sabato 15 settembre 2012
Pierre de Coubertin e le Olimpiadi moderne
Risale al lontano 776 a.C. la prima Olimpiade antica, tenutasi ad Olimpia, città sacra a Zeus, con regole molto diverse da quelle che caratterizzano le Olimpiadi moderne. Gli atleti si preparavano tutti insieme nei giorni precedenti, nella palestra adiacente allo stadio dove si sarebbero svolte le gare.
Durante le gare, gli atleti erano completamente nudi, sia perché il vestito sarebbe stato loro solo d'impaccio, sia perché l'Olimpiade veniva vissuta da tutti come un momento di purificazione. Ed era talmente importante che perfino le guerre venivano sospese durante i giochi, che si svolgevano a fine estate. Alle donne era proibito non solo partecipare, ma perfino assistervi.
L'Olimpiade ebbe sempre più successo, fino a diventare uno spettacolo, in cui la corruzione cominciò a dilagare. Così, nel 393 d.C., quando era imperatore romano il religiosissimo Teodosio, l'Olimpiade fu sospesa a causa di questa corruzione dilagante e perché Teodosio voleva fare piazza pulita di tutte le usanze pagane. In seguito, l'imperatore Teodosio II distrusse parzialmente anche la città di Olimpia, che fu poi completamente rasa al suolo da un terremoto, decretando per sempre la fine dell'Olimpiade antica.
Fu Pierre de Coubertin che riportò agli antichi splendori i Giochi Olimpici, un barone francese, appassionato di sport. Molti altri prima di lui avevano tentato di far rivivere i fasti dell'Olimpiade antica, senza successo, vuoi per mancanza di strutture adeguate, vuoi per lo scarso interessamento delle nazioni. Ma de Coubertin non si lasciò distogliere facilmente dal suo sogno; spese molto del proprio capitale in viaggi per convincere le nazioni a partecipare; nel 1892 ottenne il benestare dell'Unione francese per gli sport atletici e nel 1894 anche quello del Congresso Internazionale di Parigi. Restava soltanto da decidere la data ed il luogo. Pierre de Coubertin pensò il 1896, in modo da avere tempo sufficiente per organizzare il tutto, e come luogo Atene, poiché Olimpia era soltanto un villaggio piuttosto piccolo, ma la nazione ospitante doveva essere la Grecia, la culla dei Giochi Olimpici.
Il 6 aprile 1896 re Giorgio I di Grecia aprì ufficialmente la prima edizione delle Olimpiadi moderne davanti a ben 5000 spettatori; le gare furono svolte in uno stadio costruito sull'esatto modello di quello di Olimpia grazie ai fondi messi a disposizione dal banchiere Averof (il governo greco non aveva finanziato nulla). Parteciparono 13 nazioni per un totale di circa 300 atleti non professionisti. Tra gli sport figuravano l'atletica leggera, la ginnastica, il tennis, la scherma, il sollevamento pesi.
La gara che provocò le emozioni più forti fu la maratona, nella quale i greci speravano di eccellere. Essa rievocava, infatti, l'incredibile impresa di Filippide (o Fidippide) che, nel 490 a.C., aveva corso senza fermarsi mai da Maratona ad Atene per comunicare la vittoria su Dario ed i Persiani ed era morto per la fatica appena terminata la sua missione. Ed infatti fu un greco a vincere: un pastore dell'Attica, di nome Spyridion Luis, che gareggiava con la divisa della fanteria greca. Il giorno dopo ci furono le premiazioni con medaglie d'argento (per ovvie ragioni di bilancio) e l'incoronazione dei vincitori con ramoscelli d'ulivo raccolti ad Olimpia. La prima edizione dei Giochi Olimpici moderni fu quindi un successo, nonostante le difficoltà e la mancanza di fondi e di strutture adeguate.
Il logo che li contraddistingue da sempre, però, non c'era ancora. Bisognerà aspettare il 1913, dopo l'edizione dei Giochi Olimpici di Stoccolma del 1912, perché de Coubertin concretizzasse la sua idea di sopranazionalità e di contemporanea unione dei continenti in un logo. Ideò quindi i cinque cerchi colorati che rappresentano l'incontro degli atleti di tutto il mondo partecipante.
L'interpretazione dei colori blu per l'Europa, giallo per l'Asia, nero per l'Africa, verde per l'Oceania e rosso per l'America non è attribuibile a Pierre de Coubertin , ma è ormai un'interpretazione di fatto. Egli, infatti, aveva scelto quei colori perché si trovavano, mescolati in maniere differenti, in tutte le bandiere europee, e in quelle delle nuove nazioni partecipanti: Giappone, Cina, Oceania. La bandiera olimpica fu presentata in occasione dell'anniversario della nascita delle Olimpiade moderne nel 1914 a Parigi e si vide sventolare su uno stadio per la prima volta nei Giochi Olimpici di Anversa nel 1920.
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