giovedì 4 novembre 2021

Il porcellino portafortuna di Firenze


 E’ vero, tutti lo chiamano “porcellino” ma raffigura in realtà un bellissimo esemplare di cinghiale che è divenuto uno dei simboli della città e conosciuto in tutto il mondo.

La statua del Porcellino fu realizzata da Pietro Tacca intorno al 1633. Venne commissionata dal granduca Cosimo II de’ Medici che considerava il cinghiale un emblema di coraggio. 
Pietro Tacca, scultore molto attivo a Firenze, già allievo del Giambologna, realizzò la riproduzione in bronzo di un cinghiale marmoreo del I° sec. d.C. Esso stesso era una copia di un bronzo ellenistico di proprietà della Galleria degli Uffizi.
Quella che attualmente si trova alle “Logge del Porcellino” non è l’originale, ma una copia.
L’originale della fontana è oggi esposta, dopo il restauro del 1999, al Museo Bardini.
In origine questa statua non era una fontana, fu trasformata in seguito dal nuovo granduca Ferdinando II de' Medici.
In principio la fontana era collocata sul lato delle logge in Via Por Santa Maria, spostata poi nell’attuale collocazione per liberare la viabilità.
Alla vista del “Porcellino” tutti si fanno catturare dal suo grugno lucente e spesso tralasciano le particolarità che si celano nel basamento. Un tripudio di vegetazione di palude e degli acquitrini si svela nella sua perfezione, rane, rospi, serpenti d’acqua contornano la base della fontana. La base fu sostituita da una copia di Giovanni Benelli nel 1856, aveva subito un forte deterioramento e avendo come modello un originale malridotto e liso dal tempo, il Benelli, a suo ingegno, lo arricchì di particolari di sua manifattura.

Toccare il naso del porcellino è un rito portafortuna, così come far scivolare una moneta verso il basso, dalla lingua della bocca del “porcellino”, in modo che cada direttamente nella grata sottostante. Se l’operazione riesce il desiderio espresso si avvererà.


Lo scrittore danese Hans Christian Andersen nel corso della propria vita soggiornò più volte a Firenze. Famosa la sua frase “Firenze è un’intero libro illustrato”.
Proprio a Firenze il grande novelliere, scrisse una piccola fiaba, “Il porcellino di bronzo”, ispirandosi alla statua bronzea di Pietro Tacca posta ai piedi delle logge del Mercato Nuovo di Firenze. Protagonista un bambino fiorentino poverissimo e orfano. La novella non ha mai destato molto scalpore e non è famosa come altre novelle dello stesso autore. Una targa lo ricorda proprio sopra il bronzo tanto amato dai turisti e dai fiorentini più veri.
Fonte: firenzecuriosita

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