martedì 9 ottobre 2012

Le lampade eterne

Verso la metà del 16° secolo lungo la Via Appia Antica, si scoprì una misteriosa tomba. All’intermo fu trovato in un sarcofago. Immerso in un liquido sconosciuto di colore azzurrino il corpo di una giovinetta perfettamente conservato. I capelli biondi erano fermati da un cerchietto d’oro e il cui aspetto era come se fosse ancora viva. Una lampada accesa ardeva ai suoi piedi, ma si spense a contatto con l’aria. Dalle iscrizioni si apprese che il corpo era stato deposto lì circa 1500 anni prima e che probabilmente si trattava di Tullia, figlia di Cicerone. Il 15 marzo 1717 in Gran Bretagna, venne portato alla luce un tempio dei Rosacroce. All’interno una mummia seduta ad una cattedra, che sembrava leggere un libro di magia. Tutto illuminato dolcemente da una lampada. Quando gli scopritori fecero per avvicinarsi, la mummia si spostò e fece cadere la lampada facendo piombare l’ambiente nel buio. Tutto fu riferito da testimoni oculari. A Budapest nel 1930 durante la costruzione di una strada, venne alla luce una grossa lastra di pietra pesantissima che spostata si rivelò essere il coperchio di un sarcofago contenente il corpo di una fanciulla bellissima immerso in un liquido azzurrino e perfettamente conservato. Una luce bianco-azzurra ardeva ai suoi piedi. Fu chiamato subito il museo nazionale di Budapest, ma subito dopo l’apertura del sarcofago il liquido velocemente si volatilizzò, la luce dopo qualche guizzo si spense ed il corpo si decompose all’istante lasciando solo cenere. Non rimase più nulla. Sono riportate durante i secoli testimonianze o racconti di lampade eterne, lo storico Plutarco vissuto dal 50 al 120 d.C. circa racconta di una lampada sempre accesa davanti al tempio di Giove Ammone, i sacerdoti dicevano che ardeva da secoli. Sant’Agostino (354-430) parlando dell’Egitto descrisse una lampada meravigliosa che “ né il vento né la pioggia potevano spegnere” che si sarebbe trovata nel santuario di Iside. A Bisanzio durante il regno di Giustiniano, fu trovata una lampada eterna ad Antiochia, secondo l’iscrizione sull’oggetto, essa era in funzione da oltre cinquecento anni prima del ritrovamento. Cosa permetteva a queste lampade di ardere per così tanto tempo? Quelle lampade non generano calore, hanno una luminescenza fredda, dovuta forse alla “luciferina” la sostanza delle lucciole, non si può escludere che i nostri antenati siano stati capaci di sintetizzarla. Normali lampade fornite di combustibile e di lucignoli di asbesto, ma nulla può ardere per tanti anni, o addirittura per secoli perché abbisognano di ossigeno per bruciare e sono state trovate in luoghi ermeticamente chiusi come i sarcofaghi. Charroux avanzò l’ipotesi che fossero una specie di pile nucleari composte di radium il cui tempo di disintegrazione è di cinquemila anni.

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