domenica 23 febbraio 2014
In Sardegna alle fonti di Siete Fuentes
Per il nome, Siete Fuentes, e per la passione sfrenata per i cavalli c’è un filo invisibile che lega il minuscolo borgo più alla Spagna che all’Italia.
Nel Montiferru, Sardegna occidentale, c’è un luogo in cui l’acqua scorre abbondante e, come suggerisce il nome, attraverso Sette fontane.
Poche case, quasi semplici villini in mezzo a boschi di querce, lecci e olmi, una chiesetta costruita dai Cavalieri di Malta, viali lastricati in pietra dove passeggiare.
Il nome esteso è San Leonardo De Siete Fuentes, frazione a due chilometri da un altro paese, Santu Lussurgiu, in provincia di Oristano.
D’inverno c’è la neve e un paesaggio di montagna ad appena 700 metri sul mare, d’estate è un fresco rifugio dal torrido caldo delle spiagge e della pianura del Medio Campidano.
Il borgo si anima nei weekend e durante le vacanze, meta di picnic e gite fuori porta fino all’exploit degli ultimi decenni, con la nascita e lo sviluppo di varie strutture ricettive.
Conosciuto praticamente da sempre per le proprietà delle acque, la cui temperatura media si aggira sugli 11 gradi, leggere, prive di scorie e considerate benefiche.
Eppure, nonostante la fama non c’è un vero stabilimento termale, l’accesso alle sorgenti è libero e chi vuole può bere e bagnarsi, attività consigliata esclusivamente nella bella stagione.
Dalle pareti di pietra l’acqua sgorga senza tregua e viene convogliata, attraverso delle canalette in una sorta di laghetto tra alberi d’alto fusto. Uno sciabordio costante e continuo che fa da sottofondo alle passeggiate lungo i percorsi e i sentieri tracciati nel parco.
Le piccole dimore per le vacanze si allineano vicino a una chiesetta in trachite rossa, in stile romanico-pisano.
È dedicata a san Leonardo, costruita nel XII secolo dai monaci Gerosolimitani, poi modificata appena 100 anni dopo.
I due portali sono decorati con sculture, così come il campanile.
Per la presenza delle sorgenti e l’aria fresca questo era un luogo di cura e riposo, gestito da frati e monache che vivevano in due conventi con annessi vasti terreni coltivati. I malati erano seguiti in un ospedale, di cui purtroppo non restano più tracce.
Una struttura che il Priorato di Pisa affidò agli ospedalieri dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, un ramo dei Cavalieri di Malta.
Secondo la leggenda vi morì pure Guelfo della Gherardesca, figlio supersite del conte Ugolino di dantesca memoria.
Il borgo fino al 1500 era abitato e in piena attività, poi ha subito una progressiva decadenza per via della dominazione spagnola e la divisione in feudi.
Man mano il centro è stato abbandonato e il bosco ha di nuovo preso piede.
Ai primi di giugno a Siete Fuentes si danno appuntamento gli appassionati di cavalli, soprattutto allevatori e commercianti. Nessuna festa religiosa o tradizionale, ma un’autentica fiera dove si compra, si vende e si tenta di fare affari.
Un appuntamento in cui i profani possono confrontarsi con un spaccato di Sardegna senza lo il velo folkloristico delle grandi occasioni.
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