sabato 1 febbraio 2014

Un disco celtico riutilizzato dai Vichinghi


Un disco celtico dorato dell’VIII o IX secolo è stato scoperto per caso nei depositi del British Museum, dove giaceva da oltre 100 anni. 
 Il conservatore del museo Barry Ager stava studiando attentamente una serie di reperti, quando il suo occhio è caduto un qualcosa di metallico che spuntava da un blocco di materiale organico. Incuriosito, fece scansionare ai raggi X il blocco. 
“In quel momento, non sapevo veramente cosa ci fosse dentro”, dice. “È stata una scoperta incredibile”. 
 Ager pensa che il manufatto venne probabilmente creato in Irlanda o Scozia e fu poi saccheggiato dai Vichinghi da un santuario o un reliquiario. 
I Vichinghi lo convertirono in una spilla aggiungendo buchi per i rivetti e un perno.

La spilla, quasi 6 cm di diametro, finì sepolta nella tomba di una donna vichinga di alto rango. Probabilmente era avvolta in un tessuto e posta all’interno di un contenitore di legno.
 Sulla superficie metallica rimane ancora un elaborato design tra cui tre creature simili a delfini e motivi intrecciati. “I motivi, il quadrilobo del tondo centrale e la forma delle teste dei ‘delfini’ hanno dei chiari paralleli nella metallurgia e nei manoscritti celti dell’VIII e inizio IX secolo, come la spilla di Tara e il libro di MacRegol”. 
“Anche i Vichinghi erano fabbri molto abili, quindi sono sicuro questo oggetto li avesse affascinati”, dice Ager. 


L’archeologo britannico Alfred Heneage Cocks aveva scavato il blocco nel sito funebre vichingo di Lilleberge, in Norvegia, intorno al 1880, e il tutto fu poi acquisito dal British Museum nel 1891.

Nel sito erano anche state scavate due spille, collane di perline e una placca in osso di balena, forse usata come vassoio per pietanze durante i banchetti. 
“Era consuetudine seppellire la persona con i loro possessi personali”, spiega Ager. “Erano pagani, e questo faceva parte di una normale sepoltura vichinga”.

 Il fatto storico

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