lunedì 17 febbraio 2014

Peste Nera, la più grande pandemia nella storia dell’umanità

Fu il più grande episodio pandemico attestato nella storia dell’umanità, provocando in pochi anni la morte, solo in Europa, di decine di milioni di persone, verosimilmente un abitante su tre (o perfino su due) del nostro continente.
 L’evento fu cosi devastante che l’intero assetto sociale, economico e politico dell’Europa alla fine del Medioevo ne fu modificato per sempre.


Il ceppo della Peste Nera pare venisse dai recessi misteriosi del Deserto del Gobi, in Mongolia, o da un qualche altro luogo sperduto della sconfinata Asia Centrale. 
Trasportato dai ratti e dalle loro pulci, in un luogo imprecisato di abbandono e miseria in cui anche i parassiti morivano di stenti, il batterio Yersinia pestis mutò per poter assalire anche l’uomo e garantirsi sopravvivenza e diffusione su un nuovo tipo di ospite/vittima. 
 Viaggiando di villaggio in villaggio, il bacillo della Morte Atroce raggiunse i monti Altaj e il Pamir e fu registrato per la prima volta da un resoconto scritto intorno al 1338 nell'attuale Kirghizistan, presso una comunità cristiana-assira posizionata sul lago Issyk-Kul. 

Spostandosi lungo la Via della Seta, la Grande Pestilenza raggiunse poi nel 1345 la Crimea, il Mar Nero e il Mar Caspio, affacciandosi così sull’Europa.
 Dopo essere serpeggiata per oltre un decennio in Oriente, attraverso vastità desolate che ne rendevano più lenta la diffusione, la Morte Nera raggiunse la colonia genovese di Caffa, nell’odierna Ucraina, durante l’assedio che l’Orda d’Oro del Khan Gani Bek teneva contro questo avamposto commerciale "italiano" nel Levante. 
 Caffa, la "Regina del Mar Grande", resisteva con tenacia all’assedio dell’Orda, che nel frattempo veniva invece flagellata dalla Pestilenza. 
Gani Bek Khan abbandonò allora la guerra e si ritirò, portando via la sua armata di assalitori. Prima di andare via, tuttavia, come gesto di sfregio e ripicca, fece gettare con le catapulte i cadaveri infettati dei suoi uomini dentro le mura della città, in una strana forma di guerra batteriologica ante litteram, non meno crudele e insensata delle attuali. 
 Salvatisi dalla furia stragista degli uomini dell’Orda, i genovesi di Caffa non sfuggirono invece all’implacabile e orripilante contagio della peste, che strinse ben presto la città in una morsa di morte generata direttamente dal proprio interno. 
 Allo stesso modo, i marinai e commercianti che partivano da Caffa diretti verso un qualsiasi altro centro e avamposto marittimo del Mar Nero e del Mediterraneo, diffusero la Morte Nera in ogni regione d’Europa, Medio Oriente e Africa Settentrionale, stavolta con la rapidità e la potenza di un contagio che si diffonda in Occidente, tra regni malnutriti, città sovrappopolate e scarse condizioni di igiene e salute. 
 I primi focolai scoppiarono quindi nei porti più trafficati del Vecchio Mondo, a partire da Costantinopoli, Messina, Genova, Pisa e Venezia, per poi diffondersi da essi per ogni dove. 
Secondo le cronache dell’epoca, la gente moriva per le case, nei palazzi, per le strade, sulle navi, in viaggio per cercare salvezza dopo essere fuggita dalle proprie città. 
 Morirono contadini e cittadini di ogni estrazione sociale. Morirono accattoni e miserabili così come re, giudici e vescovi.
 Morirono perfino i medici che tentavano di curarli.



Nel 1940, emulando la barbarie folle dei mongoli di Gani Bek Khan, l’esercito giapponese decise di utilizzare la Peste Nera contro i cinesi della provincia del Chekiang.
 Sul villaggio di Chushien vennero lanciate tramite aerei delle provviste di riso contaminate da feci di ratto appestato, che causarono un centinaio di morti. 

 Al giorno d’oggi la Peste non è ancora debellata ma appare in qualche migliaio di casi all’anno, in focolai di contagio che vengono presto debellati, ma si manifestano purtroppo in ogni parte del mondo, comprese Africa, Asia, Caucaso e Americhe. 
 Attualmente la Peste viene curata tramite antibiotici e il 27 Aprile 2012 è stato approvato in USA un farmaco specificamente creato contro di essa. 
Eppure, alcuni ceppi risultano resistenti a tutti i trattamenti e questo male antico è anche considerato un agente biologico di possibile utilizzo terroristico nelle guerre e nelle insorgenze del futuro.

 Dalla preistoria dell’uomo fino agli scenari dei conflitti anticonvenzionali di domani, la Morte Nera accompagna il sorgere e il cadere delle civiltà umane senza che sia stato ancora possibile sgominarla. 
Simbolo stesso della Pestilenza come idea astratta e della Malattia in quanto tale, la Peste Nera è stata raffigurata nel Medioevo come uno degli aspetti stessi della Morte e come uno dei Cavalieri dell’Apocalisse.


Mauro longo

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