venerdì 14 settembre 2012
10 Settembre 1898: un giovane anarchico uccide Sissi
Il continuo e inquieto girovagare per l’Europa che aveva caratterizzato negli ultimi anni la vita di Sissi, Imperatrice d’Austria, l’aveva condotta, in quel 10 Settembre del 1898, a Ginevra, in Svizzera. Imprudentemente, la donna si aggirava per la città senza guardie armate, con la sola compagnia della fidata contessa Sztàray; la mancanza di una scorta che la protegesse, visto il clima politico di allora e l’ostilità verso i regnanti, si sarebbe rivelata fatale. Si dice che ad un certo momento, mentre camminava, un corvo nero le sfiorò la spalla: “Un corvo così vicino…esclamò, è sicuramente un presagio di sventura”. Non si sbagliava Sissi, che negli ultimi tempi aveva mostrato un carattere sempre più cupo e malinconico, quasi desideroso di morte. Mentre stava per imbarcarsi su un battello che l’avrebbe condotta in visita alla città insieme all’amica, un ragazzo l’aggredì gettandola a terra. L’azione fu fulminea e da principio non sembrò particolarmente grave, tanto più che la sovrana si rialzò e salì sull’imbarcazione. Ma un attimo dopo cadde e perse i sensi. Pensando ad un banale svenimento, la dama di compagnia sbottonò il corpetto dell’abito di Sissi affinché potesse respirare meglio e fu solo in quel momento che si accorse di quanto accaduto: la donna era stata ferita da un’arma da taglio. Nel giro di pochi minuti, una delle principesse più amate e ammirate di ogni tempo, moriva, lontano da casa, dal suo Franz, dai familiari e dai sudditi. Il responsabile del gesto si chiamava Luigi Lucheni ed era un venticinquenne monarchico italiano desideroso di uccidere un regnante, uno qualsiasi; “Avrei preferito un Capo di Stato – dichiarò alla Polizia dopo l’arresto – ma in mancanza d’altro mi sembrava che anche l’Imperatrice d’Austria potesse andare bene”. Gli era stato sufficiente un solo colpo, dritto al cuore, inflitto con una lima affilatissima, poiché la mancanza di soldi gli aveva impedito di comprare un pugnale.
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