mercoledì 2 ottobre 2013

Villa Grock


Villa Grock è una delle residenze più particolari dell'intero Ponente ligure, talmente legata alla personalità del suo proprietario che non si può scrivere di villa Grock senza prima descrivere Grock, il più grande clown del suo tempo. Charles Adrien Wettach è stata una vera e propria star, in un'epoca in cui l'idea di svago non esisteva e l'arrivo del circo in città rappresentava, se non l'unica, la più grande attrazione.



Adrien Wettach, nato a Reconvilier, (Svizzera), il 10 gennaio del 1880, consacrato "Re dei clown" all'Olympia di Parigi nel 1919, fu una vera e propria star internazionale dall'inizio del novecento fino al suo addio alle scene nel 1954. 
Artista straordinario: giocoliere, equilibrista, acrobata, in grado di suonare un gran numero di strumenti musicali, ammaliò il pubblico di tutto il mondo trasformando il suo rotondo nome d'arte in autentica leggenda.

 Conobbe Imperia per caso, facendo visita ai suoceri in villeggiatura nel 1920, e ne rimase così colpito da acquistare una casa con terreno, inizialmente destinata alle vacanze.

 Proprio in quel luogo venne costruita la villa che ancora oggi domina la collina di Oneglia e che divenne residenza stabile del clown fino al 1959. Fu in quell'anno che Grock si spense, qui dove la casa e il giardino restano orgogliosamente a testimoniare il segno del loro eclettico proprietario, trasmettendone ancora con forza il malinconico, celeberrimo sorriso.


Villa Grock (in origine villa Bianca in onore della figliastra), che l'artista svizzero volle costruire dirigendo personalmente i lavori iniziati negli anni '20, è concepita come un circo, ma con la sua architettura imponente rappresenta la stabilità e l'appartenenza all'alta borghesia che aveva inseguito per un'intera vita da nomade. Ricca di particolari, simboli che richiamano alla sua arte, alla mitologia e all'esoterismo.
 Il soffitto del porticato, all'ingresso dell'abitazione raffigura un cielo stellato, riferimento che poteva appartenere alla massoneria di cui Grock faceva parte o poteva semplicemente assumere un significato simbolico, come se entrando tornasse dalla vita nomade, passando sotto le stelle e uscendo ci ripassasse facendo l'esatto opposto.


Il giardino presenta una vegetazione che andava di moda in quei tempi, con piante esotiche importate e ripiantate quasi a confondersi con la vegetazione rivierasca.


Una testimonianza della vita turbolenta di Grock si trova ai lati di una delle fontane, posta ai piedi della villa, dove è incisa la scritta in latino: Per Aspera Ad Astra, attraverso le asperità alle stelle. Significative le sculture di cornucopie, richiamo alla mitologia greca e simbolo di abbondanza, poste ai lati del laghetto artificiale costruito con al centro un pontino secondo i criteri dell'architettura orientale. 
Oriente che si ritrova in uno dei locali del primo piano, la stanza giapponese decorata da dipinti con origami. 
 Nella stanza a fianco si trova una galleria di foto del celebre clown e uno spartito, composizione dello stesso Grock. 
L'artista svizzero era infatti eclettico e polistrumentista e durante il suo numero che arrivò a durare cinquanta minuti faceva ampio sfoggio del suo talento musicale. 
 La casa all'interno è vuota.
 L'intero mobilio è stato battuto in varie aste in tutto il mondo dopo la vendita da parte della figliastra nel 1975. 
Molte delle stanze nei due piani visitabili appaiono come normali camere da letto, ma la ricchezza di particolari come per il giardino vale anche per la casa.
 Appare interamente costruita con l'idea del tendone da circo. 
Al secondo piano infatti, ai lati della stanza con contorni blu riservata ai bambini tanto desiderati ma mai arrivati, si trova un corridoio concepito come se chi ci si trovasse, fosse dietro al palcoscenico.


Così come il suo padrone, la casa ha subìto molte vicissitudini. Nel 1975 la figliastra Bianca la mise in vendita. 
Fu comprata da alcuni privati con la folle idea di farne un residence o mini appartamenti. 
Fortunatamente l'intervento delle Belle Arti prima e della provincia in seguito, che l'acquistò nel 2001, ha restituito ai cittadini un patrimonio storico fondamentale.
 Il completo restauro del giardino e della palazzina, costato circa quattro milioni di euro, è stato ultimato nel 2010 dalla provincia in collaborazione con la fondazione Carige e del ministero dei beni culturali.

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