domenica 7 ottobre 2012

Il dio Pan

Statua del dio Pan esposta al Louvre di Parigi
Divinità greca legata al mondo pastorale, originaria dell’Arcadia, era ritenuto figlio di Hermes e di una figlia di Driope. La madre, spaventata dall’orribile aspetto del neonato, lo abbandonò ed Hermes lo prese con sé per portarlo sull’Olimpo al cospetto di tutti gli dei. Il suo nome è messo in relazione col verbo greco “pascolare” (il termine greco significa “io pascolo”) ma anche col “tutto” (in greco appunto “pan”), forse in riferimento alla sua natura che assommava uomo e bestia, anche se l’inno pseudo-omerico rimanda all’episodio sull’Olimpo in cui rallegrò tutte le divinità. Dio dei boschi, del pascolo, del bestiame e degli animali selvatici, estendeva la propria tutela anche sui pastori e sui cacciatori. Inventò la siringa, flauto di legno con più canne usato dai pastori, per intrattenere ninfe e animali. Compagno assiduo di Dioniso e del suo corteo (tiaso), partecipava ai loro festeggiamenti lascivi, anche con entità multiple molto simili ai satiri.

Una sua dote era il vaticinio che insegnò ad Apollo. Altra sua temibile caratteristica era quella di terrorizzare i nemici col suo urlo agghiacciante, lanciato dalle grotte e dai boschi : la sensazione di paura di chi sentiva tale verso era detto “timore di Pan” o “panico” (da cui il termine). Numerosi furono gli scenari dei suoi amori, non corrisposti, tipicamente violenti e con protagoniste le Ninfe: con Eco che poi fu tramutata in voce, con Siringa che per sfuggirgli divenne una canna, con la quale il dio costruì lo strumento musicale. Pitis invece divenne un pino. Eufeme, nutrice delle muse gli generò Croto, il sagittario. Vantava pure accoppiamenti con le Menadi ubriache. Selene fu sedotta con l’inganno del travestimento: Pan coprì il suo pelo nero con un vello bianco e trasportò la dea lunare ottenendo in cambio i suoi favori. Il culto di Pan nacque in Arcadia e si diffuse in tutta la Grecia. Ad Atene gli fu dedicato un santuario rupestre sull’Acropoli, dopo la battaglia di Maratona (490 a.C.), come ringraziamento per il suo aiuto. Ogni anno infatti si teneva in suo onore una corsa con le fiaccole

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