domenica 23 settembre 2012
Le fattorie della bile -Gli orsi della luna
In Cina, Corea e Vietnam, esiste la pratica barbara di catturare gli orsi per poi imprigionarli in gabbie, non più grandi dei loro corpi, e quindi sottoporli due volte al giorno alla dolorosissima pratica dell’estrazione della bile dalla loro cistifillea. Avviene attraverso degli pseudo cateteri di metallo.
Una tortura che può durare per vent’anni. Un tempo quasi infinito, in cui agli animali si atrofizzano gli arti e deformano le ossa, quando non devono subire tumori o infezioni prodotte dagli strumenti che servono per prelevare la bile. Molti orsi pur di farla finiti arrivano a tentare di togliersi la vita. Ma i cacciatori non gli lasciano nemmeno questa possibilità: gli segano i denti e gli strappano gli artigli, impedendo così che si facciano del male da soli.
Per fortuna c’è Jill Robinson, una donna inglese che dal 1993 cerca di salvare gli orsi soggetti a questa brutale aggressione. Nel 1998 ha anche creato la AAF, ovvero la Animals Asia Foundation, per porre fine a questa pratica crudele, e un anno dopo è stato aperto un centro per il loro recupero che ha ospitato fino ad ora quasi 300 orsi liberati.
Da tempo esiste la bile sintetica non dannosa per l'essere umano
RispondiEliminaTrovo quindi questa pratica mostruosa e inutile Anche nella medicina occidentale viene usato il principio attivo che si trova nella bile, che si chiama UDCA (Acido Ursodesossicolico) ma viene estratto da altri animali (come i polli o i vitelli usati per la macellazione)