mercoledì 29 luglio 2020

Una scarpa antica 2.300 anni trovata sui Monti Altaj in Siberia, perfettamente conservata


L’archeologia è una materia di grande fascino sia per gli studiosi che per molte persone comuni.
 Nuovi reperti archeologici possono aiutare a comprendere sempre meglio il nostro passato e quello di altre culture, e capire così il nostro presente. 

Trovare dei reperti antichi migliaia di anni in buono stato di conservazione è piuttosto difficile, a meno che si tratta di oggetti fatti di materiali che resistono al tempo. 
Per questo, la scoperta di una scarpa scita di 2.300 anni fa è stata sensazionale, tanto quanto quella di una scarpa romana antica 2.000 anni trovata in Germania.
 Si tratta di uno stivaletto da donna rinvenuto sui Monti Altaj in Siberia insieme ad altri straordinari reperti come gioielli, armi e persino cibo.
 Una curiosità: la suola della calzatura, fatta di morbida pelle rossa, è ornata con dei cristalli di pirite.


Gli antichi Sciti erano un popolo nomade che attraversava il continente eurasiatico.
 Si ritiene che il luogo dove è stata ritrovata la scarpa, anche per la presenza degli altri oggetti, fosse un sepolcro.
 Come avveniva in altre antiche civiltà e culture, questi nomadi seppellivano i loro morti insieme ad alcuni beni e oggetti ritenuti essenziali affinché li accompagnassero nel loro viaggio verso l’aldilà. 


 Gli sciti in genere costruivano strutture di legno nel terreno, simili a una capanna, per ospitare i loro morti, e ogni corpo era collocato all’interno di una bara di legno insieme ai loro beni.
 Questa struttura, insieme al permafrost dei Monti Altai, ha conservato lo stivale per millenni.


Molta curiosità ha destato la decorazione della suola di questa scarpa.
 Secondo gli storici, gli Sciti socializzavano spesso davanti a un fuoco, attorno al quale si sedevano in ginocchio; per questo la suola era visibile agli altri membri della comunità e faceva quindi parte dell’abbigliamento.
 Secondo un’altra teoria, invece, questo stivaletto veniva realizzato esclusivamente in occasione della sepoltura dei morti, il che spiegherebbe anche il perfetto stato della suola.


 Fonte: keblog.it

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