giovedì 31 ottobre 2019
L’affascinante storia del colore bianco degli abiti da sposa
I matrimoni contemporanei sono spesso un simbolo di amore tra la sposa e lo sposo, ma durante la maggior parte della storia le unioni erano spesso un affare fra due famiglie.
Gli abiti da sposa costituivano una vetrina dello status sociale della famiglia della sposa, che andava presentata sotto la migliore luce per attestare il livello economico delle famiglie coinvolte.
L’abito, in realtà, altro non era che il miglior vestito da cerimonia che aveva a disposizione la ragazza, anche se era di colore scuro, diverso dall’abito da sposa bianco che va tanto di moda durante la nostra epoca.
Durante lunghi periodi storici infatti molte donne nel giorno delle nozze indossavano un abito nero, naturalmente non un abito da sposa corto in pizzo ma lunghi e coprenti vestiti in grado di nascondere ogni parte del corpo.
In genere si tendeva a evitare soltanto alcuni colori, fra cui il verde che veniva considerato “sfortunato”, mentre il blu era uno di quelli più in voga perché rappresentava purezza, pietà e attaccamento alla Vergine Maria.
Oltre alle ragioni più spirituali, il blu aveva il pregevole vantaggio di nascondere perfettamente le macchie e le imperfezioni, e poteva essere indossato più volte senza essere lavato.
Nonostante ci siano diversi esempi di spose vestite in bianco a partire già dal 1406, quindi ancora in epoca medievale, la svolta per l’abito cangiante fu il matrimonio del 1840 della Regina Vittoria con suo Cugino Alberto, che decretò l’inizio di una tradizione che dura a tutt’oggi.
Il suo magnifico abito bianco ispirò migliaia di spose, che si vestirono di bianco imitando la monarca inglese.
Un decennio più tardi il Godey’s Lady’s Book, una delle prime riviste femminili negli Stati Uniti, dichiarò il bianco come la tonalità più adatta all’abito da sposa.
Da metà ‘800 in poi le spose sono state vestite con abiti bianchi realizzate con le migliori qualità di tessuto.
Il bianco però era un colore duro da ottenere e difficile da conservare, e solo le donne delle classi sociali più abbienti potevano permettersi un tale lusso.
L’abito bianco subì una forte frenata durante la Grande Depressione, quando un’economia più instabile spinse moltissimi a scegliere un abito che avrebbe potuto esser riutilizzato più volte. Passata la Grande Depressione e poi la Seconda Guerra Mondiale, il bianco tornò in voga, e divenne popolarissimo in seguito al matrimonio di Grace Kelly con il Principe Ranieri di Monaco, nel 1956.
Il bianco non è un colore universale, e le spose asiatiche indossano spesso un colore rosso o bianco-rosso perché auspica una buona sorte alla coppia.
Nei matrimoni in Giappone gli abiti vengono cambiati spesso dalla sposa, e sono tutti colorati.
Fonte: vanillamagazine.it