venerdì 31 marzo 2017

SpaceX e il lancio storico del Falcon 9 di seconda mano


Stanotte (dalle 00.36 circa, ore italiane) c'è stato un evento storico per l'esplorazione spaziale. 
SpaceX ha lanciato un satellite a bordo di un razzo Falcon 9 il cui primo stadio aveva già volato una volta nello spazio per poi rientrare a terra atterrando verticalmente.

 Il primo stadio "di seconda mano" ha funzionato perfettamente ed è nuovamente atterrato in verticale a bordo della nave appoggio Of Course I Still Love You nell’Oceano Atlantico.
 È la prima volta che il primo stadio di un razzo orbitale vola due volte nello spazio e ritorna verticalmente. 
Un traguardo storico in generale, e soprattutto per SpaceX, una società che opera soltanto da 15 anni. 

 Lo scopo di questo esperimento è arrivare a riutilizzare in modo efficiente e sostenibile i razzi spaziali (come facciamo con gli aerei, per intenderci, che non volano soltanto una volta) senza dover spendere troppi soldi tra un volo e l'altro, come accadeva per esempio con lo Space Shuttle. 

 Per questo primo test è stato “ricondizionato” il Falcon 9 che volò nel aprile 2016, la prima missione che si concluse con un appontaggio e la seconda a terminare con un primo stadio intero e non distrutto (il primo rientro non distruttivo di un Falcon avvenne a dicembre 2015 sulla terraferma).

 Mentre gli occhi di tutto il mondo erano - giustamente - concentrati sul rientro del primo stadio, il secondo completava la sua missione mettendo in orbita il satellite geostazionario SES-10. Il patron di SpaceX Elon Musk, è intervenuto - durante la diretta del lancio, subito dopo l'atterraggio - visibilmente emozionato: 
«è stato un evento rivoluzionario nella storia dei voli spaziali» ha detto, spiegando come buttar via il razzo dopo ogni singolo volo è inconcepibile: quanto costerebbe un biglietto aereo se non potessimo riutilizzare il velivolo alla fine del tragitto? 
 Secondo Musk (e gli esperti), il riutilizzo del primo stadio è una tappa fondamentale nella riduzione dei costi per raggiungere lo spazio. 
 Come spiega Paolo Attivissimo: 
«La prossima sfida, ora che il principio è stato dimostrato, è ridurre i tempi e i costi di riutilizzo e dimostrare non solo la fattibilità tecnica ma anche la convenienza economica».

Fonte: focus.it

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