venerdì 9 aprile 2021

L'antico traffico di pappagalli esotici nel Deserto dell'Atacama


 Il luogo più arido del mondo era un tempo uno snodo commerciale per la tratta di animali di specie esotiche: tra il 1100 e il 1450 dopo Cristo, prima dello sviluppo della civiltà Inca, il deserto dell'Atacama era attraversato da carovane che, a dorso di lama, trasportavano pappagalli dal piumaggio variopinto dall'Amazzonia alle Ande.

 
Dall'analisi dei resti di pennuti ritrovati nel sito archeologico di Pica (in Cile) e in altri luoghi dell'Atacama è emerso che i poveri uccelli sopportavano viaggi anche di 500 km, e che i carovanieri sapevano come mantenerli in vita nel tragitto: erano considerati infatti una merce preziosa.
Le piume colorate di are, amazzoni e altri pappagalli tropicali erano un simbolo di benessere, ricchezza e sacralità per le civiltà precolombiane. Penne e uccelli venivano regolarmente importati sugli altopiani delle Ande e sulla costa pacifica del Sud America, ma non si era ancora ben capito attraverso quali rotte commerciali.
 La nuova scoperta prova che la cattura, il trasporto, il mantenimento e la vendita di pappagalli esotici continuarono nel periodo compreso tra il declino dei Tiwanaku (una potente civiltà fiorita attorno al Lago Titicaca, tra Bolivia e Perù) e l'inizio della civiltà Inca.


Eliana Flores Bedregal, ornitologa del Museo Nazionale di Storia Naturale di La Paz, Bolivia, ha analizzato i resti di pappagalli trovati nell'Atacama e conservati in diversi musei, identificando in essi diverse specie tropicali, come l'amazzone farinosa (Amazona farinosa) e l'ara scarlatta (Ara macao).
Oltre alle piume sono stati analizzati i resti completi di 27 uccelli di sei diverse specie almeno in parte mummificati, trovati avvolti in pezzi di tessuto o custoditi in apposite borse. 
L'analisi degli isotopi di carbonio e di azoto nei reperti ha rivelato che i pennuti venivano nutriti con mais coltivato nelle aree meno aride del deserto, usando il guano di uccelli marini come concime.
 Queste attenzioni erano tutt'altro che disinteressate: sul corpo degli animali sono stati trovati i segni di frequenti spiumature, la prova che i pappagalli venivano sfruttati come fonti di guadagno.
Fonte: focus.it

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