martedì 3 dicembre 2019
Due mummie di leone scoperte a Saqqara, in Egitto
Dall'Antico Egitto ci sono arrivate mummie di gatto, cane, ibis, persino di coccodrillo: mai però prima d'ora ci si era imbattuti nei resti completi di leoni preservati per l'Aldilà.
Le prime due mummie di cuccioli di leone sono venute alla luce non lontano dalla necropoli di Saqqara, in Egitto, in una tomba piena di altri animali mummificati (soprattutto gatti e uccelli) e di statuette di forma felina.
Il malloppo di animali considerati sacri, veri e finti, risalirebbe alla fine del Periodo Tolemaico, 2600 anni fa. I leoni mummificati non arrivavano al metro di lunghezza: morirono prima di aver raggiunto il pieno sviluppo.
Non sono i soli felini selvatici ritrovati nella tomba: tre altre mummie appartengono quasi certamente a leopardi, ghepardi, pantere o altri grossi predatori, non è ancora chiaro a quali.
Accanto ai leoni "riposavano" altre 20 mummie di gatti domestici e decine di statuette in pietra, legno o bronzo, finemente dipinte e in certi casi intarsiate in oro.
A completare il bestiario, un grosso manufatto a forma di scarabeo, di quelli usati, nell'Antico Egitto, come sigilli, gioielli o amuleti. L'oggetto che è lungo una trentina di centimetri potrebbe essere il più grosso artefatto di questa forma mai ritrovato.
Ma il particolare che ha reso possibile la datazione è una statua della dea Neith, patrona di Sais, una città sul Delta occidentale del Nilo che fu la capitale durante la ventiseiesima dinastia, 2600 anni fa.
I ritrovamenti di mummie feline sono piuttosto comuni nell'area di Saqqara, dove si venerava la dea Bastet, in origine divinità leonina e poi, con il tempo, ammansita in dea protettrice dalle sembianze di gatto, madre del dio leone Mysis.
Proprio a Saqqara, nel 2004, un team di archeologi francesi aveva individuato uno scheletro incompleto di leone, ma è la prima volta che questo animale si ritrova in forma mummificata.
Dopo la morte, i felini venivano trattati con gli stessi onori riservati all'uomo, e offerti in forma di mummie a Bastet.
In altri casi, gli animali votivi erano allevati apposta per la mummificazione, e venduti ai fedeli che volessero ingraziarsi una divinità.
Fonte: focus.it