino che lo renderà una delle figure più enigmatiche del XX secolo. Nel 1934, dopo la morte del padre, lascia l’impiego in banca per intraprendere il commercio di oggetti antichi e di opere d’arte, una delle sue grandi passioni.
Durante la guerra apre un negozio di antiquariato che tiene fino agli anni 60, fino a quando decide di dedicarsi a tempo pieno alla pittura e all’approfondimento dei suoi “studi”. Già dal 1950 la sua casa torinese di via Silvio Pellico sarà meta privilegiata di tutti i personaggi menzionati poche righe sopra.
Storico l’incontro con l’Imperatore d’Etiopia Hailè Selassiè ad Antibes nel 1964, al quale predice la morte ad opera del suo popolo: il tutto avverrà nel 1975. John Fitzgerald Kennedy, nel suo unico viaggio in Italia in veste di presidente, si recò appositamente a Torino per incontrarlo. Telecinesi, telepatia, chiaroveggenza, bilocazione, pranoterapia, materializzazioni ecc.
I potenti del mondo non si rivolgevano a lui solo a causa di queste sconvolgenti manifestazioni dei suoi poteri, ma anche grazie alla sua capacità di infondere alle persona energia benefica e positività; lo potremmo definire un “illuminato”. Egli aveva raggiunto uno stato superiore di coscienza che gli aveva aperto le porte, accessibili a pochi eletti, dei più intimi segreti della vita e del pensiero.
Morì il 22 settembre del 1994.
Dott. Diego Barzaghi
La nostra polizia tratta un bambino di 10 anni come un delinquente
SHOCK A PADOVA. BIMBO PORTATO VIA CON LA FORZA DAI POLIZIOTTI
CITTADELLA (PADOVA) – E’ stato prelevato dalla polizia davanti a scuola dopo un’ordinanza della sezione Minori della Corte d’Appello di Venezia. Portato a braccia verso un’auto dopo che aveva tentato di divincolarsi. Ma stiamo parlando di un bambino di 10 anni.
Il tribunale aveva deciso che la patrià potestà doveva andare solo al padre del piccolo. Così gli agenti sono andati a prenderlo all’entrata di scuola, alle otto di mattina, per portarlo via dalla madre. I bambino non voleva andare con loro, e così è stato trascinato nell’auto a forza. Ma una parente del bambino ha ripreso la scena del “prelevamento” e ha girato il video a Chi l’ha visto, che l’ha trasmesso.
Nel filmato si vede una donna che corre verso un gruppo di persone e comincia ad urlare, poi il ragazzino sollevato a forza e portato per alcuni metri verso un’auto dove poi è stato caricato.
Per tutto il tragitto, il piccolo tenta di divincolarsi dalla stretta di un uomo che lo tiene per le spalle e di un altro che gli stringe le caviglie. Infine si sente una voce di donna, probabilmente l’autrice del video che il bimbo chiama ‘zia’, che rivolge domande ad un’altra donna, che le risponde di essere un ispettore e di non poterle dare spiegazioni.
Riproponiamo il video originale poiché il precedente è stato oscurato.
Speriamo che questo non subisca la stessa sorte nella convinzione che in Italia si viva ancora in Democrazia e in libertà di pensiero.
Riproponiamo il video originale poiché il precedente è stato oscurato.
Speriamo che questo non subisca la stessa sorte nella convinzione che in Italia si viva ancora in Democrazia e in libertà di pensiero.
La politica
Se c’è una cosa che non manca di allibire è la politica.
Il calendario dell’anno è costellato di ruberie, di atti inconfessabili.
E loro seguitano. La probabilità che qualcuno li scopra è così bassa.
E noi siamo davanti allo spettacolo. Impotenti.
Se ne prendessimo a caso quanti loro essi sono ,la possibilità di fare centro sarebbe alta.
Del resto non li abbiamo neanche scelti.
Cosa ci si può aspettare.
Che uno sia onesto e faccia quello che deve ?
Ma se non ne deve rispondere a nessuno ?
Evidentemente manca qualche cosa.
La funzione di controllo.
Qualcosa che quando ti si presenta l’occasione ti faccia tornare indietro.
Qualcosa che quando hai sbagliato ti chiuda tutte le porte.
Qualcosa che verifichi tutte le false promesse che hai fatto.
Ma sarebbe un altro mondo, dove il buon senso è l'unica via maestra.
Dove uno risponde di quello che fa e di quello che non fa.
Dove il privato non prevalica il pubblico.
Dove sei quello che hai dentro.
Dove ti mandano a casa appena sbavi.
Bella fantasia, non funziona perché ci sono dei poteri forti.
Contro i quali dovremmo combattere tutti.
E non dare più tregua a chi di noi ha sempre fatto balzello.
riccardo arrigoni
Va dove ti porta il cuore
Nella vita c’ è chi è capace di mettere un grosso punto sull’ amore, su di te. Andando a capo come nulla fosse, voltandosi dall’ altra parte, così, senza troppe spiegazioni e nessun ripensamento. Qualcuno ci riesce, qualcun altro capisce di essersi sbagliato, di essersi spinto troppo lontano da te e vorrebbe ritornare indietro. Vorrebbe poter rimettere quel cuore al posto giusto, una seconda volta, quel cuore fra le tue mani. In fondo il mondo è pieno di storie che ritornano, pieno di amori che ricominciano, pieno di gente che all’ improvviso..sente la tua mancanza.
Tanya Bì