martedì 18 dicembre 2012

Il primo presepe del mondo

Greccio e il suo presepio, una storia che affonda le proprie origini in una fredda notte di Natale del 1223 quando San Francesco, di ritorno dalla Palestina, volle ricostruire con persone e animali del tempo la Natività di Betlemme.
Un evento unico al mondo che, proprio per la sua singolarità, cambiò radicalmente il destino del piccolo borgo alle pendici del Monte Lacerone. Da semplice castello, abitato da messer Giovanni Velita e la sua corte, Greccio diventò col trascorrere dei secoli un punto fermo per migliaia di fedeli.
E tutto per l’intuizione del Poverello d’Assisi che, proprio su questi mistici monti, “inventò” il presepio. Una tradizione che, col passare degli anni, ha fatto il suo ingresso nelle famiglie cristiane di mezzo mondo.
Ma dove si trova Greccio? 
Collocato a mezza costa della catena boscosa dei monti Sabini, a 705 metri sul livello del mare, il borgo medievale si affaccia sulla Valle Reatina delimitata dalla catena appenninica del Terminillo. Distante appena 15 chilometri da Rieti e 80 da Roma, Greccio è meta ogni anno di oltre 250mila visitatori, la maggior parte dei quali si recano al santuario francescano – costruito intorno alla grotta in cui San Francesco realizzò il primo presepio del mondo – in occasione delle festività natalizie.

Perché San Francesco scelse proprio un paesino povero e umile come quello di Greccio? 
Il motivo sta tutto in quella semplicità che il piccolo borgo evocava, tanto che lo stesso Francesco lo accomunava a Betlemme. Dopo il viaggio in Palestina, rimasto molto impressionato dalla visita in Terra Santa, egli mandò a chiamare il feudatario di Greccio, Giovanni Velita, e gli illustrò quanto aveva in mente, chiedendogli di scegliere una grotta in cui avrebbe poi dovuto condurre un bue e un asinello, cercando di riprodurre al meglio il simulacro di Betlemme. Il cavaliere Velita aveva 15 giorni di tempo per preparare e approntò tutto con la massima cura. Francesco aveva convocato i frati da più parti e tutti gli abitanti di Greccio; le folle si mossero dai luoghi più vicini e lontani rischiarando la notte con torce e ceri luminosi. Giunse infine il “Santo di Dio”, vide tutto preparato e ne godette.
Da quel momento Greccio fu la nuova Betlemme.

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