lunedì 20 marzo 2017
Vittoria dei Maori: il loro fiume è stato equiparato a una persona
Ci sono voluti 170 anni o forse più, ma ora per la prima volta al mondo un fiume è una persona.
Il Whanganui in Nuova Zelanda ha ottenuto il riconoscimento di personalità giuridica, protetta da rappresentanti legali.
Il corso d’acqua è riverito come sacro dal popolo maori, scorre per 145 km dal centro dell’Isola del Nord fino al mare, e il parlamento ha dato a lui la qualità di “persona”, dopo appunto una battaglia legale durata 170 anni.
Il Whanganui sarà rappresentato congiuntamene da un membro nominato dalla comunità maori e uno nominato dal governo.
La legge deriva dallo storico trattato di Waitangi, che fu firmato nel 1840 da un rappresentante della corona inglese e da 40 capi delle tribù maori dell’Isola del Nord.
In base al trattato, che mise fine a un lungo conflitto fra maori e colonizzatori, la Nuova Zelanda divenne colonia inglese.
Esso offre da allora sostanziale protezione agli interessi e alle proprietà tradizionali dei maori.
La nuova legge mette fine al più lungo contenzioso nella storia del Paese, ha detto il ministro per il trattato di Waitangi, Christopher Finlayson. «Questa legge riconosce la profonda connessione spirituale fra il locale popolo Whanganui Iwi e il loro fiume ancestrale. Ne riconosce le tradizioni e usanze e crea una base solida per il futuro del fiume».
Il fiume Whanganui ora ha tutti i diritti, i doveri e le responsabilità di una persona sarà rappresentato congiuntamente da un membro nominato dalla comunità maori e uno nominato dal governo.
Fra l’altro, potrà essere rappresentato in procedimenti in tribunale. La legge prevede un indennizzo finanziario di 80 milioni di dollari neozelandesi (52 milioni di euro) e il governo inoltre contribuirà con 30 milioni di dollari (circa 20 milioni di euro) ad un fondo per promuovere e mantenere la salute e il benessere del fiume.
«Abbiamo sempre creduto il fiume Whanganui come in un insieme indivisibile e vivente, con tutti i suoi elementi fisici e spirituali, dalle montagne del centro dell’Isola del Nord fino al mare», ha detto la leader del partito maori Marama Fox.
Il concetto di trattare un fiume come una persona non è inconsueto per i Maori ed è espresso dal noto detto: «Io sono il fiume e il fiume è me».
«Non siamo noi ad avere cambiato la nostra visione del mondo, ma sono le persone e le istituzioni a mettersi al passo e vedere le cose nella maniera in cui le vediamo noi», ha aggiunto Marama Fox.
«Questa legge riconosce la profonda connessione spirituale fra il locale popolo Whanganui Iwi e il loro fiume ancestrale – ha detto il ministro per i negoziati del trattato di Waitangi, Christopher Finlayson -, riconosce le loro tradizioni, usanze e pratiche e crea una base solida per il futuro del fiume».
«Abbiamo sempre combattuto per l’anima del fiume», ha detto il principale negoziatore per il locale popolo maori, Gerrard Albert, aggiungendo che la comunità era preoccupata da tempo per l’impatto sulla «salute e benessere» del fiume, che sono direttamente legati al benessere del nostro popolo.
Noi trattiamo il fiume come un antenato ed era necessario trovare qualcosa che si avvicinasse a questo nella legge e lo confermasse. E quindi assicurare che tutti i neozelandesi lo comprendano e collaborino», ha aggiunto
Nelle tradizioni dei popoli come i Maori la natura in tutte le sue forme ha un’importanza molto diversa da quella che diamo noi occidentali, la natura è un essere vivente e alcuni popoli la venerano, con tutti i suoi componenti, come un dio superiore perché consente all’essere umano di sopravvivere.
E come dare loro torto?
Fonte: lastampa.it
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