venerdì 17 gennaio 2020

L’attrazione dei fedeli per i “Santi Robot” di epoca medievale


Nonostante i luoghi comuni sul medioevo, che lo vedono erroneamente classificato come un’epoca buia e arretrata, i nostri antenati erano attivi in opere d’ingegno di grande ingegno tecnologico. 
Un tipo di meccanismo di particolare interesse è il robot, utilizzato non per svolgere attività lavorative ma per ispirare devozione fra i fedeli dell’epoca.

 Le prime prove documentarie dei “Santi Robot” risalgono all’inizio del XIII secolo, e parlano di automi in grado di muoversi in modo indipendente e gesticolare utilizzando dei complessi sistemi di ingranaggi, cerniere e fibbie in pelle.
 I meccanismi erano azionati da “vapore, acqua ed energia immagazzinata in un meccanismo a carica come un orologio”. 

Costruito principalmente in legno, il robot iberico ancora esistente dal nome “Vergine dei Re – Virgen de los Reyes”, aveva la testa in legno dipinta e le braccia ricoperte di pelle di capretto bianca.
 Nella sua ricerca “Robot Saints” Christopher Swift, del New York City College of Technology, afferma che le figure della vergine Maria e di Gesù bambino “potevano eseguire un numero quasi infinito di gesti e coreografie umane”, perché le loro braccia erano in grado di piegarsi e ruotare come le braccia umane.


In questo contesto è importante ricordare che la fede, per gli uomini medievali, era un affare molto concreto, e quindi non è sorprendente che anche i robot ne facessero parte.
 Dalle reliquie alle grandi opere architettoniche, le figure religiose per gli uomini del medioevo erano innumerevoli, sempre disponibili ad essere osservate e toccate.
 La fede medievale si concentrava fermamente sul tangibile, quindi non è poi così sorprendente che i robot santi ne facessero parte.
 Dai rosari alle cattedrali scolpite, le figure religiose erano sempre disponibili ai fedeli medievali per essere guardate e toccate. 

Un altro famoso robot devozionale, il Rood of Grace a Boxley, in Inghilterra, era un crocifisso nel quale la figura di Gesù Cristo aveva gli occhi in grado di ruotare, la cui testa era in grado di ruotare e che riusciva persino ad assumere diverse espressioni facciali. 
 Il Rood of Grace venne distrutto durante lo scisma anglicano voluto da Enrico VIII, e di esso non rimangono che i racconti dei testimoni dell’epoca. 
Curiosamente, proprio la scultura lignea del Rood of Grace fu utilizzata dai sostenitori del sovrano inglese per additare come “superstiziosa” la fede dei cattolici, e il crocifisso venne portato a Londra per essere bruciato.


 Se i protestanti del sedicesimo secolo indicavano questo tipo di robot come ingannevole per le persone perché gli faceva credere ai miracoli, Swift suggerisce che: I cristiani medievali potrebbero aver apprezzato le statue sacre mobili non per le loro qualità miracolose , ma per le loro capacità meccaniche, tecnologiche e, in definitiva, teatrali


Oltre a creare qualcosa di spettacolare, sembra che lo scopo di creare questi robot fosse quello di ispirare la contemplazione, proprio come le gigantesche sculture che ancor oggi vengono utilizzati nelle parate a tema religioso.
 Se i robot erano un veicolo per la pratica spirituale, non si può presumere che i fedeli, nel medioevo, pensassero agli automi come persone “reali”, animati dalla forza divina, ma li osservavano ammirati dalla meraviglia meccanica che gli artisti del tempo erano in grado di realizzare. 


 Fonte: vanillamagazine.it