venerdì 14 settembre 2012

La via della seta


Fra Oriente e Occidente.Un filo sottile che univa Pechino al Mar Mediterraneo.Un canale di transito di idee e culture. Dal 53 a.C. ad oggi, per venti secoli ambasciatori e missionari, guerrieri e navigatori hanno percorso il cammino che parte dal Medio Oriente, passa per Baghdad, Samarcanda, attraversa la Cina e si conclude a Luoyang. Un itinerario oggi conosciuto come “via della seta”, definizione usata dal geografo e geologo tedesco Ferdinand von Richthofen nell'introduzione all'opera Tagebücher aus China, pubblicata a Berlino nel 1907. Infatti fu proprio la seta, il prezioso e fin dall'inizio costosissimo tessuto dall'origine avvolta di mistero, a permettere che gli scambi commerciali di profumi, spezie, oro, pelli, metalli, porcellane, medicinali cominciassero a fiorire. Grazie al viaggio di numerosi mercanti, anche i Romani vennero a contatto con la seta, che chiamavano “serica”, perché fabbricata dal lontano popolo dei Seri, come a Roma venivano chiamati i cinesi. Attraverso quello stesso percorso, intorno alla metà del I secolo dopo Cristo, il buddismo fece il suo ingresso in Cina. La via della seta è costretta a numerose diramazioni a causa delle innumerevoli barriere poste dalla natura, che ne ostacolano la linearità. Infine, il clima molto rigido d'inverno e torrido d'estate nelle depressioni del deserto del Takla Makan, metteva a dura prova gli uomini e gli animali, che avrebbero poi dovuto affrontare gli aspri passi del Pamir per scendere lungo le valli del Pakistan a dell'Afghanistan. Inoltre, le carovane correvano un serio pericolo, poiché erano esposte agli attacchi degli Xiongnu, una popolazione di bellicosi nomadi del Nord che assaliva i viaggiatori che si avventuravano in quelle zone deserte. Il declino della “via della seta” cominciò con la concorrenza di una nuova arteria commerciale più rapida e sicura della via di terra: l'India e la Cina venivano raggiunte via mare.

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