mercoledì 21 ottobre 2020

Il borgo a due passi da Roma che custodisce un Moai dell’Isola di Pasqua


 Viaggiare apre la mente e fa scoprire mondi inaspettati; lo so da sempre, ma addirittura che si potesse trovare un po’ dell’Isola di Pasqua nella campagna laziale questo proprio non lo sapevo.

Eppure a Vitorchiano nell’alto viterbese c’è un Moai, una di quelle enigmatiche statue per cui è famosa l’Isola di Pasqua e non è una imitazione grossolana: è un autentico “moai” scolpito da autentici scultori dell’isola, con autentici antichi attrezzi con cui la loro tribù da secoli compie queste imprese che hanno più del rito sacro che dell’atto artistico.

“… è stato scolpito nel 1990 da undici indigeni Maori dell’Isola di Pasqua, invitati dalla trasmissione RAI “Alla ricerca dell’Arca”, a realizzare uno dei più fantastici programmi di “gemellaggio” culturale.

 Poiché gli originali Moai dell’isola di Pasqua si stanno deteriorando, la televisione di Stato si adoperò per scovare una pietra vulcanica simile a quella delle cave dell’Isola di Pasqua per poterne costruire uno nuovo.

 La trovò proprio qui: un enorme blocco di peperino del peso di trenta tonnellate. Fu scolpito, con asce manuali e pietre taglienti, da undici indigeni maori della famiglia Atanm, provenienti dall’isola di Rapa Nui (Cile). 

“Il Moai – spiegarono i costruttori dopo aver danzato intorno al blocco di peperino che a poco a poco prendeva forma – è una scultura sacra: porta prosperità al luogo che osserva, a patto che non venga mai spostato. Se viene mosso dal punto in cui viene scolpito, provoca grandi sciagure.”

A Vitorchiano non hanno preso molto sul serio la cosa dello spostamento tanto che prima lo hanno fatto partire per la Sardegna per una mostra e al suo ritorno lo hanno sistemato appena fuori dell’abitato, in una tristissima piazzola di sosta dei camper dalla quale lo sguardo ieratico del Moai si posa benevolo su Vitorchiano (che è davvero bello visto da qui specie al tramonto) e poi va oltre, verso Est, al di là dei continenti verso il centro del Pacifico, verso l’Isola dei suoi antenati.


La storia è bella, peccato non si riesca a trovare nemmeno una immagine degli autori durante la costruzione. Per decenni il Moai vero di Vitorchiano è stato l’unico al mondo fuori dell’Isola di Pasqua, ma “…dal giugno 2015 anche Chiuduno, in provincia di Bergamo, ne ha uno. E’ stato costruito da 14 indigeni appartenenti al gruppo HAKA ARA HENUA, tutti Maori Rapa Nui polinesiani dell’Isola di Pasqua.

 L’evento si è svolto in occasione del XV Festival Internazionale “Lo Spirito del Pianeta”, che ogni anno si svolge a Chiuduno,  ospitando gruppi tribali e indigeni del mondo, con la loro cultura, tradizioni, folclore, artigianato, gastronomia, ecc. … la kermesse si è arricchita di un dono che i Maori hanno voluto lasciare al paese, come simbolo di pace.


La statua è stata munita di occhi di ossidiana e corallo questo significa molto per l’usanza dei rapa Noi diventando infatti il volto vivo del loro passato




Forse  in fondo il Moai di Vitorchiano sta bene dove è: non avrebbe “legato” molto con il centro storico di taglio medievale del borgo e invece  dove è ora si erge solitario e maestoso nella potenza dei suoi sei metri di altezza. 

Di lì può volgere lo sguardo lontano e nella sua solitudine ci ricorda che non è un monumento qualunque ma uno dei giganti misteriosi dell’Isola di Pasqua  e un po’ del loro mistero emana anche da lui.


Fonte : piccolestorienellapietra