mercoledì 17 luglio 2024

Antichi Egizi, gli scribi avevano i nostri stessi problemi di schiena, lo studio


 Mal di schiena, rigidità al collo, dolori alle articolazioni delle braccia e delle mani. Per farla semplice: "dolori da ufficio". Anche se l'espressione non è riconosciuta a livello medico, tutti li chiamiamo così, dato che nella maggior parte dei casi la causa è proprio la cattiva postura assunta quando si trascorrono tante ore seduti alla scrivania, davanti a un pc.

In realtà, a differenza di quanto ci potremmo aspettare, questo tipo di dolori è tutt'altro che esclusivo della nostra epoca. Esistevano addirittura già millenni fa: uno studio, appena pubblicato su Nature, ha scoperto che ne soffrivano perfino gli antichi egizi. Non tutti ovviamente, ma solo chi faceva lo scriba, una professione ritenuta allora molto nobile, se si pensa che solo l'1% della popolazione sapeva scrivere: un grande vanto, certo, ma anche una grande responsabilità (non senza conseguenze per la salute).


Gli studiosi dell'Università Carolina di Praga sono giunti a questa conclusione studiando i resti degli scheletri di 69 maschi adulti, vissuti tra il 2700 e il 2180 a.C., e ritrovati ad Abusir, località a sud-ovest del Cairo, dove sorge una delle più importanti necropoli dell'antico Egitto. 

Osservando le illustrazioni presenti sui loro sarcofagi, i ricercatori hanno potuto identificare la loro professione: 30 erano scribi (gli altri 39 probabilmente svolsero mestieri più tradizionali).

Dallo studio di questi resti, è emerso che quelli appartenenti ai 30 scribi presentavano tratti specifici che li differenziavano dagli altri: in particolare, sono stati osservati segni che testimoniano la presenza di danni al collo, ai fianchi, ai pollici e alle mascelle. Tutti conseguenza possibile – spiegano gli autori – del rischio professionale associato al loro mestiere.


Ad esempio, i danni a livello delle anche e dell'omero probabilmente sono una conseguenza della postura tradizione assunta per scrivere, ovvero seduti a gambe incrociate o su una una gamba sola piegata in avanti (non avevano certo le nostre sedie ergonomiche). Oppure, il danno all'altezza della giuntura della mascella si deve probabilmente alla pratica di modellare con i denti, mordendoli, gli strumenti che usavano per scrivere. I ricercatori sono perfino pronti a scommettere, anche se non hanno potuto confermarlo per la mancanza di resti, che i nostri antichi colleghi conoscessero il fastidioso dolore da tunnel carpale.

fanpage.it







domenica 12 maggio 2024

Nel cuore di Madrid c’è un carillon gigante che nessuno conosce, ma che è meraviglioso


 Nel centro di Madrid, tra le sue strade trafficate e le sue piazze animate, si cela un tesoro poco conosciuto: il carillon goyesco. Questo capolavoro di ingegneria precoce è un vero e proprio gioiello nascosto, nonostante si trovi in una posizione centrale della capitale spagnola.

Creato dal celebre cartoonista spagnolo Antonio Mingote, il carillon come si può evincere dal nome si ispira all’opera di uno dei più grandi pittori della storia spagnola, Francisco de Goya. Situato su uno dei balconi dell’edificio Plus Ultra, di fronte all’Hotel Palace e al Congresso di Spagna, il carillon si distingue per i suoi automi che prendono vita quattro volte al giorno.


Questi automi, disegnati da Mingote, rappresentano figure emblematiche dell’epoca di Goya, come un torero, una maja (donna di bell’aspetto), il re Carlos III, la duchessa d’Alba e lo stesso Goya. L’edificio Plus Ultra, risalente ai primi del XX secolo e progettato dall’architetto Joaquín Roig, è un altrettanto spettacolare. Tuttavia è il carillon goyesco ad attirare l’attenzione dei visitatori, offrendo uno spettacolo unico nel suo genere.


Inaugurato il 20 dicembre 1993, il carillon ha visto la presenza di illustri ospiti, tra cui l’Infanta Pilar de Borbón, membro della famiglia reale spagnola. Da allora è diventato una delle attrazioni meno conosciute ma più affascinanti di Madrid, incantando gli spettatori con le sue danze e il suono delle campane.

Per chi desidera vedere il carillon goyesco in azione, è importante sapere che gli automi come detto si esibiscono quattro volte al giorno: alle 12, alle 15, alle 18 e alle 20. Inoltre durante le festività di Natale e Capodanno, è possibile assistere a spettacoli speciali rispettivamente alle 22.00 e a mezzanotte.

Fonte: greenme.it

lunedì 15 gennaio 2024

Questa insolita spiaggia dalla sabbia viola è unica nel suo genere


 Avete mai pensato a una spiaggia viola? Esiste un luogo così particolare e si trova in California, precisamente lungo la pittoresca costa del Big Sur

Questa zona, famosa per le sue strade sinuose, cascate mozzafiato e panoramiche sull’Oceano Pacifico, ospita la singolare Pfeiffer Beach, un vero e proprio gioiello geologico.

 Big Sur è una destinazione da non perdere per ogni viaggiatore appassionato, nonostante le difficoltà di accesso dovute a tempeste e frane che talvolta interrompono la California Highway 1, l’arteria principale della regione.

Pfeiffer Beach non è solo una spiaggia qualsiasi, ma una vera rarità con la sua sabbia di colore viola, un fenomeno unico al mondo che cattura l’attenzione di visitatori provenienti da tutto il mondo. Sebbene la spiegazione scientifica di questo fenomeno non sia stata ancora confermata al 100%, una teoria popolare suggerisce che il colore viola provenga da particelle di granato di manganese provenienti dalle colline e montagne circostanti. 

La tonalità violacea della sabbia può variare a seconda del periodo in cui si visita la spiaggia, ma l’esperienza rimane incantevole in ogni momento, grazie anche alla tortuosa strada d’accesso e alla breve passeggiata dal parcheggio che offre viste spettacolari.


Pfeiffer Beach offre molto più della sua sabbia viola: è un paradiso per surfisti e un punto di partenza per gli avventurieri che desiderano esplorare il vasto Pfeiffer Big Sur State Park. 

Al tramonto, la spiaggia diventa il palcoscenico perfetto per fotografi e appassionati di selfie che cercano di immortalare la suggestiva luce che filtra attraverso la Keyhole Rock, creando scenari da sogno.

 Si ritiene che le pietre colorate presenti sulle colline sopra la costa siano la fonte del colore unico della sabbia di Pfeiffer Beach, aggiungendo un ulteriore tocco di mistero a questo luogo affascinante.

Fonte: greenme.it


domenica 14 gennaio 2024

Il luogo più surreale del mondo è una piscina di “Champagne”


 È un viaggio da fare almeno una volta nella vita, quello che conduce nelle terre selvagge della Nuova Zelanda. Con i vulcani, i geyser, i ghiacciai e i fiordi, le lande sterminate e i laghi cristallini la natura fa da padrone in quello che sembra un territorio indomabile per l’uomo.

La Terra di Mezzo del Signore degli Anelli è un concentrato di meraviglie che lasciano senza fiato e che meritano di essere scoperte una ad una. Tra queste impossibile non menzionare l’area geotermica del Wai-o-Tapu Thermal Wonderland, un parco delle meraviglie creato e gestito da Madre Natura che ogni giorno diventa il palcoscenico dei suoi spettacoli più belli.


Questa grande vasca naturale, infatti, produce migliaia di bollicine ogni secondo, regalando la sensazione di trovarsi davanti a una piscina spumeggiante fatta di Champagne. Attenzione però, perché quello che sembra vino spumante francese non può essere toccato.


Sognare a occhi aperti, ma non toccare: la piscina di Champagne di Wai-o-Tapu Thermal Wonderland è, con tutta probabilità, una delle visioni più surreali del mondo intero. Ma guai ad avvicinarci. Quella situata nell’area geotermica, per quanto suggestiva, è una piscina di origine vulcanica riempita di fluido geotermico fatto di acqua e gas.

La temperatura della champagne pool, nella sua parte più profonda, raggiunge i 260 gradi, mentre in superficie se ne misurano circa 70. Le sue origini sono antichissime e risalgono a circa 1.000 anni fa, un tempo lunghissimo durante il quale la natura ha potuto scolpire il suo più grande capolavoro.

Grazie ai minerali presenti nell’acqua e alle temperature altissime, la piscina naturale di Wai-o-Tapu Thermal Wonderland si presenta carica di contrasti cromatici incredibili. Una sorta di arcobaleno di fuoco che incanta e stupisce a ogni sguardo.

Le altissime temperature, così come la presenza dei gas come anidride carbonica, azoto, idrogeno e ossigeno, spiegano la produzione delle infinite bollicine che si scorgono sulla superficie e che hanno fatto guadagnare al lago l’appellativo di piscina di champagne. Nessun incantesimo, dunque, ma solo l’infinita bellezza e potenza di Madre Natura.

Fonte: Si viaggia