martedì 24 settembre 2019
È autentico il Cimabue ritrovato in casa da un'anziana signora francese
Non è insolito scorgere nelle case di persone anziane, quadretti, iconcine sacre, dipinti provenienti da chissà quale parente, appesi con indifferenza sulle pareti di camere da letto, salotti e persino cucine.
Vi consigliamo di osservare questi cimeli con attenzione, perché potrebbero riservare sorprese.
Così è accaduto alla signora di Compiègne, nei pressi di Parigi, quando ha voluto far valutare quel piccolo quadretto in legno, che da anni sostava nella sua cucina.
Si è rivolta alla casa d’aste Actéon e, non osiamo immaginare l’espressione apparsa sul suo volto quando le hanno comunicato che quel “Cristo Deriso” è di Cimabue e che il suo valore di mercato si aggira tra i 4 e i 6 milioni di euro.
Ad analizzare il quadro, in ottimo stato di conservazione, è stato lo studioso Eric Turquin: si tratta di un’opera su legno di piccole dimensioni (25,8 cm x 20,3 cm), realizzata a tempera a uovo su fondo dorato.
La riflettografia infrarossa eseguita sul dipinto lo data intorno al 1280.
Si presume faccia parte di un dittico raffigurante la passione di Cristo.
Dal medesimo, proverrebbero anche altre due tavole: La Flagellazione conservata alla Frick Collection di New York e la Maestà con due angeli, alla National Gallery di Londra.
Delle altre parti del dittico non vi è invece traccia, almeno fino ad oggi.
Ora la casa d’aste Actéon ha deciso di vendere all’incanto il Cristo Deriso di Cimabue il prossimo 27 ottobre: si tratta di una rarità, visto che l’ultimo pezzo del Maestro fiorentino è andato all’asta da Sotheby’s nel 2000 e, guarda il caso, si trattava proprio della Maestà parte del dittico da cui proverrebbe anche l’opera della signora di Compègne.
Il prezzo di partenza è da grandi numeri e scommettiamo che ci farà guardare ai “quadri della nonna” con altro spirito.
Fonte: artribune.com
Aci Trezza, il borgo siciliano che ispirò Omero
Aci Trezza è un luogo magico, dove storia e mitologia si sovrappongono in una danza infinita, fino a confondersi.
È qui che Omero ebbe l’ispirazione per la titanica lotta tra Ulisse e Polifemo, ma non solo.
Oggi Aci Trezza potrebbe sembrare un paesino della costa siciliana come tanti altri, dedito al turismo per le sue splendide spiagge e le acque cristalline su cui si affaccia. Ma è in realtà un posto incantato, un piccolo paradiso di inestimabile valore culturale e storico.
Fondato nel 1600 da Stefano Riggio come approdo marittimo per il suo feudo, per moltissimi decenni il borgo ha vissuto grazie alla pesca, fin quando non si è trasformato in un polo turistico molto apprezzato da chi trascorre le proprie vacanze in Sicilia
Ciò che affiora dal passato del piccolo villaggio di pescatori è a dir poco incredibile.
Si narra infatti che Aci Trezza abbia ispirato Omero e Virgilio per alcune delle più famose scene delle loro opere mitologiche.
Ulisse venne imprigionato da Polifemo proprio nel territorio su cui oggi sorge il borgo siciliano, e quando riuscì a fuggire accecando il ciclope scatenò talmente la sua ira che quest’ultimo gettò in acqua enormi massi, dai quali ebbero origine le isole dei Ciclopi.
Per Virgilio, invece, l’eroe troiano Enea incontrò proprio ad Aci Trezza il compagno di Ulisse, Achemenide.
Questi venne dimenticato nel paese dei ciclopi durante la fuga che tanto fece arrabbiare Polifemo.
In anni più recenti, il paesino fu protagonista del romanzo I Malavoglia, di Giovanni Verga: la casa del Nespolo, in cui l’umile famiglia di pescatori guidata da Padron ‘Ntoni aveva dimora, è ancora oggi uno dei luoghi simbolo di queste terre.
Sempre ad Aci Trezza venne girato il film La terra trema, di Luchino Visconti, ispirata al romanzo di Verga.
Era il 1948 quando le riprese di questo capolavoro del cinema italiano ebbero luogo, ma presso il piccolo borgo siciliano si respira ancora la stessa atmosfera.
Siete nei pressi di questo splendido paesino siciliano e non sapete cosa fare?
Di alternative ce ne sono sicuramente moltissime, a partire da una bella passeggiata lungomare, ammirando i faraglioni che spuntano dalle acque cristalline della Riviera dei Ciclopi.
L’intera area è posta sotto la tutela della Riserva Naturale integrata nella Regione Sicilia dal 1998, per il suo interesse storico e naturalistico.
Se amate le immersioni, l’area marina protetta delle isole dei Ciclopi offre un panorama mozzafiato: potrete godere la meraviglia delle rocce di origine vulcanica che si combinano perfettamente con la flora e la fauna locali.
Poco distante, ad Aci Castello, sorge una splendida costruzione di origine bizantina, che fu il fulcro dello sviluppo urbanistico di questa zona.
Il Castello venne edificato su una roccia lavica a picco sul mare, ed è divenuto ben presto uno dei simboli di queste terre.
Oggi moltissimi turisti vi si recano per visitarlo, e al suo interno è possibile ammirare alcuni interessanti reperti storici custoditi presso il Museo Civico che vi è stato allestito.
Fonte: siviaggia