sabato 1 dicembre 2012

L'orrido di Bellano

Se arrivate a Bellano, non potete perdervi lo suggestivo spettacolo dell’Orrido, gola naturale creata dal fiume Pioverna..

L’origine di questa piccola meraviglia della natura risale a quindici, ventimila anni or sono, quando, al termine dell’Era Glaciale, le acque di fusione dei ghiacci presero a scorrere vorticose, aprendosi la strada verso valle. Lentamente il torrente Pioverna, scolpì il fondovalle per poi iniziare a scavarsi un solco sempre più stretto e profondo che arrivò fino al Lario. La corsa delle acque doveva probabilmente finire con un’alta cascata che piombava da un gradino roccioso. L’azione erosiva delle acque ha scavato il gradino facendo arretrare la cascata e lasciando la stretta gola dell’Orrido. Lo si raggiunge dapprima percorrendo alcune scalette immerse nel verde che terminano ad una lunga passerella che lambisce le opere di raccolta idrica che convogliano le acque del Pioverna. La passerella che si deve percorrere, protetta da una bella ringhiera, sembra finire contro le rocce quando si giunge all’imbocco della stretta gola che prosegue, quasi nascosta da due spigoli rocciosi sovrapposti, arrotondati e lisciati dalle acque. Al termine si entra nell’Orrido vero e proprio, la cui gola é anticipata da una grandiosa marmitta dei giganti. Un magnifico sistema di passerelle gettate sulle pareti rocciose consente di percorrere l’Orrido in tutta sicurezza e di ammirarne ogni angolo. Fino al 1816, buona parte del percorso era sospeso a catene fissate nella roccia, e quando fu travolto dal crollo della volta venne ampiamente rifatto con scalette sicure. Il rumore delle acque, che scorrono una cinquantina di metri sotto il passaggio, è spesso assordante e a volte mette quasi paura. Da una galleria sulla destra esce una rombante cascata pulviscolo acqueo può raggiunge il visitatore.
La dimensione fantastica e inquietante dello scenario ha ispirato nei secoli passati numerose tradizioni e leggende. Lo scrittore bellanese Sigismondo Boldoni, che nel Seicento amava ritirarsi tra le forre scolpite dal Pioverna per comporre le sue opere lo definì:"Orrore di un’orrenda orridezza".. contribuendo ad accrescere la curiosità ed inducendo poeti, artisti e letterati, ma anche semplici viaggiatori e curiosi a fare tappa a Bellano.
Ma alla suggestione della natura si aggiungevano i misteri ed i segreti che, si diceva, fossero celati dalla gola.Qui la tradizione vuole che giaccia il valoroso guerriero Taino, sepolto col suo tesoro. Cercando un luogo sicuro dove inumare il loro condottiero e il suo tesoro, i compagni pensarono bene di deviare il Pioverna e di scavare una tomba nel suo letto. Terminata l’opera, il sepolcro venne sigillato con un grande masso e l’acqua fatta rifluire come prima. I membri della famiglia Denti, facoltosi proprietari della zona, facendo costruire i loro giardini, furono anche gli ideatori del sistema di gallerie oggi ostruite, che pare servissero ad introdurre nelle segrete quinte dell’Orrido e dei suoi giardini fanciulle e donne, al riparo di occhi indiscreti. La donna murata nuda, con un solo anello al dito, scoperta durante una campagna di scavi è forse una conferma di queste storie. Le gallerie, che si dipanano verso Bellano furono usate anche durante l’occupazione austriaca per evitare di incappare nelle ronde durante il coprifuoco. Ma la fama sinistra dell’Orrido è legata anche ad episodi tragici di morte e di suicidio. Celebre è la vicenda di una vedova di Bellano innamorata di un giovane nobiluomo che la tradì. In preda alla disperazione la donna si gettò dalla passerella d’ingresso dell’Orrido nel momento stesso in cui l’amante e la sua amica si stavano avvicinando in barca alla gola.

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