lunedì 22 ottobre 2012

La città rupestre di Vardzia

Vardzia, fu scavata nel fianco del Monte Erusheli vicino alla città di Aspindza e al fiume Mtkvari nel sud della Georgia durante il tardo sec. XII.

Vardzia è stata l'ispirazione della regina Tamar che nel 1185 d.C. ascese al trono della Georgia. Fermamente cristiana, sostenitrice delle arti, la regina promosse una rinascita culturale nella Georgia medievale, ma dovette fronteggiare la minaccia costante dell’espansione dell'Impero mongolo a est. Per proteggere la tradizione monastica del paese e la sua gente dalle forze d’invasione, ordinò la costruzione di un imponente santuario monastico rupestre, scavato nella roccia, che potesse essere raggiunto solo attraverso un tunnel segreto, nei pressi del fiume Mtkvari e dell'odierna Aspindza. Fu un’impresa monumentale, che si tradusse in un colossale monastero scavato nella roccia con 13 livelli e 6.000 abitazioni per i monaci e coloro che fuggivano gli invasori. I monaci che abitavano la nuova città sotterranea crearono anche un sistema di terrazzamenti agricoli e per l'irrigazione per alimentare coloro che stavano dentro. In termini di cibo e acqua, è considerato forse il primo complesso autosufficiente ed eco sostenibile in Europa 

 Il monastero consiste in più di seimila stanze nascoste disposte su tredici piani, all’interno delle quali era possibile potersi proteggere dai Mongoli. La città includeva una chiesa, una sala reale e un complesso sistema di irrigazione che portava acqua alle terrazze coltivate. Unico accesso al complesso era offerto da alcuni tunnel ben nascosti le cui entrate erano situate nei pressi del fiume Mtkvari. La sua decorazione è stata attribuita al maestro pittore Giorgi e può essere datata, in base ai ritratti reali, a partire dal 1184-1186. Sulle volte e sulle pareti è raffigurato un ciclo delle Dodici Feste, sopra l’entrata meridionale della chiesa vi è un Mandylion. La volta del portico è decorata con il Giudizio Universale e con l’Ascensione e glorificazione della Croce, un tema iconografico molto diffuso in Georgia.
La cappella rupestre è parzialmente decorata con affreschi murali eseguiti nel primo quarto del XIII secolo. Nel 1283 il monastero di Vardzia fu danneggiato da un terremoto; venne saccheggiato dai persiani nel 1551 e poi ancora dai turchi ventisette anni più tardi.
Il terremoto che colpì Samstkhe nel 1283 distrusse approssimativamente due terzi della città, espose le stanze alla vista esterna e fece collassare il sistema di irrigazione. Durante il regno di Beka Jakheli nel tredicesimo secolo la chiesa fu rinforzata e fu costruito un campanile ben visiblie dall'esterno. I Persiani, sotto il comando dello Shah Tahmasp I, saccheggiarono il monastero nel 1551 privandolo di tutte le icone di valore e mettendo nei fatti fine alla vita nel monastero.
Oggi Vardzia è una delle principali attrazioni turistiche della regione georgiana di Samtskhe-Javakheti. Il sito è mantenuto da un ristretto gruppo di monaci ed è visitabile giornalmente a tariffe molto basse. Quello che ne rimane però è solo il riflesso in quanto sono a tutt’oggi visitabili circa tremila stanze e in alcuni corridoi le antiche condotte portano ancora acqua potabile.

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