domenica 6 marzo 2022

La fontana dei Dioscuri


 Quando il visitatore arriva in piazza del Quirinale, la meta più probabile è probabilmente quella delle eleganti Scuderie, scelte spesso come scenario d’eccezione per mostre e rappresentazioni di grande richiamo.

 Un turista può anche essere interessato a fotografare la residenza del nostro Presidente della Repubblica, il Palazzo sul quale garrisce al vento il nostro tricolore, appeso al pennone più importante della capitale. Al centro della piazza (un tempo chiamata piazza di Monte Cavallo), che separa via del Quirinale da via XXIV maggio, svettano una coppia di possenti statue ed un grandioso obelisco egizio

L’abilità architettonica che ha prodotto questo maestoso gruppo scultoreo, unita alla componente di ingegno idraulico da cui scaturisce l’alimentazione idrica della magnifica vasca granitica sottostante, formano la Fontana cosiddetta dei Dioscuri.



Ma chi sono i Dioscuri, le maestose figure che svettano davanti al Palazzo del Quirinale? Si tratta dei figli del dio Zeus, Castore e Polluce, venerati dai romani in quanto protettori della città. Le statue originarie, di cui quelle posizionate sulla Fontana rappresentano una pregevole copia, sono state attribuite al grande scultore greco Fidia.

La storia della Fontana risale alla fine del XVI secolo. 

Durante i cinque anni di pontificato tra il 1585 ed il 1590, Papa Sisto V Felice Peretti (da cui prese il nome l’omonimo acquedotto, precedentemente noto come Alessandrino) diede incarico (1588) all’architetto Domenico Fontana di trasferire le due grandi statue dei Dioscuri (alte oltre cinque metri) nell’atto di frenare i rispettivi cavalli, spostandole nella posizione odierna dalle attigue Terme di Costantino (situate all’inizio della attuale via Nazionale). 

Dopo averlo fatto restaurare, Fontana posizionò il gruppo all’inizio della Strada Pialunghissima via che si snodava lungo le attuali via del Quirinale e via XX Settembre fino alla attuale Porta Pia, e rivolgendo i Dioscuri verso il Palazzo del Quirinale, a quei tempi residenza estiva dei pontefici. In tal modo, la prospettiva dell’intera struttura scultorea era ben visibile dal quadrivio in corrispondenza di via delle Quattro Fontane. 

Il gruppo fu collocato su un piedistallo, ai piedi del quale era posizionata la fontana, formata da una vasca a quattro lobi con una balaustra centrale che sorreggeva un catino dal quale l’acqua precipitava verso la conca sottostante. L’acqua defluiva poi da protomi leonine che ornavano, insieme a stemmi del casato sistino, i lati della vasca, alternati di forma rettilinea e concava.

Non ebbero poi seguito i due progetti ideati rispettivamente da Alessandro VII (seconda metà del XVII secolo), che aveva pensato di spostare la fontana in piazza S.S. Apostoli, e da Clemente XI (prima metà del XVIII secolo), che voleva sostituire l’intero gruppo con la Colonna Antonina, ritrovata da poco in piazza Montecitorio.

La sistemazione presente è opera di Pio VI Braschi (Papa tra il 1775 ed il 1799), che nel 1782 incaricò l’architetto Giovanni Antinori di aggiungere al centro della piazza il grande obelisco egizio in granito rosso (circa 29 metri di altezza) che originariamente si trovava, insieme a quello attualmente eretto in piazza dell’Esquilino (alle spalle della Basilica di Santa Maria Maggiore), a Campo Marzio in piazza Augusto Imperatore, sui lati del Mausoleo.

 I lavori dell’Antinori, che compresero anche il posizionamento dei Dioscuri ad angolo retto tra loro, durarono diversi anni (fino al 1786), tanto da fargli meritare il soprannome “non tirai” (anagramma del cognome), affibbiatogli dalla proverbiale sagacia dei romani, che commentarono inoltre “un asino non poteva spostare un cavallo”.

Successivamente ancora un pontefice, Pio VII Chiaramonti (1800-1823) commissionò (1818) all’architetto Raffaele Stern la sostituzione della precedente fontana con una grande vasca granitica di forma circolare dell’epoca romana, riscoperta nel 1587 durante i lavori dell’acquedotto Felice nei pressi del Foro Romano (anticamente noto come Campo Vaccino).

 In precedenza, su commissione di Papa Sisto V, la vasca era stata impiegata (1593) da Giacomo della Porta come abbeveratoio per animali nella Fontana del Mascherone nel Foro Boario, così chiamata per la scultura a forma di maschera da cui fuoriusciva l’acqua.


In realtà Stern completò un lavoro avviato precedentemente da Pio VI, che aveva disposto il trasferimento della vasca da Campo Vaccino. Ma durante lo spostamento le truppe napoleoniche avevano invaso Roma (era il 15 febbraio 1798) ed il gruppo dei Dioscuri era rimasto senza fontana fino alla sconfitta di Waterloo nel 1815, che aveva decretato di fatto il termine dell’occupazione francese

Solo allora, fu possibile a Stern riprendere e completare i lavori di trasferimento conferendo alla fontana la conformazione definitiva.


Ed è quest’ultima l’opera che ammiriamo oggi al centro di Piazza del Quirinale, proprio davanti alle finestre della residenza del Presidente della Repubblica Italiana. 

Fonte: www.ezrome.it