giovedì 23 gennaio 2014

Non c'è più religione !!!!



Un alto prelato, che stava per essere nominato arcivescovo e che aveva l'incarico di amministrare il patrimonio della Santa Sede (Apsa), avrebbe consentito ''in modo sistematico'' ai componenti della famiglia di armatori D'Amico, di riciclare rilevantissimi importi di denaro di ''dubbia provenienza'', che secondo la Guardia di Finanza sarebbe frutto di evasione fiscale.
E' questo, in sintesi, il cuore dell'inchiesta della procura di Salerno che ha portato tra l'altro, all'esecuzione di una ordinanza agli arresti domiciliari nei confronti di monsignor Nunzio Scarano, così come scrive il gip Dolores Scarone nel suo provvedimento
Riciclaggio - Il prelato avrebbe consentito agli armatori di trasferire per anni somme di denaro sui propri conti accesi presso l'Unicredit di Via della Conciliazione e presso la banca vaticana dello Ior. Somme che sarebbero state poi prelevate in contanti per centinaia di migliaia di euro e utilizzate per l'acquisto di immobili a Salerno, investimenti societari, acquisto di quadri d'autore.
Parte delle ingenti somme sarebbero state invece restituite ''pulite'' ai titolari. Il giudice si sofferma sugli ''incredibili'' espedienti per evitare che risulti in possesso di così grandi disponibilità economiche.
''Ciò che è allarmante - scrive il gip - è che illeciti di così grave portata e l'artificio e l'inganno che li sorreggono, vengano perpetrati da un alto prelato del Vaticano, da un uomo di chiesa il cui agire nella società è o dovrebbe essere, per insegnamento della stessa Chiesa di Roma, ispirato ai valori dell'onestà, della verità, dell'umiltà e della povertà''.
''Non è ben chiaro - osserva il gip - il motivo di tanta disponibilità dimostrata dal prelato verso la famiglia di armatori D'Amico, che si spinge ai punti estremi per consentire loro di poter ripulire i capitali illeciti prodotti all'estero''.Indagate 52 persone -
I destinatari delle ordinanze cautelari sono, oltre a mons. Scarano, il sacerdote Luigi Noli, anch'egli agli arresti domiciliari, e il notaio Bruno Frauenfelder, per il quale è stato disposto il divieto temporaneo di esercitare l'attività professionale.
Si indaga su versamenti di somme illecite per milioni su conti presso lo Ior e reimpiegate per l'acquisto di beni, costituzione di società e estinzione di un mutuo. 
Nel corso delle indagini è emersa la riconducibilità a Scarano di numerosi conti bancari presso lo Ior da uno dei quali veniva prelevata la somma di oltre 588 mila euro utilizzata per l'estinzione, con modalità dissimulatorie, attraverso il ricorso a falsi certificazioni di donazione da parte di 50 persone individuate dal monsignore e da una sua commercialista, di un mutuo ipotecario intestato a una società immobiliare di cui Scarano è socio. Gli investigatori hanno accertato che le notevoli somme di denaro nella disponibilità di Scarano per un importo superiore ai 5 milioni di euro derivavano dai componenti della famiglia di armatori romani D'Amico, anche mediante il ricorso a società offshore in paradisi fiscali.
Tali somme che all'apparenza erano destinate a finalità assistenziali e benefiche sarebbero invece state utilizzate dal monsignore per investimenti immobiliari tra cui un appartamento di 17 vani a Salerno e la costituzione di società immobiliari.
Avanzata una richiesta di rogatoria al Vaticano -
Contrariamente a quanto era stato riferito da fonti investigative, non c'è stato al momento alcun accesso della Finanza nella sede dello Ior: stamattina è stata avanzata per il tramite del ministero della giustizia una richiesta di rogatoria al Vaticano che è ora in attesa di risposta.
L'ordinanza di custodia cautelare notificata questa mattina a mons. Scarano dispone il sequestro dei conti correnti a lui riferibili giacenti presso lo Ior. I finanzieri, secondo quanto appreso, avrebbero accertato false donazioni provenienti da società offshore transitate su conti Ior intestati a Scarano. Le accuse di riciclaggio che hanno portato il monsignore agli arresti domiciliari sono state formulate dalla Procura della Repubblica di Salerno in un'inchiesta su riciclaggio di ingenti somme di denaro. 
Nell'inchiesta della Procura, monsignor Scarano è accusato di riciclaggio per presunte donazioni ritenute dagli inquirenti fittizie. Secondo l'ipotesi investigativa le donazioni sarebbero servite a coprire un grosso riciclaggio di denaro.
Il prelato avrebbe contattato una sessantina di persone chiedendo ad ognuno di loro la compilazione di un assegno circolare con somme intorno ai diecimila euro, spiegando di dover ripianare i debiti di una società immobiliare titolare di alcune abitazioni nel centro storico di Salerno
Era stato già arrestato - Sempre secondo l'accusa formulata dopo mesi di indagini avviate all'inizio del 2013 e condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, coordinate dal colonnello Antonello Mancazzo, gli assegni sarebbero stati soltanto una partita di giro, in quanto al momento della consegna i donatori avrebbero ricevuto l'equivalente in denaro contante. Monsignor Scarano era stato già arrestato lo scorso 28 giugno in un'inchiesta della Procura di Roma, insieme all'operatore finanziario Giovanni Carenzio e all'ex agente dei Servizi Giovanni Maria Zito.
Era stato successivamente posto agli arresti domiciliari, dopo essere stato ricoverato per un periodo nell'ospedale Ruggi d'Aragona di Salerno
Monsignor Nunzio Scarano, coinvolto nell'inchiesta della procura di Salerno sul riciclaggio, ''è una persona inquietante. Alto prelato e formale uomo di chiesa del Vaticano eppure soggetto dedito alla vita mondana in grado di ricorrere a ingannevoli e spregiudicati artifizi per non figurare nelle operazioni finanziarie'', scrive nella sua ordinanza di custodia agli arresti domiciliari il gip Dolores Zarone.

Fonte- Tiscali

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