venerdì 16 ottobre 2020

Buchette del vino: cosa sono le antiche finestrelle che stanno tornando in uso in Toscana


 Stanno tornando di moda a Firenze le antiche buchette del vino. Utilizzate durante l’epidemia di peste ora trovano nuovo uso per favorire il distanziamento sociale ai tempi del coronavirus.

Le “finestre del vino” o “buchette del vino” risalgo al XVI secolo. Allora furono progettate per servire i clienti senza avvicinarsi direttamente a loro, l’apertura infatti veniva utilizzata per il passaggio delle bevande.


Un’antica tradizione che sta riprendendo forza durante la pandemia.

Nel XVI secolo i proprietari terrieri dovevano diversificare il loro reddito e per questo furono incoraggiati dalla famiglia fiorentina dei Medici a coltivare la vite e vendere la loro produzione di vino senza passare per intermediari.

Intorno all’anno 1532 nacquero in Toscana queste caratteristiche piccole aperture, intagliate a mezza altezza nei muri delle cantine e dei negozi, utili ai commercianti per servire le loro bevande a distanza di sicurezza. 

Le finestre del vino ebbero un improvviso fervido successo a causa dell’esplosione dell’epidemia di peste del 1630.

Le buchette, infatti, aiutavano a ridurre i contatti tra venditori e acquirenti e di conseguenza limitavano il rischio di contagio. Ma chi se l’aspettava che, dopo tutto questo tempo, sarebbero tornate utili proprio nel corso di un’altra pandemia?

Molto apprezzate nel Rinascimento, le finestrelle caddero gradualmente in disuso. 

Tuttavia, un evento inaspettato, ha rianimato l’uso di queste aperture: appunto l’epidemia di Covid-19.


Ancora presenti in Toscana (sono oltre 150 nella sola Firenze), le buchette stanno quindi tornando utili per servire non solo vino ma anche il più moderno Spritz, caffè, gelati, panini e altro. 


Un modo che hanno gestori e clienti per continuare a vendere e consumare cibo e bevande negli spazi pubblici, senza mettere a rischio la propria salute.


Fonte: greenme.it

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