giovedì 18 aprile 2013

Gli ultimi scavi hanno rivelato la vita quotidiana a Petra


La parola ‘Petra’ porta alla mente immagini di templi e tombe finemente scolpiti nella roccia, che caratterizzano questo famosissimo sito nel sud-est della Giordania, votato anche come una delle ‘sette meraviglie del mondo moderno’.
 Ma, come hanno rivelato i più antichi centri monumentali grazie all’attento lavoro di ricerca da parte di archeologi e ambientalisti, a Petra ciò che colpisce la vista è solo una parte del quadro complessivo: essa infatti rappresenta un antico popolo che costituiva una minoranza elitaria. La restante parte dei suoi abitanti rimane avvolta nel mistero, essendo sempre stata trascurata. Almeno finora.

Guidati dal dott. Tom Parker della North Carolina State University e dalla collega dott.ssa Megan Perry della East Carolina University, un gruppo di archeologi, studenti e volontari stanno studiando la vita della gente comune di Petra, i Nabatei che rendevano viva la città. Gli scavi vengono condotti lungo la cresta settentrionale di Petra, e stanno restituendo prove che forniscono indizi sulla vita comune in questo regno nel deserto. La cresta settentrionale presenta 50 tombe scavate nella roccia: fori stretti e tagliati verticalmente nella terra e nella roccia, utilizzati tipicamente dalla popolazione comune. La maggior parte delle tombe, che risalgono al I secolo a.C. e d.C., sono state saccheggiate nel corso degli anni, ma gli scavi di tre tombe durante l’estate del 2012 hanno comunque restituito reperti, tra cui ossa umane e manufatti come resti di ceramica, vetro, gioielli, e recipienti integri di ceramica, lucerne e bottiglie di profumo.
Gli scavi di diverse strutture domestiche di età romana (dal II al IV secolo d.C.) hanno rivelato muri crollati e manufatti. Gli archeologi ipotizzano che le case possano essere state distrutte da un terremoto che colpì Petra nel 363 d.C., e suggeriscono che i resti di materiali, strutturali e umani recuperati finora e che saranno recuperati in futuro ci daranno non solo uno scorcio della vita socio-economica della popolazione non elitaria, ma anche informazioni sulla demografia della popolazione, compresa la sua storia sanitaria e, forse, le origini geografiche del popolo.
Inoltre, per la prima volta gli scavi delle mura della città di Petra hanno rivelato frammenti di ceramica che fanno risalire le mura al II secolo d.C., collocando la loro costruzione al tempo in cui l’impero romano annetté Petra come provincia. Ancora non è chiaro agli archeologi se le mura siano state costruite dalle legioni romane dopo l’annessione o dagli stessi abitanti nabatei come misura difensiva prima dell’arrivo dei Romani.
Petra è meglio conosciuta storicamente come la capitale di un regno nabateo del deserto (forse creato intorno al 312 a.C.), che si arricchì grazie alla sua posizione strategica, in un punto nodale lungo un importante percorso carovaniero, diventando quindi uno dei principali attori nel commercio dei beni aromatici, in particolare incenso e mirra. Gli straordinari resti vennero scoperti nel 1812 dall’esploratore svizzero Johann Burckhardt, mentre gli scavi furono condotti nel sito a partire dall’inizio del XX secolo. Questi scavi si sono concentrati principalmente sulle strutture monumentali, come templi, tombe elitarie, teatri, e molte chiese bizantine. 
Petra è l’attrazione turistica più visitata del Regno di Giordania.

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