giovedì 19 novembre 2020

Perché a Praga c’è una faccia gigante che ruota in perenne “metamorfosi”?


 “Le Metamorfosi” di Kafka rappresentate attraverso una scultura cinetica che riproduce il capo del noto scrittore: ecco una delle ultime opere dell’artista ceco David Černý, famoso per le sue intallazioni provocatorie e irriverenti.

L’opera, commissionata dai centri commerciali Quadrio di Praga nel 2014, consiste in una testa alta quasi 11 metri realizzata in acciaio inox; i 42 blocchi che compongono la scultura ruotano in modo indipendente grazie a un motore.

 L’installazione, oggi diventata un vero e proprio monumento che attrae numerosi turisti,  è un connubio di arte e tecnica: per realizzarla l’artista ha collaborato con il reparto di ingegneria meccanica di una nota ditta specializzata in robotica.


L’effetto è straniante: la forma della statua cambia senza fermarsi mai, come a simboleggiare l’alienazione dell’essere umano moderno all’interno della società.

 È evidente che l’artista ha ripreso uno degli elementi peculiari della poetica del noto scrittore: i personaggi kafkiani sono spesso privi di tratti fisici distintivi, nonché incastrati in dinamiche indipendenti dal loro volere, vittime di un destino indecifrabile.

La scultura raffigura  la dispersione dell’identità  attraverso un volto vuoto, in continua trasformazione, che riverbera lo spazio circostante grazie al gioco di specchi. 

La continua scomposizione del viso rivela una verità che ha a che fare con il concetto di identità dell’Io: il nostro ego non è altro che la proiezione degli sguardi altrui, un’unità fragile e sempre mutevole.


In questa scultura Černý quindi non ha solamente omaggiato uno degli scrittori europei più importanti di tutti i tempi, ma ha rappresentato l’essenza stessa della psiche umana e dell’alienazione dell’uomo moderno nella società